sabato 21 dicembre 2019


QUATTRO CHIACCHIERE CON JOSHI


Abbiamo il piacere e l’onore di intervistare Sunand Tryambak Joshi, il massimo biografo vivente di Howard Phillips Lovecraft. L’autorità indiscussa che da decenni studia la vita e le opere del Sognatore di Providence. E lo facciamo in occasione della pubblicazione in italiano del primo volume della sua monumentale biografia dal titolo Io Sono Providence.

Caro Sunand, finalmente la tua opera maxima su Lovecraft è stata tradotta anche in Italia, grazie alla Providence Press ma con colpevole ritardo delle case editrici più note che, ne sono certo, pagheranno a peso d’oro i diritti della biografia quando si accorgeranno dell’errore commesso. L’appassionato di H.P. Lovecraft ti deve molto, i tuoi studi sono stati estensivi ed è grazie ad essi che abbiamo ‘decodificate’ moltissime delle lettere del padre di Cthulhu. Alla fine di questo mastodontico progetto saranno più di trenta i volumi pubblicati dalla Hippocampus Press che comporranno quasi l’intero corpus del ricchissimo epistolario del Sognatore di Providence. Insomma Sunand sei il deus ex machina di questo grandioso progetto, colui il quale ha permesso a decine di migliaia di appassionati di conoscere a fondo H.P. Lovecraft, senza gli strumentalismi dello scrittore francese. Ti definirei, in senso positivo, il novello Derleth, visto lo sforzo enorme che stai facendo per rendere immortale il corpus delle lettere di Lovecraft. Ma a questo punto dicci che cosa ne pensi dell’uscita anche in Italia del tuo Io Sono Providence?




Sono ovviamente contento che il mio libro sia stato tradotto in italiano, dove l'interesse per Lovecraft è stato notevole almeno sin dagli anni '60. Ciò che spero che i lettori ricevano dal mio libro è quanto sia possibile conoscere nel dettaglio la vita di Lovecraft. Era una delle persone più esaustivamente documentate (e auto-documentate) del suo tempo. Infatti, grazie alle migliaia di lettere sopravvissute scritte di suo pugno, che raccontano meticolosamente nei dettagli la sua vita quotidiana, la sua filosofia, le sue opinioni politiche e altre molte materie, sappiamo più di lui che della maggioranza delle persone nell'intera gamma della storia umana. Ho studiato Lovecraft per anni, e lo studio ancora, e mi sono reso conto che la sua vita, la sua opera e il suo pensiero sono strettamente legati. I suoi racconti non possono essere adeguatamente compresi senza una conoscenza dettagliata di ciò che gli è accaduto durante la vita e delle credenze che ha avuto nel corso degli anni. Ho anche cercato di collocare Lovecraft nel contesto dei suoi tempi: politicamente, socialmente, intellettualmente e culturalmente. Storicizzarlo insomma è fondamentale poiché alcune delle posizioni più controverse di Lovecraft (in particolare il suo ‘razzismo’) non possono essere adeguatamente comprese senza considerare il contesto storico in cui sono emerse.

Tu che hai studiato il Sognatore di Providence per anni, per decadi, quale pensi sia il peggior errore che possa commettere un lettore di Lovecraft?

Molti lettori nel corso degli anni hanno trovato la prosa di Lovecraft difficile e persino repellente. È ‘esagerata’, sgargiante, florida secondo molti. Questa opinione non riesce a capire che Lovecraft ha coltivato questo tipo di prosa - e l'ha anche gestita brillantemente - come una decisione consapevole. Lavorava all'interno di una tradizione chiaramente definita nella letteratura inglese e americana, che risale a Sir Thomas Browne e in seguito a Samuel Johnson, Edward Gibbon, Thomas De Quincey, Edgar Allan Poe, e altri. Tutti scrittori che utilizzavano uno stile denso, strutturato per creare un certo tipo di umore o atmosfera. I lettori americani in particolare, cresciuti con la prosa austera di Ernest Hemingway e dei suoi seguaci, hanno difficoltà con questo stile; ma Lovecraft ne era assoluto padrone e scelse ogni parola con cura e con la piena consapevolezza dell’effetto che avrebbe avuto nel racconto.




Le lettere tra Lovecraft e Frank Belknap Long saranno mai pubblicate?

Al momento sto facendo un nuovo tentativo di acquistare tutte le lettere esistenti scritte da Lovecraft a Long. Sono in possesso di un rivenditore di libri e spero di riuscirci! Abbiamo comunque ampie trascrizioni di queste lettere (fatte dalla Arkham House alla fine degli anni Trenta) che, se non riuscissimo ad avere accesso alle lettere originali, potrebbero essere comunque valide. Le lettere tra Lovecraft e Long sono comunque estremamente importanti e devono essere rese pubbliche. Allo stato, comunque, il mio collega David E. Schultz ed io stiamo lavorando anche su numerosi altri volumi che sono  prossimi alla pubblicazione, soprattutto un librone (1200 pagine) intitolato Letters to Family and Family Friends, che conterrà le straordinariamente importanti missive di Lovecraft alle zie, scritte durante i suoi anni difficili in quel di New York (1924–26).

Sunand hai pensato di lanciare un crowdfundig per ottenere maggiori finanziamenti per l’acquisto? Sappiamo bene quanto siano esosi i rivenditori delle lettere di Lovecraft! 

Spero non ci sia bisogno di creare una raccolta fondi per comprare quelle lettere. Abbiamo già raggiunto quasi tutto il denaro sufficiente e il rimanente potrà essere raccolto tramite l’apporto di privati e di mecenati.

Ottimo! Quindi speriamo in una veloce conclusione dell’affare e di vedere presto le lettere pubblicate! A proposito, le lettere in questione, quelle in vendita per la cifra esorbitante di cui parlavamo, sono interamente già state tutte trascritte dall’Arkham House? O ce ne sono di inedite?

No. Non tutte le lettere (o tutti gli stralci delle lettere) furono trascritte dalla Arkham House; forse il 75%, ma purtroppo quelle trascrizioni sono corredate di gravi errori. Per questo è essenziale consultare i documenti olografi.


Credi che H.P. Lovecraft abbia ottenuto il posto che gli spetta nel Pantheon degli scrittori?

Lovecraft continua a crescere nella stima dei critici in tutto il mondo, nonostante gli attacchi che gli sono stati recentemente fatti come quelli di essere razzista o di essere stato (nelle parole di uno dei suoi più rumorosi critici) un “terribile maestro di parole”.
Traduzioni delle sue opere continuano ad apparire in tutto il mondo e in molti paesi stanno comparendo nuove edizioni basate sui miei testi corretti dei suoi racconti. Credo ancora che le sue lettere debbano essere pubblicate più ampiamente, poiché esse rivelano la vera statura di Lovecraft come scrittore. Ma nel mondo di lingua inglese credo che il suo posto nel canone letterario sia comunque assicurato. Si discuterà sempre sul posto che deve occupare nella letteratura. Non sostengo che debba essere classificato alla stregua dei più grandi scrittori della letteratura (Dante, Shakespeare, Milton, Cervantes, Goethe, ecc.), ma ritengo che sia sicuramente all’altezza di scrittori come Hemingway, Faulkner, Leopardi, Brecht, ecc.


Quale sarà la tua prossima opera Lovecraftiana?

A parte il mio progetto in corso di pubblicazione delle lettere di Lovecraft, sto ora lavorando a un volume intitolato The Recognition of H. P. Lovecraft. Questo libro è uno studio storico della critica di Lovecraft, e al contempo traccia l'incredibile ascesa di Lovecraft dall'oscurità assoluta dei suoi tempi alla fama mondiale che ora ha raggiunto. È una storia molto complessa, ma è una storia che vale la pena di essere raccontata. (Ovviamente, dovrò essere avveduto nel parlare delle mie opere, poiché non desidero sopravvalutare i miei risultati!)

Interessante, quando uscirà?

Il libro dovrei finirlo nel 2020, credo sarà pubblicato per l’estate o l’autunno del 2021.

Quali sono le tue tre storie preferite di Howard Phillips Lovecraft?

La mia storia preferita di Lovecraft è sempre stata “Alle Montagne della Follia”. La trama incredibilmente densa, le sue proprietà scientifiche assolutamente convincenti, lo distinguono nettamente dalle altre sue opere; “Alle Montagne della Follia” incarnano alla perfezione la sua prospettiva ‘cosmica’, lo fanno in modo più potente e vivido di qualsiasi sua altra storia. Al secondo posto direi “L’Ombra Calata dal Tempo,” che ha anche un’incredibile narrativa cosmica. Il racconto si legge molto meglio se si legge la storia come fu originariamente scritta, piuttosto che come fu pubblicata per la prima volta Astounding Stories. La scoperta nel 1994 del manoscritto originale fu una rivelazione, e io fui il primo studioso ad avere il permesso di studiarla accuratamente. Dopo aver corretto tutti gli errori, mi sono reso conto che se non avevo davanti una storia completamente nuova, poco ci mancava! Al terzo posto infine metterei “La Maschera di Innsmouth,” che secondo me è la più potente escursione nel così detto “regional horror,” ed è anche il racconto più evocativo riguardante il New England. L'atmosfera del degrado urbano non ha eguali e si può quasi percepire l'odore onnipresente dei pesci!




Quali sono i racconti che Lovecraft avrebbe fatto meglio a non scrivere?

È sorprendente come poche delle storie di Lovecraft, anche quelle più snelle, siano in realtà “scadenti” nel senso ordinario del termine, anche in queste storie minori si trova sempre qualche punto di pregio o di estremo interesse, e se non altro fanno luce sulla vita e sul personaggio Lovecraft. Ma “L’Orrore a Red Hook” è certamente uno dei suoi racconti più lunghi e deludenti, ma non perché è palesemente razzista, ma perché si basa su motivi horror convenzionali (molti dei quali presi direttamente da un'enciclopedia!) ed è in realtà abbastanza confuso in alcuni deragliamenti della trama di base. Un racconto antecedente “La Strada” (1919), anch’esso è un triste tentativo di scrivere una sorta di storia allegorica degli Stati Uniti (è anche fondamentalmente razzista, ma ancora una volta non è questo il principale difetto). Non mi piace neppure “La Cosa sulla Soglia” perché l’elemento della trama (la nozione di scambio mentale) è così ovvio che c'è poca tensione drammatica nella narrazione. La sua conclusione è piacevolmente cupa, ma ciò non compensa il modo approssimativo in cui viene eseguita la trama.

Vero. Eppure, “L’Orrore a Red Hook”, considerato generalmente come un racconto razzista, ha come deus ex machina Suydam. E Suydam, che usa e sfrutta gli immigrati per i suoi fini egoistici, che si approfitta delle loro condizioni disagiate e che infine li sacrifica tutti alla divinità, viene dal vecchio continente. è olandese, ed è bianco!
Insomma leggendo con attenzione “L’Orrore a Red Hook” non si può negare che Lovecraft ponesse il male assoluto nell’olandese bianco e non verso gli immigrati, che in fondo seppur descritti come poveri, puzzolenti e rissosi, sono le vere vittime.

Sì, c’è del vero in quanto affermi. Suydam è il vero ‘cattivo’ di “L’Orrore a Red Hook” anche se è anche un eroe visto che apparentemente sconfigge Lilith alla fine della storia.
Potrei aggiungere che la maggior parte delle persone sbaglia a considerare “Lui” un racconto razzista, quando in realtà è completamente anti-razzista. I fantasmi dei Nativi Americani, che il protagonista (quel vecchio, soprannaturale che incontra il narratore) ha avvelenato, tornano indietro dalla morte per vendicarsi. Ed è evidente che qui il vecchio (un inglese bianco) sia il cattivo, e i nativi americani che invece sono le povere vittime innocenti.

Quale seguito di uno dei racconti avresti voluto che Lovecraft scrivesse?

Avevo pensato io stesso di scrivere un sequel di “L’Ombra Calata dal Tempo,” usando la frase provocatoria “ciò che era implicito nelle parole delle entità post-umane riguardo il fato dell’umanità produceva in me un effetto che non spiegherò qui” come punto di inizio.
Che cosa avrebbe potuto imparare il narratore sul “destino dell'umanità”? A Lovecraft piaceva accennare all'annientamento ultimo della specie umana e immagino che avrebbe potuto scrivere una storia spettacolare su questa premessa.

È possibile che prima o poi emerga un racconto inedito di Lovecraft?

Probabilmente non esistono storie inedite di Lovecraft, la sua corrispondenza rende abbastanza chiaro che conosciamo ogni racconto che ha scritto ed è stato pubblicato o può essere ritrovata tra i manoscritti che sono sopravvissuti. L'unica storia non pubblicata che può esistere è l’antica “Life and Death,” scritta tra il 1919 o il 1920 e forse fu pubblicata anche in un giornale amatoriale di quel tempo. Numerosi studiosi come R. H. Barlow e George T. Wetzel, affermano di averla vista, ma i loro racconti sono ambigui e questo racconto potrebbe perfino non esistere—o Barlow e Wetzel potrebbero averla confusa con qualcuno dei suoi testi conosciuti.


Prima di salutarti vorrei chiederti che cosa ha cambiato H. P. Lovecraft nella tua vita.


Questa è una domanda difficile a cui rispondere. La mia vita sarebbe stata totalmente diversa se non avessi incontrato Lovecraft. La mia decisione di andare alla Brown University a Providence, R.I., la presi principalmente per il mio interesse verso Lovecraft. Ho fatto molte ricerche nei sei anni trascorsi lì (1976-1982), ed ho scoperto molte cose; il mio principale obiettivo di studio erano, in effetti, le lingue antiche (latino e greco) e impararle ha influenzato in modo permanente la mia visione della vita. Molte delle credenze di Lovecraft sono per me solide e irresistibili (ateismo; devozione al passato; integrità estetica [vale a dire, l'atto di scrivere per sé stessi piuttosto che per guadagno monetario]; ecc.). Certo, non apprezzo il suo razzismo, ma sono soddisfatto che le sue convinzioni politiche si siano spostate dal conservatorismo al socialismo moderato negli anni '30. 
Continuo a considerare Lovecraft il mio mentore. 
Vorrei tanto averlo potuto incontrare!

sabato 14 dicembre 2019

IL TRAVELOGUE DI H.P. LOVECRAFT





IL TRAVELOGUE DI H. P. LOVECRAFT





Ecco la copertina del diario di viaggio di un uomo stanco della vita. Stanco e deluso dal comportamento dei suoi simili che, nel corso degli anni, lo ha indotto a isolarsi sempre più dal caos, dell’ipocrisia e dalla falsità degli esseri umani. Il narratore, che rifiuta il mondo e la civiltà moderna, ormai trascorre il suo tempo a leggere e a documentare la sua grande passione: l’opera dello scrittore americano H.P. Lovecraft, di cui conosce vita, morte e miracoli. Proprio questa passione però a un certo punto lo spinge a rimettersi a lavorare per racimolare i soldi per un viaggio nel New England sulle orme di Lovecraft. 
Il diario di viaggio che ne nasce  è particolareggiato ed esauriente. Il narratore vi annota con cura tutti i luoghi che visita, tutti i luoghi Lovecraftiani ma, questo il lettore lo scoprirà pian piano, il suo viaggio oltreoceano non è dovuto solo a una venerazione per lo scrittore di Providence, ma è una sorta di esperimento. Un esperimento onirico, che avrà conseguenze inimmaginabili. 








Questo l'incipit de il romanzo Il Travelogue di H.P. Lovecraft

lunedì 9 dicembre 2019

LA COMETA DI HALLEY & H.P. LOVECRAFT



Il Giornale Astronomico di H.P. Lovecraft, recentemente reso pubblico dalla Falvey Library, dimostra che il Sognatore di Providence aveva visto la cometa di Halley?





Ancora una volta scopriamo che Howard Phillips Lovecraft non era un semplice scrittore, lo prova la Falvey Library e la Facoltà di astronomia di Villanova che hanno collaborato per dimostrare che il famoso scrittore horror del New England vide la cometa di Halley e ne riportò l’avvenimento nella sua rivista astronomica amatoriale, unica nel suo genere, ora disponibile al pubblico. Il titolo originario è “Astronomical observations / made by H.P. Lovecraft, 598, Angell St, Providence, R.I. U.S.A. years 1909-1915.”

Stiamo parlando di un libello di 18 centimetri con testi e disegni di Lovecraft che appaiono su 9 delle 87 pagine numerate, più cinque pagine con brevissimi appunti e tre pagine aggiuntive di obiettivi, riferamenti e annotazioni e specifiche di strumentazioni. Il tutto fu compilato da Lovecraft tra i diciotto e i venticinque anni e questo taccuino di appunti riflette con dovizia di particolari la sua attrazione per l’Astronomia. Include il ritaglio di un annuncio pubblicitario ove HPL sollecita i membri della Providence Astronomical Society. Fu stampato per la prima volta nel the Lovecraft Collector, ottobre 1949, n. 3 ove c’è anche una trascrizione parziale del Dr. David H. Keller ex proprietario.


“Questo manoscritto—fino ad oggi—è stato considerato il Santo Graal dagli studiosi di Lovecraft alla stregua di un suo romanzo inedito. Il motivo di tanto clamore è che i ricercatori erano ansiosi e decisi a mostrare le connessioni tra produzione letteraria di Lovecraft e le sue avventure nella scienza e nel giornalismo amatoriale. La Villanova University, tramite Michael Foight, direttore della Distinctive Collections e Digital Engagement, ha deciso di indire anche una borsa di studio e ha deciso di condividere questa rara risorsa per mezzo di scansioni digitali ad alta risoluzione.





All’università il professor Frank Maloney ha perfino creato un software per riprodurre il cielo della notte nel quale Lovecraft ha affermato di aver avvistato la cometa di Halley. E, incredibilmente è emerso che proprio come ha affermato Lovecraft su questo taccuino con tanto di disegno, la cometa di Halley era visibile il 26 maggio 1910 alle 9 di sera proprio nella direzione indicata dallo scrittore.



Joshi ritiene che Lovecraft vide la cometa di Halley nel 1910 ma non al famoso Ladd Observatory, lo fa sulla scorta di una lettera del 1918 in cui Lovecraft affermò: “Non frequento più il Ladd Observatory o altre attrazioni della Brown University. Un tempo pensavo di poterle utilizzare come uno studente dei corsi, e che forse un giorno ne avrei diretta una come professore universitario. Ma dopo averli conosciuti con questo atteggiamento ‘interno’ oggi non sono disposto a visitarli come un semplice estraneo, un barbaro o un alieno non universitario.” Come scrive a Rehinart Kleiner il 4 dicembre del 1918 (SL1.78). S. T. Joshi afferma nella sua biografia I Am Providence, che questa alienazione probabilmente nacque nel 1908 e che quindi, visto che la cometa di Halley passò nel 1910 è possibile che Lovecraft già non frequentasse più l’osservatorio e che avesse visto la cometa con il suo telescopio. Telescopio che oggi è in mano agli eredi di Auguste Derleth.


Il 23 luglio del 1936 Lovecraft scrive a Robert H. Barlow ancora riguardo le comete, dimostrando così, come la sua passione per l’astronomia, a meno di un anno dalla morte, fosse ancora vivissima. 

“La scorsa notte ho avuto un’interessante visita della cometa Peltier attraverso il telescopio del Ladd Observatory alla Brown University, un miglio a nord di qui. Ero solito perseguitare questo osservatorio 30 anni fa—il direttore e i suoi due assistenti (tutti morti adesso—tranne un’assistente ora alla Wesleyan Univ. in Middletown, Conn.) sono stati estremamente tolleranti con un pomposo giovane appassionato con grandiose ambizioni economiche!”


Ma allora perché Joshi afferma che Lovecraft non ha più frequentato l’osservatorio di Providence? Solo sulla scorta della lettera a Kleiner? Qui la lettera a Barlow dimostra come continuasse a frequentarlo a distanza di decenni, è possibile invero che ci sia stato un momento di rifiuto, forse durante l’apparizione della cometa di Halley, ma non vi è certezza dei tempi.

“L’oggetto celeste mostrava un piccolo disco con una coda confusa, simile a un ventaglio. Avrei potuto vederlo attraverso il mio piccolo telescopio se il cielo del nord non fosse stato oscurato dai vicini del n. 66. La prima cometa che io abbia mai osservato è stata quella di Borelli - nell'agosto del 1903. Vidi quella di Halley nel 1910 - ma mancai quella luminosa poco prima in quell'anno essendo costretto a letto con un infernale caso di morbillo!” Lovecraft si riferisce alla The Great Daylight Comet del 1910 che era luminosa quanto Venere ed aveva una lunghissima coda. Dalle biografie sappiamo che Lovecraft ebbe il morbillo dal 15 gennaio 1910 e che rimase ammalato almeno fino al 31 gennaio 1910.”

La domanda a questo punto è: quando Lovecraft ha comprato il suo telescopio in grado di vedere le comete? È difficile immaginarlo a letto con il morbillo con un telescopio a disposizione puntato sulla finestra senza alcun desiderio di alzarsi e controllare il cielo per vedere la cometa più brillante di sempre, no? Quindi vista la sua passione per l’astronomia, se avesse avuto un telescopio a disposizione si sarebbe certamente alzato, febbricitante e per pochi minuti per osservarla al suo telescopio, dalla sua camera da letto. Eppure nella lettera a Robert H. Barlow Lovecraft afferma non averla vista perché a casa con il morbillo, pertanto una spiegazione logica è che Howard non avesse un suo telescopio a disposizione e non potesse uscire di casa per recarsi al Ladd Observatory per vedere la cometa. Tutto questo implica che qualche mese dopo, in salute, si sia recato all’osservatorio di Providence per vedere la cometa di Halley! 


Le opere di Howard Phillips Lovecraft sono state fortemente influenzate dall'astronomia e dalla mitologia, e non è detto che altri collegamenti possano venir fuori da questo diario che il Nostro tenne per circa sette anni, dai diciotto ai venticinque anni.


Attualmente, S.T. Joshi, uno dei principali biografi di Lovecraft, sta recensendo il diario appena digitalizzato. Ma sono molti gli studiosi di tutto il mondo che lo stanno studiando attentamente alla ricerca di nuove possibili rivelazioni sull’opera di Lovecraft.

sabato 23 novembre 2019

LA TOMBA DI H.P. LOVECRAFT


Molte delle storie di Lovecraft si svolgono a Providence, o nei suoi dintorni e incorporano luoghi reali che possono ancora essere visitati al giorno d'oggi. In particolare, il racconto “La Casa Evitata” e il romanzo “Il Caso di Charles Dexter Ward” si basano sulla storia e sullo scenario di Providence per promuovere la loro azione, ma in nessuno di questi  non viene citato lo Swan Point Cemetery.
A noi però interessa non solo perché è il più famoso cimitero di Providence fondato nel 1846, prima i defunti si seppellivano nei giardini delle case—da cui anche il famoso racconto “La Casa Evitata”—ma perché qui che si trova la tomba di H. P. Lovecraft. Siamo su Blackstone Boulevard, e il sito è molto vittoriano, più un parco che un camposanto, con panchine e prati.
Ma se è facile raggiungerlo, in auto o con i mezzi pubblici, non è affatto semplice trovare la tomba di Lovecraft. E noi ci siamo fatti aiutare da questa splendida mappa disegnata dal proprietario del rinomato negozio Lovecraft Art & Science che si trova all’Arcadia.







Seguendola non è difficilissimo riuscire a trovare la lapide di Howard Phillips Lovecraft, ma non è comunque semplice districarsi in questo enorme luogo.


C’è chi afferma che Lovecraft infesti la zona, il 15 marzo di ogni anno i suoi fan si recano a tributare la sua grandezza e sperano di percepirne la presenza. Sono state riportate apparizioni dello stesso Lovecraft. Si ritiene che frequenti sempre il suo tributo e in qualche modo dia un segno della sua presenza. Ad esempio, un anno uno scoppiettio improvviso durante la cerimonia è stato preso come un segno della sua presenza. Un altro anno, si è verificata una breve nevicata, anche se non è difficile immaginare una Providence sotto la neve il 15 marzo!



La lapide che si vede oggi è lì solo dal 1977 quando un gruppo di appassionati l’acquistò e la fece posizionare in sua memoria. Pare incredibile, ma Howrd Phillips Lovecraft fino a quel momento non aveva un suo ‘segno’ nel cimitero essendo citato solo sul monumento di famiglia dei Phillips. Così la lapide, un blocco di granito senza pretese, fu incisa con il nome di Lovecraft, le date della sua nascita e morte e la caratteristica frase "I AM PROVIDENCE", come da una riga di una delle sue lettere personali. 
Ogni giorno gli addetti del cimitero trovano sempre decine di nuovi oggetti portati in pellegrinaggio che, a mio avviso non dovrebbero essere solo rimossi, ma dovrebbero entrare a far parte di una raccolta straordinaria di testimonianze d'affetto!






La lapide di Lovecraft:
HOWARD PHILLIPS
LOVECRAFT
AUGUST 20, 1890,
MARCH 15, 1937.
'I AM PROVIDENCE

Un riposo disturbato
Anche se si trova nelle vicinanze, il corpo di Lovecraft non è effettivamente sotto la sua lapide, cosa che era evidentemente sconosciuta alla persona o alle persone che, nella notte del 13 ottobre 1997, apparentemente cercarono di riesumarlo.
Il tentativo di furto del corpo di H. P. Lovecraft è stato scoperto la mattina del 14 ottobre da una guardia di sicurezza dello Swan Point. Era profondo circa un metro e poi in qualche modo era stato improvvisamente interrotto.
Gli scavatori si sono semplicemente arresi o erano stati spaventati?
A parte il buco stesso, l'unica prova che hanno lasciato alle spalle fu un'unica impronta.

Una volta stabilito che nessuna bara o cripta era stata violata, la polizia ha permesso agli inservienti di riempire la buca. Ad oggi nessuno sa, per ragioni di sicurezza, dove si trovi precisamente sepolto il corpo di Howard Phillips Lovecraft.





La lapide della famiglia Phillips:
WINFIELD S. LOVECRAFT
1853 - 1898

HIS WIFE
SARAH S. PHILLIPS
1857 - 1921

THEIR SON
HOWARD P. LOVECRAFT
1890 – 1937


Per andare a omaggiare il Sognatore di Providence, l’ingresso al cimitero di Swan Point è gratuito e ci si impiega, se non ci si perde, una quindicina di minuti per arrivarvi a piedi dall’ingresso principale. La zona di vostro interesse è quella del Lot 5, Group 281, Swan Point Cemetery, 585 Blackstone Boulevard, Providence (401) 272-1314. Coordinate googlemaps o gps: 41° 51.244N, 71°22.864W


sabato 16 novembre 2019

Strano Monumento: un Antico Culto?


Venerdì 23 agosto del 2013 i dipendenti del Paseo Grill nel bizzarro distretto di Paseo di Oklahoma City, sono stati accolti da uno spettacolo misterioso: un pilastro di cemento, che assomiglia a una piramide stretta, senza cima, con su un’usurata placca metallica che riportava un inquietante messaggio:
“Nel Anno di Nostro Signore 2012 Creer Pipi ha reclamato questa terra per Azathoth.”

Avvicinandosi allo sconcertante pilastro si rimane ancor oggi colpiti dal silenzio inquietante che sovrasta la zona e seppur questo quartiere artistico di Oklahoma City, abbia ben accolto il monumento di cemento, approssimativamente modellato, del peso di circa 200 chili, a distanza di anni i residenti sono ancora perplessi.






Quanto vedete in foto è apparso misteriosamente sul prato del Paseo Grill.

Ciò che rende più strano questo artefatto, oltre alla sua comparsa improvvisa, è la placca apposta sul monolito, che come detto recita:

“Nel Anno di Nostro Signore 2012 Creer Pipi ha reclamato questa terra per Azathoth.”

Azathoth?

Il dio idiota e cieco che dorme sognando al centro dell’universo inventato (?) da  H. P. Lovecraft?


Le origini di questo monolito sono una leggenda locale. Come accennato sembra sia apparso un venerdì mattina nell'agosto del 2013 e da quel momento ad Oklahoma city non si è parlato d’altro.

Chi è Creer Pipi?
Chi è Azathoth?
È perché questo monolito è stato messo qui?

Alcune risposte sono arrivate più rapidamente di altre.

Azathoth sembra essere proprio quel dio dei racconti di Lovecraft che è talvolta visto come il dio del caos. La prima menzione del Sognatore di Providence appare nel 1919 quando scriveva su una lettera semplicemente “AZATHOTH - Nome orribile.”

Risalire a chi fosse questo ‘Creer Pipi’ è stato un po’ più complicato, ma non troppo. È stata la gente del quartiere a realizzare che il nome era l’anagramma di Eric Piper, un artista locale che in seguito si prese il merito di aver ideato la stele e, sebbene negli anni il monumento sia stato spostato e sostituito da altre opere d'arte, alla fine è tornato al suo posto nel prato a forma di triangolo davanti alla bisteccheria. Oggi è ancora lì.

Come gran parte del mito lovecraftiano, Azathoth è sempre e solo accennato nelle sue storie, una lo scrittore lo descrive come il “dio cieco idiota Azathoth, Signore di tutte le cose, circondato dalla sua orda cadente di ballerini insensati e amorfi” ma i residenti sembrano perplessi di vedere omaggiato l'orrore cosmico e in fondo non vorrebbero che fosse lì. Insomma non fa piacere a nessuno che “il Dio Cieco e Idiota”, “Il Caos finale” e il “Demone Sultano” possa essere così a un tiro di schioppo, no?

Secondo lo studioso dei Miti di Cthulhu Robert M. Price Azathoth è un nome composto da due termini biblici: Anathoth (la città di Geremia) e Azazel (un demone del deserto a cui si sacrificavano capre e ovini—citato da Lovecraft in “L’Orrore di Dunwich”.
Price indica anche il termine alchemico ‘Azoth’, che è stato utilizzato nel titolo di un libro di Arthur Edward Waite (apparentemente e fondatore della Golden Dawn),  come modello per il mago Ephraim Waite nel racconto di Lovecraft “La Cosa sulla Soglia”.


Ma la prima storia di Lovecraft a citare Azathoth è stata “La Ricerca Onirica della Sconosciuta Kadath” pubblicato solo dopo la morte del Sognatore di Providence ma scritto tra dicembre e gennaio del 1927:
         “Al di fuori dell’universo ordinato, in una dimensione preclusa perfino ai sogni; c’è un’amorfa abiezione, un nucleo condensato di caos abissale che gorgoglia blasfemità al centro dell'infinito: Azathoth, il demone-sultano il cui nome nessuna bocca osa pronunciare, colui che non conosce limiti, l'affamato che mastica in continuazione dentro inconcepibili oscure caverne oltre il tempo e lo spazio, ninnato dal battito ossessivo di empi tamburi e dal monotono pigolare di flauti maledetti.”

Che qualcuno abbia voluto tenerselo buono?

giovedì 7 novembre 2019

HARRY POTTER O HOWARD PHILLIPS?





Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Harry Potter. Ok nessuno. Alzi la mano chi ha letto almeno alcuni dei libri o visto uno dei film. Ok, qualcuno c’è. Il mondo magico creato da J. K. Rowling ha attratto molti bambini (e adulti) in tutto il mondo con le pagine dei suoi romanzi - un'impresa che pochi avrebbero previsto dopo i vari rifiuti che i suoi dattiloscritti incontravano, ma poi a un certo punto tutto è cambiato! Ma ha fatto tutto da sola? La Rowling suggerì che Harry Potter entrò nella sua mente completamente formato mentre viaggiava sui treni e così sfornò sette libri da cui furono tratti otto film che in seguito la resero milionaria. Ma il maghetto Harry Potter è entrato nella sua mente così di punto in bianco? Non ne abbiamo certezza alcuna, dobbiamo fidarci ma non possiamo esimerci da notare alcune curiose coincidenze con un testo poco noto di H.P. Lovecraft che da il titolo a una raccolta di racconti intitolata “La Stanza Sbarrata” (The Shuttered Room) pubblicato postumo nel 1959 dalla Arkham House in cui aleggiano una serie di similitudini con le storie della Rowling.

A prima vista le opere dello scrittore del New England H.P. Lovecraft e i romanzi di H.P. della scrittrice inglese J. K. Rowling non hanno nulla in comune. Però leggendoli attentamente emergono alcune curiose coincidenze anche se la Rowling non ha mai menzionato H.P. Lovecraft tra le sue influenze. Prendiamo il racconto “La Conca delle Streghe” (Witches' Hollow) scritto da Lovecraft e Derleth, in cui il personaggio principale, un maestro, si trasferisce da una zona rurale del Massachusetts e incontra uno studente promettente—quasi un piccolo genio—che rifiuta di studiare, dicendo che è la volontà di suo padre a cui obbedisce senza fare domande. Ah! Il giovane in questione si chiama Andrew Potter. Il giovane mister Potter è un po' un enigma: si iscrive alla quinta elementare, ma per capacità potrebbe facilmente passare direttamente alla seconda o terza media.
L'insegnante chiede in giro per la città della strana famiglia del ragazzo e dopo vari dinieghi il proprietario di un negozio, con uno sguardo enigmatico gli chiede: “Non hai mai sentito parlare del vecchio mago Potter?”
Si tratta solo di una coincidenza, o anche a voi è venuto in mente che Andrew Potter possa essere il prototipo di Harry Potter?

Nel racconto originario la soluzione sembra essere nel contato con una “pietra” appesa al collo del ragazzo che deve essere tolta per annullare l’incantesimo che suo padre ha lanciato su di lui. “Queste pietre… portano i sigilli... degli dei antichi” si dice nella storia. Dopo le domande dell'insegnante sulle pietre, che considera solo “superstizioni”, la risposta che ottiene è: “Se la pietra non ha senso, non ha potere. Se non ha potere, non può influenzare il giovane Potter.”
Non sappiamo se l’autrice del maghetto più famoso del mondo ha letto “Witche’s Hollow” certo è che il primo libro della Rowling si intitola “Harry Potter e la pietra filosofale!”
Nella stessa raccolta di storie di H.P. Lovecraft c’è un altro racconto scritto sempre in collaborazione tra Lovecraft e Derleth, “L’ombra nell’attico” (The Shadow in the Attic) dove un certo Adam Duncan eredita dal suo eccentrico zio una casa con un tetto spiovente; lo zio è un uomo molto temuto. “Chi potrebbe emettere più di un timoroso sussurro sui poteri oscuri sotto il comando di Uriah Garrison?” si afferma nella storia riferndosi al vecchio zio deceduto, frase questa in cui Uriah Garrison potrebbe essere tranquillamente sostituito da Lord Valdemort. In ogni modo nel racconto un vicino di casa vede la bara e dubita che contenga il corpo di Garrison. Suo nipote Duncan Ashe, pardon Adam Duncan, nel frattempo, si ritira nella biblioteca dello zio, piena di libri antichi e moderni sulla stregoneria. E in questi libri scopre le annotazioni fatte dal suo misterioso avo, che gli fanno scoprire che suo zio aveva un forte interesse nei succubi e nel cercare di mantenere l'essenza vitale da un'esistenza all'altra. Questa essenza, anima o forza vitale sembra molto simile all’horocrux di Harry Potter: l’essenza di Lord Valdemort collocata in vari oggetti protetti magicamente per poterla recuperare dopo la sua morte. Ed ecco che così Adam Duncan—scusate Duncan Ashe è un personaggio della saga di Harry Potter—deduce che probabilmente suo zio stava cercando di prendere il controllo di un nuovo corpo espellendo la forza della vita all'interno e sostituendola con la propria essenza. Insomma un po’ come Lord Voldermort…
Ma continuiamo con il racconto “L'orrore nella campata centrale” (The Horror from the Middle Span), in cui Derleth elabora un’idea di Lovecraft. Siamo nel 1948 e un pronipote si reca in Massachusetts per reclamare la casa e la proprietà abbandonate di suo zio Septimus Bishop, scoparso 19 anni prima—Septimus come Septimus Weasley della Rowling.  Nel corso dei suoi sforzi per trovare la casa, il protagonista incontra cittadini piuttosto scontrosi: il suo avo non era molto amato anzi era molto temuto dai locali.
Soprattutto un certo Tobias Weasley, pardon Whateley, che gli racconta che Septimius è stato assassinato dai vicini.
Nella ricerca della casa il protagonista trova alcune lettere e una di queste lo attira particolarmente. Ed è interessante per noi soffermarci sul nome di chi ha scritto la lettera in questione.
La lettera misteriosa che attira l’attenzione del pronipote si conclude con: “Saluti nel nome di quello che non deve essere nominato.” (in inglese, Who is Not To Be Named).
Anche qui ritorna in mente uno dei punti di forza della Rowling in quanto solo Harry Potter chiama Lord Valdemort per nome. Tutti gli altri ne hanno paura e non osano pronunciare il suo nome  “colui che non deve essere nominato”  (in inglese, He Who Shall Not Be Named).
Insomma la Rowling ha tratto ispirazione dalle opere di H.P. Lovecraft?
Harry Potter sta per H. P. Lovecraft?
Queste qui elencate sono probabilmente tutte coincidenze, personalmente ho una conoscenza limitata dei testi della scrittrice inglese, forse esistono prove ben più evidenti, forse no, ma mai dire mai…

La sensazione che ho però è che la Rowling non è entrata in Diagon Alley da sola ma seguendo le orme di H.P. Lovecraft.



giovedì 31 ottobre 2019

HALLOWEEN & LOVECRAFT



“Hallowe’en in a Suburb.”

Poema di 35 rime in 7 stanze; scritto probabilmente all’inzio del 1926. Pubblicato per la prima volta in National Amateur (nel marzo del 1926) con il titolo “In a Suburb”; ripubblicato poi ne The Phantagraph (nel giugno del 1937); e in Weird Tales (settembre del 1952) ed è un’evocazione delle meraviglie ed il terrore provocato da Halloween.



 “Halloween in a Suburb”

Nel livido chiarore lunare bianchi svettano i campanili,
gli alberi si ricoprono d’argento e sui comignoli volano i vampiri.
Le arpie del cielo profondo batton le ali, ridono e scrutano.
Sul morto villaggio sotto la luna mai ha brillato il sole al tramonto

Emerso dal buio di ere perdute là dove,
da golfi scorrono correnti folli verso abissi di sogno.
Un vento gelido striscia fra i covoni sui campi che brillano pallidi
e s’aggroviglia attorno alle lapidi splendenti dove i ghoul saziano la loro fame.

Neppure il soffio degli strani Dèi grigi del mutamento
giunti dal passato a reclamare ciò che gli appartenne
può far passare più in fretta il tempo: un potere spettrale tutto avvolge,
diffonde il sonno dal suo trono cosmico e libera l’ignoto senza fine.

Si stiracchiano di nuovo la valle e la pianura
che videro lune dimenticate ormai da tempo,
ebbri danzano i mostri sotto i pallidi raggi,
sorgendo dalle bocche nere delle tombe
 per scuotere il mondo col terrore.

Le cose che il mattino aspro rivela: l’orrore e la peste
Come filari desolati irti di sassi
si aggiungeranno un giorno a tutto il resto
tramando con le ombre maledette.

Che si levi dal buio l’ululato dei lemuri,
che le guglie lebbrose ascendano al cielo…:
chè l’antico e il nuovo insieme son avvolti
e di orrore e morte dipinti.
I Segugi del Tempo sono pronti a dilaniare.










Sono rimerse qualche tempo fa le pagine del dattiloscritto di H.P. Lovecraft del poema "Hallowe'en In a Suburb" dapprima provenienti dalla collezione di Robert Barlow, e poi finiti in quella di August Derleth. Forse proprio le copie di Lovecraft datate 1925.



RIGUARDO HALLOWEEN
In “Il Segugio” leggiamo, “il 29 ottobre abbiamo trovato nel terreno sotto la finestra della biblioteca una serie di orme impossibili da descrivere."


Lovecraft scrisse davvero molte storie horror ma forse il 31 ottobre del 1922 diede una perla, e la luna non era piena ma gibbosa. Nel 1929 Frank Belknap Long scrisse il suo racconto “L’orrore dalle Colline” basato sul famoso sogno Romano di Lovecraft che ebbe proprio la notte di Halloween, ed Halloween viene perfino citato nella lunghissima lettera di Lovecraft come giorno importante per quanto accadeva nel suo sogno.

Insomma siamo ad Halloween e Lovecraft ben sapeva che alcuni riti magici si attuano in questa notte perché hanno maggiori possibilità di riuscita. Lo scrive in “L’Orrore di Dunwich” in cui descrive il vecchio mago Whateley e Wilbur Whateley celebrare i loro riti di evocazione per Yog-Sothoth sulla cima di Sentinel Hill nella notte di Halloween.