mercoledì 9 febbraio 2022

 

FIONA MACLEOD

ROBERT HOWARD & H. P. LOVECRAFT


“Gaoth gun direadh ort! Ay, ay, Anndra-mhic-Adam, Dia ad aghaidh ’s ad aodann … agus bas dunach ort! Dhonas ’s dholas ort, agus leat-sa!”

 

Questa frase in gaelico, scritta nel 1895, ebbe la potenza di far conoscere Robert Howard e H.P. Lovecraft ben trentacinque anni dopo.

La frase di Fiona Macleod, al secolo William Sharp, inserita nella raccolta di racconti weird The Sin-Eater and Other Tales and Episodes (1895)

Galeotta fu la mano di Frank Belknap Long che nel 1923 regalò una copia della raccolta The Best Psychic Stories a H. P. Lovecraft. Lovecraft la lesse, lesse il racconto “Il Mangiapeccati” di Fiona Macleod e ne fu irrimediabilmente incantato. L’otto novembre del 1923 infatti scrive in risposta al suo amico Frank Belknap Long spiegandogli uno stralcio del suo racconto appena scritto: “I Ratti nei Muri”[1]:

Quella lingua incomprensibile che seguì immediatamente il latino atavico non era pitecantropoide. Il primo vero grido di scimmia fu “ungl”. Quello che è il gergo intermedio è buon celtico: un po' di fraseologia velenosamente insultante che un certo ragazzino [si riferisce a FBL] conosce sicuramente; perché tuo nonno [si riferisce a se stesso], invece di consultare un professore per ottenere una frase celtica, ne ha trovato una pronta all’uso e così azzeccata che la prese di peso da “The Sin-Eater”, di Fiona McLeod, nel volume di Best Psychic Stories che Sonny [si tratta di FBL] stesso gli ha generosamente inviato! Pensavo che l'avresti notata subito, ma la gioventù la memoria affollata. Ad ogni modo, l'unica obiezione alla frase è che è gaelico invece di cimrico come richiederebbe la località del sud dell'Inghilterra. Ma come, con l'antropologia, i dettagli non contano. Nessuno noterà mai a notare la differenza.

 


Ma Lovecraft si sbagliava.

Qualcuno notò la differenza e l’errore. L’errore della citazione è che in “I Ratti nei Muri” di Lovecraft si scrisse la parola celtica aodaun invece di aodann, un errore che si ripeté anche nella ristampa successiva di Weird Tales. Qualcuno notò l’errore quindi, non subito, non nell’edizione del marzo del 1924 di Weird Tales ma in quella del giugno di sei anni dopo, quando fu ristampata nel 1930. Allora fu letta e notata dall’appassionato gaelico-celtico-irlandese Robert E. Howard del Texas. E da quel momento i due grandi scrittori di Weird Tales cominciarono uno scambio epistolare che durerà sei anni e che terminerà solo con la morte di Robert Howard.

E lo stesso Lovecraft ha testimoniare il passaggio che diede il via alla loro amicizia raccontandolo a C. L. Moore in una lettera del 2 luglio del 1935 spiegando dove avesse preso quella frase gaelica in “Ratti nei Muri”[2]:

 

…ho inserito una frase di Celtico (del quale non capisco una singola parola) presa da un altro racconto, “The Sin-Eater”, di “Fiona McLeod” (William Sharp). Questa frase ha dato casualmente il via a tutta la corrispondenza con Robert E. Howard. Era—dato che l’ho presa da un racconto scozzese—un esempio di gaelico, mentre naturalmente il linguaggio celtico della Britannia meridionale era Cimrico. R. E. H.—come esperto di antichità Celtiche—ha notato subito la discrepanza & ha pensato che io avessi adottato la tesi minoritaria che vuole che un’onda gaelica avesse preceduto l’arrivo dei Cimri in Britannia. Così lui ha scritto a Wright in riguardo, & Wright mi ha inoltrato la sua lettera—riguardo la quale mi sono sentito in dovere di scrivere una risposta al possente Conan in cui denunciavo la mia ignoranza confessando anche il mio prestito inetto.

 

Lovecraft circa un anno dopo, il 5 luglio del 1936, scrisse a E. Hoffmann Price[3]:

Per quanto lo ammirassi, non ebbi alcuna corrispondenza con lui fino al 1930—in quanto non sono mai stato un tipo che si intromette. In quell'anno lui lesse la ristampa del mio “I Ratti nei Muri” e notò immediatamente un paio di errori della frase celtica presa in prestito (per rendere un’esclamazione atavica) da una nota di un vecchio classico—The Sin-Eater, di Fiona Macleod (William Sharp). Non ha individuato l’origine della frase, ma il suo occhio attento alle antichità Celtiche gli fece notare che c’era qualcosa che non andava—essendo una espressione Gaelica (non Cimrica) messa in bocca a un personaggio del Sud della Britannia. Io stesso non conosco una parola della lingua celtica e mai avrei pensato che qualcuno potesse notare l’incongruenza. Troppo gentile per sospettarmi di appropriazione indebita del testo, Robert giunse alla conclusione che io seguissi una ormai cassata teoria che voleva che i Gaelici avessero preceduto i Cimri in Inghilterra—e scrisse a Satrap Pharnabazus [Farnsworth Wright, direttore di Weird Tales] una lunga e erudita lettera sulla questione. Farny me l’ha passata—e io non potei dormire tranquillo finché non gli avessi risposto ammettendo chi fosse il vero autore. Così scrissi a REH confessando la mia ignoranza e rivelandogli che avevo preso quella frase da una nota di una storia scozzese pur essendo perfettamente consapevole del fatto che la lingua celtica della Gran Bretagna meridionale era in realtà alquanto diversa.

 


Insomma, dalle parole di Lovecraft, sembrerebbe che Robert Howard non conoscesse Fiona Macleod, ma molti dubbi rimangono, dubbi che lo stesso lettore potrà, se vorrà, sciogliere ne Il Mangiapeccati & Faring Town. Quello che qui ci interessa rimarcare è che senza Fiona Macleod i due paladini di Weird Tales non avrebbero mai incominciato a scriversi.  

Sfortunatamente alcune lettere di risposta di Lovecraft sono andate perdute ma nella raccolta A Means to Freedom ci si trova subito proiettati nello scambio di idee tra i due tra riguardo la storia celtica-britannica. Non esistono allo stato lettere in cui Howard e Lovecraft discutono di William Sharp o di Fiona Macleod. Presumibilmente ciò è avvenuto proprio nelle prime due lettere che mancano nella raccolta e che sembrano andate perdute per sempre. La prima volta che Lovecraft afferma, per iscritto, che Sharp e Macleod sono la stessa persona è nel 1929 quando il 15 aprile scrive a Elizabeth Toldridge[4]:

Le poesie di William Sharp (che inoltre ha scritto alcuni splendidi racconti weird sotto lo pseudonimo di “Fiona MacLeod”) sono decisamente potenti a dispetto della loro semplicità. Ho personalmente seguito il prosciugamento del Lacus Nemorensis con grande interesse, anche se non con molte speranze che qualcosa di importante venisse scoperto sulle galee di Caligula.

 




Lovecraft si riferisce a “The Lake of Nemi” contenuto nel volume di poesie di Sharp intitolato Sospiri di Roma del 1891—che fu redatto da Sharp durante il viaggio in Italia in cui Fiona Macleod nacque nella mente di Sharp. Benito Mussolini aveva avviato un progetto per prosciugare il lago di Nemi (Lacus Nemorensis), che Sharp aveva visitato. Così, tra il 1923 e il 1929, Lovecraft scoprì che Fiona Macleod era William Sharp... e aveva letto abbastanza della narrativa di Macleod da elogiarla, anche se solo brevemente. È un peccato che Lovecraft non espanda l'argomento in modo approfondito nelle sue lettere né che menzioni Macleod o Sharp nel suo saggio “Supernatural Horror in Literature”.

 

Vediamo le differenze nei due testi originali cominciando chiaramente da quello più antico:

“But, Andrew Blair, I will say this: when you fair abroad, Droch caoidh ort! and when you go upon the water, Gaoth gun direadh ort! Ay, ay, Anndra-mhic-Adam, Dia ad aghaidh ’s ad aodann … agus bas dunach ort! Dhonas ’s dholas ort, agus leat-sa!”†

Questo il contenuto della nota:

Droch caoidh ort! “May a fatal accident happen to you” (lit. “bad moan on you”). Gaoth gun direadh ort! “May you drift to your drowning” (lit. “wind without direction on you”). Dia ad aghaidh, etc., “God against thee and in thy face … and may a death of woe be yours … Evil and sorrow to the and thine!”

—Fiona Macleod, “The Sin-Eater,” The Best Psychic Stories

 

 

Curse you, Thornton, I’ll teach you to faint at what my family do! … ’Sblood, thou stinkard, I’ll learn ye how to gust … wolde ye swynke me thilke wys? … Magna Mater! Magna Mater! … Atys … Dia ad aghaidh ’s ad aodaun … agus bas dunach ort! Dhonas ’s dholas ort, agus leat-sa! … Ungl … ungl … rrrlh … chchch ….

—H. P. Lovecraft, “I Ratti nei Muri”

 

Nel racconto di Lovecraft la maledizione di Delapore arriva sulle ali dell’inglese contemporaneo (“Curse you, Thornton”) poi retrocede all’Inglese in uso in epoca Elisabettiana (“Sblood, thou stinkard”) ancora indietro all’Inglese Arcaico (“wolde ye swynke” i.e. “would you belabor me like this?”) al Latino (“Magna Mater!”) al Gaelico (“Dia ad aghaidh”) e infine a un linguaggio preumano (“Ungl.”) Abbiamo visto che Lovecraft non conosceva il Gaelico Scozzese e copiando da “Il Mangiapeccati” ha copiato anche l’errore di pronuncia (“aodaun” for “aodann”) contenuto nel testo di Fiona stampato in The Best Psychic Stories.

 

Quindi possiamo affermare che l’amicizia tra H. P. Lovecraft e Robert E. Howard nacque grazie a una frase di Fiona Macleod contenuta nel racconto finora inedito in Italia “Il Mangiapeccati”. Una frase che Lovecraft prese in prestito e trascrisse nel suo racconto “I Ratti nei Muri”.

 

Quello che si può affermare senza tema di smentita è che fu Fiona Macleod, con questa frase—frase di cultura e tradizione magica celtica, e con “Il Mangiapeccati” a mettere in contatto H. P. Lovecraft e Robert Howard.

Chissà se Fiona Macleod aveva previsto tutto questo quando scrisse il suo magistrale racconto. Senza “Il Mangiapeccati” Robert Howard e H. P. Lovecraft non si sarebbero mai conosciuti.



[1] HPL Selected Letters 1.258

[2] H. P. Lovecraft a C. L. Moore, 2 luglio 1935, Letters to C. L. Moore

[3] H. P. Lovecraft ad E. Hoffmann Price, 5 luglio 1936, Letters to E. Hoffman Price and R.F. Searight

[4] H. P. Lovecraft a Elizabeth Toldridge, 15 Aprile 1929, Letters to Elizabeth Toldridge.