giovedì 14 marzo 2024

 15 Marzo 1937: Lovecraft e Giulio Cesare







Il 15 marzo del 1937, il mondo letterario perse uno dei suoi più potenti e influenti autori, un autore che fu capace di influenzare per generazioni la letteratura horror e weird: Howard Phillips Lovecraft. La sua morte, avvenuta proprio in questa data, non solo segnò la fine di una vita tutt’oggi generalmente poco nota in Italia nonostante gli sforzi di numerosi esperti tra cui S. T. Joshi, ma evoca anche delle sorprendenti similitudini con un altro evento storico di grande rilevanza: l'assassinio di Giulio Cesare, avvenuto proprio alle Idi di Marzo, un giorno considerato nel calendario romano come di grande importanza e intriso, da 87 anni, di un curioso legame con Lovecraft.


H.P. Lovecraft, noto soprattutto per i suoi racconti di orrore cosmico e la creazione di quelli che poi diventeranno I Miti di Cthulhu (nome che mai utilizzò, ma che oggi rappresenta il ciclo di quei racconti che i suoi epigoni, come accadde per il ciclo di Re Artù o dei romanzi cavallereschi, continuano a scrivere e rimpolpare) era un uomo estremamente curioso e attirato verso l’antichità (e Roma in particolare), costantemente affascinato dall'ignoto e dall'indicibile. La sua opera, sebbene inizialmente poco riconosciuta durante la sua vita, divenne poi fondamentale per il genere dell'horror e dell'occulto, influenzando generazioni di scrittori successivi da Robert Bloch a Stephen King, passando per Ramsey Campbell.
Ma perché associare la morte di Lovecraft alle Idi di Marzo? La connessione risiede nel profondo interesse che Lovecraft nutriva per l'antica Roma e per la figura di Giulio Cesare. Non è molto noto ma Lovecraft era un grande ammiratore della Roma antica, (presto un nuovo volume dei Miti di Arkham tratterà proprio questo aspetto) della sua storia e delle sue figure prominenti, in particolare di Giulio Cesare. Vedeva in Cesare un eroe tragico, ma anche un uomo capace di usare la logica contro le superstizioni, un essere umano che aveva fatto della sua razionalità e logica un mito.
Proprio come Giulio Cesare, Lovecraft era un visionario che si sentiva spesso incompreso dalla società del suo tempo. Viveva in una realtà letteraria alternativa, popolata da antichi déi e creature mostruose che sfidavano la comprensione umana. I racconti del Sognatore di Providence (perché solitario proprio non era, se non nel senso di diamante) intrisi di oscurità e mistero, riflettono la sua visione di un mondo come di un luogo dominato da forze incommensurabili e arcane.
D’altro canto le Idi di Marzo, il 15 marzo nel calendario romano, erano tradizionalmente considerate un giorno di cambiamento e svolta, in quanto segnavano l'inizio di molte attività agricole e religiose. E, curiosamente, oggi, nella Storia Romana, questa data è associata, principalmente, all'assassinio di Giulio Cesare, avvenuto nel 44 a.C. per mano di un gruppo di traditori guidati da Cassio e Bruto, nomi che riemergono qua e là nei racconti di Lovecraft o in storie che il Sognatore di Providence aveva generosamente regalato ai suoi amici aspiranti scrittori.
La morte di Giulio Cesare, il 15 marzo, ha segnato profondamente la storia di Roma e ha ispirato numerose opere letterarie e artistiche nel corso dei secoli.
Lovecraft commentò in proposito in una lettera al suo amico Robert E. Howard datata 25 ottobre 1930: “È strano, vero, come la storia di Giulio Cesare diventi sempre più interessante con il passare del tempo? Nessuno scrittore ha mai prodotto una vita più affascinante e romantica di quella di Cesare, né un intrigo più intricato e drammatico di quello della cospirazione del 44 a.C. Contro di lui.”
Anche la morte di Lovecraft, avvenuta il 15 marzo 1937, può essere vista come un momento di svolta nella storia della letteratura. Sebbene durante la sua vita Lovecraft non abbia raggiunto la fama e il riconoscimento che avrebbe avuto in seguito, la sua influenza e il suo impatto sul genere dell'horror e del weird sono diventati sempre più evidenti nel corso dei decenni. La sua morte ha segnato la fine di un'epoca, ma ha anche dato inizio a una nuova era in cui le sue opere, perfino le sue lettere che dovevano rimanere private, sarebbe stato rivalutato, celebrato e avrebbe germogliato dando vita a centinaia di testi, un po’ come accadde con Giulio Cesare.
Lovecraft non scrisse direttamente su Giulio Cesare nelle sue opere di fiction, il suo interesse per l'antica Roma e per i temi legati alla caduta dell'impero romano si riflette però nelle sue lettere, nei suoi racconti e in alcuni suoi saggi, come ad esempio in “The Decline of the West”, in cui affronta il tema del declino delle civiltà antiche.
Per concludere, perché le citazioni e i riferimenti ci porterebbero troppo lontano, sappiamo che Lovecraft nella sua giovinezza faceva sogni ricorrenti in cui era un tribuno legionario di nome Gaio Giulio Vero Massimino che combatteva al fianco di Giulio Cesare durante le guerre galliche.
Nel suo racconto “Ratti nei Muri” scrive: “Non abbiamo potuto trattenere l'emozione nel sapere che questa volta era stata costruita da mani romane. Ogni arco basso e ogni pilastro massiccio erano romani: non il romanico degradato dei pasticcioni sassoni, ma il classicismo severo e armonioso stile dell'età dei Cesari.”
Pertanto, il parallelo tra la morte di Lovecraft e l'assassinio di Giulio Cesare alle Idi di Marzo non è solo una curiosa coincidenza temporale (entrambi passarono a miglior vita il 15 marzo), ma riflette anche le profonde connessioni tra la vita e l'opera di Lovecraft e il mondo antico che tanto lo affascinava. Entrambi sono stati figure rivoluzionarie nei rispettivi campi, che hanno lasciato un'impronta indelebile sulla storia e sulla cultura. 
Ecco che quindi il 15 marzo è una data duplice e curiosa, la fine di una vita e l’inizio di un mito sia questo di Giulio Cesare o di H. P. Lovecraft.

martedì 16 gennaio 2024

 ARISTEAS E LOVECRAFT



Finalmente è uscito il Nono volume de I Miti di Arkham. Un volume che vedeva la gestazione da anni, da quando nell'ormai lontano 2017, il nucleo principale della insospettabile scoperta era perfino apparso sul prestigioso Lovecraft Annual diretto da S. T. Joshi.

Lovecraft e Aristeas cosa avevano in comune? Cosa c'è dietro un improbabile collegamento che supera oltre duemila anni di storia e l'intero Oceano Atlantico?
Qualcosa c'è ed è quello che questo saggio svela ai lettori italiani, come anni fa svelò ai lettori di tutto il mondo.

Ecco a voi gli insospettabili collegamenti tra H. P. Lovecraft e Aristeas, un misterioso poeta greco, che ispirò Omero, vissuto oltre duemila anni prima del Sognatore di Providence.



Indice:


Nota dell’autore
Lovecraft
Aristeas
Il Portale
L’Arimaspea e il Necronomicon
L’Arimaspea
Le Creature Bizzarre, i mostri
Gli uomini di Leng
Aristeas-Randolph Carter
Il ciclo di Randolph Carter
Il nocciolo della questione
Bibliografia essenziale

sabato 23 dicembre 2023

 CASSIUS



CASSIUS


Quello che avete tra le mani è l’ottavo numero della collana “I Miti di Arkham”.

Nella stessa serie Il Colore Venuto dallo Spazio; Tra le Mura di Eryx-Lovecraft & Sterling: Saggio con tutte le lettere di Lovecraft a K.J. Sterling; Il Mistero di H. P. Lovecraft & P. H. Lovering: documenti inediti; Il Necronomicon: Mito & Leggenda (con prefazione di S. T. Joshi), H. P. Lovecraft: Curiosità & Misteri; H. P. Lovecraft & W. Virginia J.: Il Sognatore di Providence e la Poetessa del Maine; Cthulhu & Psycho: H. P. Lovecraft & Robert Bloch (con tutte le lettere scritte da Lovecraft a R. Bloch).


Una collana scomoda, forse perché getta luce su aspetti del Sognatore di Providence che dovevano rimanere in ombra, forse perché pesta i piedi in un mondo editoriale ingessato, ma certamente una collana che rende giustizia alla verità.

Detto questo veniamo al tema di questa ottava uscita: “Cassius”.

In questo saggio il lettore leggerà il racconto poco noto “Cassius”, scritto da H. S. Whitehead su idea di H. P. Lovecraft, alcune interessanti e inedite lettere e la storia editoriale dello stesso racconto. Scoprirà qualcosa in più sul Reverendo scrittore delle Isole Vergini presso cui Lovecraft, ricordate l’uomo triste cupo e solitario che ci hanno insegnato falsamente a conoscere(?), soggiornò qui in Florida per quasi un mese.
Questo saggio è una sorta di dietro le quinte di “Cassius”, e il lettore entrerà in molti retroscena, quasi come se fosse su un set cinematografico, in una posizione privilegiata in prima fila, proprio davanti agli attori che recitano: una sorta di vero e proprio backstage.


INDICE
Nota dell’autore
Introduzione
Cassius
Analisi
I Gemelli
Giovanni Libbera
In Memoriam: Henry St Clair Whitehead (di H. P. Lovecraft)
Le Lettere di Whitehead?
Pregiudizio Editoriale Contro L’Occulto (di H. S. Whitehead)
Caneviniana
Le Lettere Sopravvissute
Cassius: aspetti sociali e geopolitici
Postfazione




domenica 23 luglio 2023

 

H. W. MUNN & H. P. LOVECRAFT 2

 

 

 

 

Stonehenge Americana


H. P. Lovecraft ha viaggiato molto con amici e colleghi scrittori, nonostante Houellebecq si sia divertito a dipingercelo come un solitario e misogino. Lovecraft non era nessuno dei due, tutt’altro ma purtroppo in Italia, da sempre sottomessa alle influenze d’oltralpe, si è dato molto credito a questa visione estremamente asociale di Lovecraft. Chi lo conosce bene, soprattutto grazie a Joshi che ha avuto il pregio con i suoi libri di sdoganare aspetti fino a quel momento ignorati al di fuori degli Stati Uniti, sa che Lovecraft era un esploratore, un amante del sole e del caldo e, provate a leggere Il Sognatore di Providence & La Poetessa del Maine, anche un tombeur de femmes! Un viaggiatore, voleva andare a l’Avana se non ne eravate a conoscenza troverete tutti i dettagli nelle lettere a Bloch tradotte per la prima volta in “H.P. Lovecraft & Robert Bloch", ennesimo volume de I Miti di Arkham. Esploratore dicevo proprio quando con Munn visitò la Stonehenge in America, Philip Shreffler in The H.P. Lovecraft Companion scrive:

È con Munn che Lovecraft si è recato al sito archeologico di Mystery Hill, nel New Hampshire, dove, secondo lo stesso Munn, Lovecraft ha vagato tra le rovine di pietra discutendo del suo pantheon di divinità senza tempo e di come l'ambientazione monolitica sarebbe stata adatta a loro.

Il sito archeologico costituito da una serie di grandi rocce e strutture in pietra sparse per circa 30 acri (12 ettari) all'interno della contea della città di Salem, nel New Hampshire.

L'analisi al radiocarbonio degli archeologi del carbone sul sito mostra che c'erano esseri umani che occupavano questa zona 4000 anni fa.

Nel 1982, David Stewart-Smith, direttore del restauro a Mystery Hill, ha condotto uno scavo di un megalite trovato in una cava di pietra a nord del sito principale, Lovecraft non poté mai saperlo ma aveva visto giusto ancora una volta.

Ad oggi alcuni ipotizzano anche che la struttura sia un accurato calendario astronomico che può essere utilizzato per prevedere gli eventi lunari e solari nel Nord America. Lovecraft ne fu attratto probabilmente leggendo nel 1907 History of Salem, N.H.:

 

Grotta di Jonathan Pattee. Aveva una casa in questi boschi 70 anni fa. Questo è un luogo selvaggio ma bellissimo, tra ruvidi massi e morbidi pini, su cui si potrebbe intessere il racconto più strano e fantastico. Ci sono diverse grotte ancora intatte, che il proprietario utilizzava a scopo di deposito.

 

Lovecraft, da appassionato dei siti megalitici del New England, visitò Mystery Hill tra il 1928 e forse per tutti gli anni ‘30. Questo sito megalitico viene comunemente indicato come ispirazione per la sua storia “The Dunwich Horror”.

Joshi nella sua Io Sono Providence scrive in merito: “Alcune parti del racconto sono effettivamente prese da quella regione, in particolare la Tana dell'orso, che Lovecraft descrive vividamente in una lettera a Lillian: C'è una profonda gola nella foresta lì; si avvicinò drammaticamente da un sentiero in salita che terminava in un masso spaccato, e contenente una magnifica cascata terrazzata sopra il letto di roccia a strapiombo. Al di sopra del ruscello impetuoso si ergono alti precipizi rocciosi incrostati di strani licheni e alveolari di affascinanti caverne. Di questi ultimi, molti si estendono fino al fianco della collina, anche se troppo angusti per ammettere un essere umano per più di pochi metri. […]E proprio come H. Warner Munn vi portò Lovecraft nel 1928, così circa cinquant'anni dopo vi condusse Donald R. Burleson… Il nome Sentinel Hill è preso da una Sentinel Elm Farm ad Athol. Lovecraft, in altre parole, ha mescolato impressioni topografiche provenienti da vari siti e le ha fuse in un unico luogo immaginario. Per coloro che sono interessati a seguire i dettagli superficiali dei "Miti di Cthulhu", "The Dunwich Horror" offre molti spunti di discussione.”

 


Una visita di Munn

Le lettere di Lovecraft indicano che doveva avere un diario aggiornato degli eventi poiché spesso aggiungeva commenti identici, o addirittura testuali, sulle sue attività quotidiane e sugli eventi importanti della sua vita. Considerando la vasta corrispondenza che ha condotto fin dai suoi primi giorni di scrittura di lettere, deve essere diventato un processo de facto per assicurarsi che coprisse tutti i dettagli pertinenti con i suoi colleghi e fan.

È anche interessante vedere la gerarchia delle sue rivelazioni. Ai fan occasionali, ha rilasciato dettagli molto limitati e ha usato un linguaggio formale. Con le persone che conosceva bene, divenne più intimo e spesso iniziò a chiamarle con soprannomi affettuosi, davvero un solitario e misogino!

 

Proviamo a fare qualche considerazione su questa visita di H. Warner Munn a Providence.

 

Il 31 luglio del 1928 Lovecraft scrive a Wandrei della visita di Munn:

 

Confido che Munn a quest'ora ti abbia cercato. È stato qui ieri, e abbiamo avuto una sessione molto piacevole: è andato alla libreria di Eddy e ha curiosato finché non ha trovato una vecchia storia di Camille Flammarion in alcuni Cosmopolitans del 1893.

Salutami Munn se lo vedi.

 

Ora se si confronta questo testo con quello della lettera scritta il 4 agosto di quello stesso anno a Derleth:

 

Lunedì ho ricevuto una telefonata dal giovane H. Warner Munn di Athol, il nostro collega collaboratore di Weird Tales. Stava attraversando Providence nel corso di un viaggio in auto e si è fermato per la maggior parte della giornata… Per inciso, quando Munn ed io eravamo nella libreria di Eddy lunedì, (questo Eddy è lo zio del C. M. Eddy, Jr che scrive per W.T.). Abbiamo incontrato il venerabile Joseph Lewis French, curatore dell'antologia “Ghosts, Grim and Gentle”. È un vecchio stravagante di 70 anni dalla voce pepata.

 

Si può notare che Lovecraft ormai era intimo con Wandrei, ma stava ancora spiegando il background a Derleth che invece conosceva meno.

 

Continuiamo con la lettera del 31 luglio del 1928 a Wandrei:

 

Nel tardo pomeriggio mi sono impegnato a guidare Munn nel suo viaggio verso New York, e ho viaggiato con lui fino a East Greenwich, tornando indietro con l'omnibus e il filobus.

 

Ora confrontandola con quella del 4 agosto 1928 a Derleth:

 

Nel tardo pomeriggio l'ho pilotato per circa 20 miglia della sua rotta verso New York, lasciandolo nel pittoresco villaggio di East Greenwich e tornando indietro in tram. … A New York cercherà Wandrei (che alloggia a soli 2 isolati dalla mia vecchia casa al 169 di Clinton St., scena di “The Horror at Red Hook”.)

 

Tutto ciò dimostra la cura che Lovecraft aveva nei confronti di ogni corrispondente per far sentire quel corrispondente intimo con lui nella misura consentita dal decoro e dalla familiarità in quel momento. Wandrei aveva familiarità con l'ambiente di Providence, mentre Derleth veniva ancora istruito da Lovecraft. Tuttavia, si può notare facilmente che furono trasmesse a entrambi le stesse informazioni, ma in modi differenti.

Tutto ciò dimostra, tra l’altro, come Lovecraft non fosse minimamente un solitario, come erroneamente propagato da un certo autore francese.

Joshi scrive in proposito sulla sua monumentale biografia Io Sono Providence:

“Il 23 W. Paul Cook, che aveva già fatto due visite alla fattoria degli Orton durante la permanenza di Lovecraft, arrivò con la moglie e vi trascorse la notte; il giorno successivo accompagnò Lovecraft ad Athol per un soggiorno di circa una settimana. Lovecraft non fece nulla di degno di nota lì, tranne acquistare un nuovo abito per $ 17,50, incontrare H. Warner Munn, scrivere alcune lettere in quel di Phillips Park ogni volta che non pioveva e vedere la sua “The Shunned House” stampata presso l'ufficio di Athol. Forse l'unico evento degno di nota del suo viaggio ad Athol si è verificato il 28, quando Munn ha portato Lovecraft in una straordinaria gola della foresta a sud-ovest della città chiamata Tana dell'orso. Ma venerdì 29 giugno, Lovecraft era già passato a un'altra tappa del suo viaggio così particolare come il suo soggiorno nel Vermont; perché Edith Miniter, la dilettante d'altri tempi, quasi pretendeva che Lovecraft le facesse visita a Wilbraham, nel Massachusetts, dove risiedeva con sua cugina, Evanore Beebe.”

Insomma spero capirete perché non sopporto più di sentirlo chiamare “solitario” e misogino!

Scrive ancora Joshi che in quello stesso anno “molti dei suoi amici si recavano a Providence per andarlo a trovare—Morton a metà giugno, Cook e Munn alla fine di giugno, e George Kirk e sua moglie i primi di settembre.”

 

Frequentazioni con Munn.

Lovecraft incontrò sia Cook che Munn ad Athol, e il 17 fecero tutti una breve escursione a Brattleboro, nel Vermont, dove andarono a trovare Arthur Goodenough. Il giorno successivo Munn guidò Lovecraft e Cook a Westminster, che non era cambiata nei trent'anni dall'ultima volta che Lovecraft l'aveva vista (da ragazzo in compagnia di sua madre), poi proseguì per Providence passando per Petersham e Barre. Fu un viaggio fantastico, con dieci stati attraversati più il Distretto di Columbia che e aveva dato a Lovecraft il suo primo fugace assaggio del sud, anche se negli anni successivi avrebbe viaggiato per mesi interi a sud. Come per i suoi viaggi dell'anno precedente, descrisse la sua gita del 1929 in un massiccio diario di viaggio di 18.000 parole intitolato "Viaggi nelle province d'America", che, tuttavia, non fu pubblicato fino al 1995 ed è tutt’ora inedito in Italia. Questo diario di viaggio, titolo originale Travels in the Provinces of America ha sicuramente fatto il giro degli amici e dei corrispondenti di Lovecraft che ne furono entusiasti.

Il 21 aprile Lovecraft andò a Boston, dove incontrò W. Paul Cook e H. Warner Munn.

Intorno al 2 giugno Lovecraft si trasferì a Kingston per andare a trovare Bernard Austin Dwyer per alcuni giorni; i due tarscorsero molto tempo in aperta campagna, che per Lovecraft doveva sicuramente rappresentare un gradito contrasto con la zona metropolitana. Da qui Lovecraft procedette attraverso il Mohawk Trail (dove ora operava il servizio di autobus) fino ad Athol per una visita con W. Paul Cook e H. Warner Munn. A causa del recente crollo di Cook, Lovecraft rimase con Munn in un appartamento di cinque stanze al 451 di Main Street. Hanno visitato la “Tana dell'Orso” e alcuni cimiteri spettrali nelle vicinanze e anche un nuovo sito: Doane's Falls, una spettacolare cascata a nord-est di Athol. Lovecraft riferì che un altro numero del Recluse “era in parte in stampa, anche se sarebbe potuto uscire anche tra un anno” il numero che conteneva “The Strange High House in the Mist” probabilmente legata a questo viaggio. Il ritorno a casa di Lovecraft il 13 o 14 giugno pose fine a un altro soggiorno da record, ma non fu affatto la fine dei suoi viaggi in quell’anno.

 

Munn Lupo Mannaro

Per quanto riguarda la storia di Munn, “Il lupo mannaro di Ponkert”, Lovecraft una volta ha confessato in una lettera a Robert Bloch:

“Ho ricevuto una lettera nell’Eyrie nel 1923 [la lettera era in realtà nel numero di marzo 1924] in cui chiedevo il punto di vista del ghoul o del lupo mannaro, ma nessuno sembrava capire il punto. H. Warner Munn pensava di seguire la mia idea quando scrisse il suo "Lupo mannaro di Ponkert" (raccontato da un uomo che era diventato involontariamente un lupo mannaro e che si rammarica delle sue azioni notturne), ma in realtà ha mancato quasi tutto ciò che intendevo. Le sue simpatie erano ancora con l'umanità, mentre io chiedevo simpatie completamente dissociate dall'umanità e forse violentemente ostili ad essa[1].”

Certo che dal momento che Lovecraft ha stabilito i parametri della storia richiesta, viene da chiedersi perché non l'abbia scritta lui stesso[2]. "The Outsider" è stato il modo in cui Lovecraft si è avvicinato di più a soddisfare quell'idea. È interessante notare che Lovecraft, in quella stessa lettera a Bloch, indicava che la storia di Bloch, “Nocturne Macabre”[3], era la prima storia che aveva letto che si adattava al suo suggerimento. Purtroppo il racconto di Bloch è andato perduto e non sapremo mai cosa intendesse veramente Lovecraft!

O forse sì?

Il racconto “Nocturne Macabre” è discusso nella sua lettera che Lovecraft scrisse il 21 giugno 1933 a Bloch. Sappiamo che il racconto è narrato da un ghoul, un mostro che banchetta con i cadaveri in un cimitero. Ora su consiglio di Lovecraft Bloch inviava i suoi primi racconti anche ad August Derleth e la corrispondenza superstite di Lovecraft e Derleth, raccolta nei due volumi, Essential Solitude: The Letters of H. P. Lovecraft and August Derleth (Hippocampus Press, 2013, a cura di David E. Schultz e S. T. Joshi), ci aiuta a gettare un po’ di luce su questo racconto. Lovecraft informò Derleth il 28 giugno del 1933 con una lettera che Bloch gli era grato per gli utili consigli che lui gli aveva dato. Derleth rispose il 2 luglio dello stesso anno dicendogli che una storia recente di Bloch era troppo derivata dal suo “The Outsider”. Il racconto di Lovecraft “The Outsider” è una storia anch'essa narrata da un ghoul, quindi Derleth molto probabilmente si riferiva a “Nocturne Macabre”.

Il racconto “The Outsider” riguarda un ghoul che soffre di un’amnesia parziale e una delle storie successive di Bloch “The Grinning Ghoul” è sostanzialmente una variazione di questa idea. Ora a differenza della perduta “Nocturne Macabre” in “The Grinning Ghoul” abbiamo un essere umano, uno psichiatra, come narratore quindi Bloch potrebbe aver riscritto “Nocturne Macabre” trasformandolo “The Grinning Ghoul” cambiando anche il narratore in risposta alle critiche costruttive di Derleth. "The Grinning Ghoul" è stato ristampato in Mysteries of the Worm.

C’è anche un altro elemento curioso che tende ad avvalorare questa ipotesi. Ogni attento lettore di Lovecraft e della sua mitologia conosce i vari libri immaginari, per alcuni esistenti veramente, che trattano tradizioni mistiche riguardanti i Miti di Cthulhu. Robert Bloch aggiunse il famossimo De Vermis Mysteriis, ma anche il  Cultes des Goules del conte d'Erlette. August Derleth discendeva da un conte francese fuggito negli Stati Uniti per sfuggire agli eccessi della Rivoluzione francese. L'antenato francese di August ha cambiato il suo cognome da d'Erlette a Derleth. Questo fatto valse a Derleth il soprannome di conte d'Erlette tra i suoi corrispondenti. E guarda caso Bloch fece di un uomo di nome d'Erlette un'autorità sui ghoul forse riferendosi proprio a Derleth e alla sua critica sul racconto “Nocturne Macabre”. In fondo Derleth gli aveva dato buoni consigli sui Ghoul quindi perché non farlo diventare un’autorità in materia e fargli anche scrivere un libro maledetto sui Ghuol?

Cultes des Goules appare in tre racconti dei Miti di Cthulhu scritti da Bloch: “The Grinning Ghoul”, “The Suicide in the Study” e la versione rivista di “The Dark Demon”. Il primo ad essere pubblicato fu “The Suicide in the Study” (Weird Tales, giugno 1935), ma leggendo le lettere di Lovecraft scopriamo che “The Grinning Ghoul” fu il primo ad essere scritto. Quindi è chiaro che Cultes des Goules fu inventato da Bloch proprio in “The Grinning Ghoul” che molto probabilmente era originariamente “Nocturne Macabre”. Da ultimo va detto che Bloch scrisse anche una storia intitolata “Nocturne” che fu pubblicata in un’antologia da Tor nel 1985 a cura di Charles Grant. Non sappiamo quando Bloch la scrisse ma anche in questo caso il narratore non era un ghoul, ma un essere umano con un atteggiamento “insolito” nei confronti dei cadaveri.

Nessuna certezza ma consiglio di leggere entrambi i racconti qui citati e chiaramente Cthulhu & Psycho dove troverete anche tutte le lettere di Lovecraft a Bloch, per la prima volta in italiano!

Bene - ecco un'altra puntata del diario, scritta mentre scendiamo da Athol.

"H. Warner Munn è passato e mi ha dato una copia di The King in Yellow".

Lovecraft inviò questa cartolina in una busta a sua zia Lilian Clark aggiungendo anche “Al sicuro ad Athol dopo un viaggio piovoso ma non spiacevole".

Ci sarebbe molto da aggiungere e non è escluso un seguito.





[1] Lovecraft, H. P., e Robert Bloch. Letters to Robert Bloch and Others, New York, Hippocampus Press, 2015.

[2]  Lovecraft, H. P. “The Eyrie.” Editorial. Weird Tales, marzo 1924.

[3] Storia andata perduta.

martedì 11 luglio 2023

 H. P. LOVECRAFT & R. E. BLOCH

CTHULHU E PSYCHO


Il settimo volume della serie esclusiva "I Miti di Arkham" è un poderoso volume di oltre 600 pagine tutto dedicato al rapporto esistente tra il Sognatore di Providence e il giovane aspirante scrittore Robert Bloch, all'epoca neppure maggiorenne. 

Si tratta di un volume speciale nel quale troverete tutte le lettere scritte da Lovecraft a Bloch finora mai tradotte in italiano. 
Approfondimenti estensivi sul rapporto tra i due autori, viene gettata una forte luce sull'opera di Bloch soprattutto sui suoi contributi ai Miti di Cthulhu, suoi suoi racconti e sulle sue interazioni con Lovecraft.
Un intero capitolo è dedicato a quando i due autori si uccisero l'un l'altro. Un altro alla famosa trilogia che li vide impegnati per almeno un decennio, che viene analizzata nello specifico. approfondimenti anche sui personaggi come Nephrem Ka, o sul Trapezoedro, sul Vampiro Spaziale, sull'Abitatore del Buio e sulla strana figura di Robert Blake.
Si analizzerà anche il caso misterioso del racconto "I Servi di Satana" e di tutti i racconti perduti di Bloch che avevano avuto una profonda riscrittura da parte di Lovecraft.

    

sabato 24 giugno 2023

 

H. W. MUNN & H. P. LOVECRAFT 1

 

 

“Gli autori popolari non apprezzano e apparentemente non possono apprezzare il fatto che la vera arte sia ottenibile solo rifiutando la normalità e la convenzionalità in toto, e avvicinandosi a un tema completamente epurato da ogni punto di vista abituale o preconcetto.” Così scrive Lovecraft sulle colonne del The Eyrie, nel numero di marzo del 1924 di Weird Tales. H. P. Lovecraft vedeva la narrativa come un qualcosa che doveva essere unico, non convenzionale e il più originale possibile a prescindere dalla sua vendibilità. Nella stessa lettera aggiunge che “Selvaggi e “diversi” per quanto possano considerare i loro prodotti quasi-weird, rimane un dato di fatto che la bizzarria è solo in superficie; e che fondamentalmente ribadiscono gli stessi vecchi valori convenzionali, motivazioni e prospettive. Il bene e il male, l'illusione teleologica, il sentimento zuccheroso, la psicologia antropocentrica: il solito mercato azionario superficiale, e tutto attraversato dall'eterno e ineludibile luogo comune.”



Sono sicuro che se Lovecraft avesse accettato il lavoro come editore quando J. C. Henneberger glielo offrì nel 1924, probabilmente sarebbe stato un duro editore e la rivista avrebbe preso una strada decisamente diversa. Gran parte della narrativa accettata da Edwin Baird e Farnsworth Wright sarebbe stata, senza dubbio, respinta da Lovecraft. Ma forse è  meglio così altrimenti non avremmo conosciuto il Lovecraft scrittore. Tornando alla lettera e alla sua concezione della narrativa non è chiaro con chi ce l’avesse Lovecraft. A quali storie o autori si stesse riferendo. Forse non era neppure gli autori di Weird Tales, anche se è probabile che la maggior parte lo fosse. Quello che è chiaro è che Lovecraft pone una rottura, scava un solco con la scrittura di storie convenzionali, parla di creare un racconto originale, pensando fuori dagli schemi. Questo richiedeva la sua mente creativa. Qualcosa che anche lui cercava di fare e che voleva facessero altri scrittori.

Quindi, nel tentativo di divulgare qualcosa di weird e originale, Lovecraft diede questo suggerimento sempre dalle stesse colonne di Weird Tales: “Prendete una storia di lupo mannaro, per esempio: chi ne ha mai scritta una dal punto di vista del lupo, e simpatizzando fortemente con il suo modo di essere?”


A provare a seguire l’indicazione di Lovecraft fu H. Warner Munn scrivendo “The Werewolf of Ponkert”, il primo racconto pubblicato di Munn. Riguardo alla storia di Munn, Farnsworth Wright affermò: "È stata la popolarità della storia del lupo mannaro del signor Quinn che ci ha portato a presentare The Werewolf of Ponkert, di H. Warner Munn, nel numero degli ultimi mesi") "The Werewolf of Ponkert" divenne la storia di copertina del numero di luglio 1925 di Weird Tales, lo stesso numero in cui Robert E. Howard fece il suo debutto con "Spear and Fang".

Non è chiaro se Lovecraft abbia mai commentato la storia di Munn in "The Eyrie" e nei successivi numeri di Weird Tales. È possibile che quando "The Werewolf of Ponkert" fu pubblicato per la prima volta, Lovecraft non notò che era collegato alla sua lettera del marzo 1924 in "The Eyrie", non comprese che la sua lettera ispirò Munn. Oppure, essendo un gentiluomo, non fece notare che Munn aveva seguito il suo consiglio, quello che è certo è che Munn lo ha riconosciuto incontrandolo personalmente. Inoltre sembra ci siano alcuni indizi, dello stesso Munn che indicano che Lovecraft potrebbe aver riconosciuto gli sforzi di Munn. Scrive Munn in una sua lettera (Munn, H. Warner. “HPL.” Whispers, Whole Number 9, Vol. 3, no. 1 dic 1976): “Pensando all'idea in prima persona offerta da Weird Tales, di un racconto formulato dal punto di vista del mostro, io l'ho scritto, inviandolo all'editore di Weird Tales Farnsworth Wright, e lui l'ha comprato a [sic] al solito prezzo di un centesimo a parola. Ho ricevuto un assegno di 65 dollari. Tombola! Adesso ero uno scrittore. E come risultato del racconto, ho ricevuto una lettera di congratulazioni dall'uomo che aveva scritto la lettera all’Eyre suggerendo la storia.

Munn aveva 22 anni all'epoca e fino a quel momento aveva pubblicato solo poche poesie ma nessun racconto. Il che significa che la sua prima volta nella narrativa breve è stata dovuta a Lovecraft e al contempo è stato un successo ottenendo anche la copertina. La "nota" che Lovecraft ha scritto a Munn, per quanto ne sappiamo, non esiste più, quindi è impossibile sapere se sia stata scritta semplicemente per congratularsi con Munn per aver scritto una buona storia di copertina, o per aver utilizzato l'idea di Lovecraft dalla sua lettera del marzo 1924. Inoltre, Munn non approfondisce ulteriormente il contenuto della nota.

 

Lovecraft & Cook

Fu W. Paul Cook, un caro amico di Munn, a indicare a Munn la lettera di Lovecraft su Weird Tales del marzo 1924. Cook, un tuttofare, era “un tipografo, uno scrittore dilettante, un editore di libri e diverse volte presidente della Amateur Press Association”. Dati i contatti di Cook nel giornalismo amatoriale all'epoca, era anche uno stretto amico di Lovecraft, ma chi era che diceva che Lovecraft non aveva amici e era un solitario? Ah forse si trova in quel libro autobiografico di Michel Houellebecq che in molti hanno scambiato per un saggio su Lovecraft. Quindi, Cook chiese a Munn se gli sarebbe piaciuto incontrare Lovecraft, e Munn accettò su due piedi. Ecco che quindi Munn e Cook partirono da Athol Massachusetts e si recarono a Providence, a casa di Lovecraft. Un viaggio che avvenne quasi due anni dopo la nota di congratulazioni di Lovecraft a Munn, nell'estate del 1927. Lovecraft descrisse dettagliatamente la visita dei due a Clark Ashton Smith in una lettera del 2 agosto 1927:

 

“Anche gli altri miei ospiti sono stati i benvenuti: Morton, Long e i suoi genitori, Cook e Munn. Munn è un giovane molto promettente di tipo biondo e muscoloso. Probabilmente diventerà un romanziere piuttosto che un fantasista, e quindi avrà maggiori possibilità di successo professionale.[1]

 

Si prega di notare il tono secca di Lovecraft che voleva rimanere solo. E di come quasi nessuno lo andasse mai a trovare… proprio un solitario!

Naturalmente, Munn ha continuato a scrivere weird fiction (principalmente horror) e, sebbene non abbia avuto successo, né fosse prolifico come Lovecraft, è riuscito a scrivere alcune storie davvero memorabili che vengono lette ancora oggi. Alcune dei suoi racconti più importanti provengono dalla sua serie di lupi mannari chiamata Tales of the Werewolf Clan. Dopo questo primo incontro, tra i due scrittori nacque una lunga amicizia e una continua corrispondenza, con vari viaggi occasionali tra le loro città d'origine per vedersi. Già proprio un Solitario!

A proposito delle storie di Munn, Lovecraft una volta disse: “È un peccato che le riviste più pagate vadano così insistentemente verso il prosaico. È qui che il giovane Munn è fortunato: i suoi racconti hanno tutti più sapore di avventura e romanticismo che di bizzarro, quindi troverà sempre un'accoglienza pronta.”

Riguardo la storia di Munn pubblicata su Weird Tales nel dicembre 1930, “Tales of the Werewolf Clan: The Master Strikes” Lovecraft scrisse a Clark Ashton Smith “Il problema con la storia di Munn è che aderisce troppo al tradizionale romanzo di cappa e spada: il romanzo di Stanley J.” Indipendentemente dalle sue preferenze Lovecraft ha sostenuto gli sforzi di Munn anche se ha confessato ad August Derleth alcuni problemi dei racconti gotici di Munn: “Sì, Munn entra in regioni aride e sterili quando cerca di legare il suo stato d'animo e la sua tecnica di avventura romantica al dominio del weird. Sta trascinando il povero Maestro a tal punto che non si riesce a tenere traccia della natura e degli attributi della creatura - anzi, l'impressione è che si limiti a conservare la struttura soprannaturale solo per una questione di dovere - o concessione a Wright - mentre vuole davvero scrivere un romanzo storico diretto. Ma il ragazzo è giovane e possiamo permetterci di dargli tempo. Lascia che tolga i licantropi ponkertiani dal suo sistema e vedi cosa può fare con un nuovo inizio!”[2]

 

Munn padre e scrittore

Ma Munn scrisse anche altre storie come “The City of Spiders” (1926), “The Chain” (1928), “A Sprig of Rosemary,” (1933), e “Dreams May Come” (1939). L’ultima cosa che scrisse Munn, probabilmente a causa di sopraggiunti impegni matrimoniali e di famiglia, fu una storia in quattro parti che Weird Tales pubblicò tra settembre e dicembre 1939 intitolato “King of the World’s Edge.” In questa serie, Munn lavora nel contesto storico dell'esplorazione e della storia romana per tessere storie straordinarie di scoperte del nuovo mondo, imperi barbarici e mostri-pesce. È una specie di storia di spada e stregoneria, ma in un contesto e un'ambientazione storici reali che includono mostri, magia e scherma, cosa c'è che non va? La serie, in poche parole, tratta di un documento, scritto da Ventidius Varrone, legionario anglo-romano. Documenti riscoperti dopo un uragano nelle Florida Keys meridionali. Gli eventi nel documento scoperto si svolgono durante l'apice del regno di Re Artù, ma Artù viene sconfitto in battaglia, e questi sono gli ultimi giorni dell'occupazione romana in Gran Bretagna. I soldati, insieme ad Arthur e un mago di nome Myrdhinn, vengono isolati e lasciati a combattere i predoni sassoni invasori. Quando Arthur viene sconfitto, Myrdhinn e gli altri legionari salpano per un posto dove nascondersi e finiscono nel nuovo mondo dove sperimentano strane terre, nuove persone (tribù) e strane creature. In questo nuovo mondo, tentano di creare una nuova civiltà, ma devono prima superare alcune avversità.

 

Il 14 gennaio 1930 Munn sposò Malvena Ruth Beaudoin. Alla fine ha accompagnato suo marito e Cook in varie escursioni per andare a trovare Lovecraft e ha ospitato Lovecraft tutte le volte che il Sognatore di Lovecraft andava dai Munn. Per comprendere meglio le loro conversazioni, Malvena lesse molte delle storie di Lovecraft. Munn dichiarò che Malvena "trovava difficile capire alcune delle sue storie, ma che quando Lovecraft li è andati a trovare, si è sforzato per rendersi comprensibile in modo semplice e facile"[1].  A proposito di Lovecraft, Malvena una volta disse: “Parla come se avesse ingoiato un dizionario.” I Munn ebbero il loro primo figlio (John Warner) nel 1931, e un altro (James Edward) nel 1936. Con nuove responsabilità e l'incapacità di pubblicare abbastanza storie per sostenere una famiglia in crescita, Munn si allontanò dalla scrittura per quasi 30 anni ma continuò a scrivere e pubblicare per nove anni dopo essersi sposato, rimanendo in amicizia sia con Cook che con Lovecraft.

Ad un certo punto, Cook cedette a Munn la sua intera biblioteca, che apparentemente era l'invidia di Lovecraft, come ammise in una lettera a R.H. Barlow:

“Cook ha dato la maggior parte della sua biblioteca a H. Warner Munn. Non ha praticamente nulla ora, tranne forse alcuni oggetti smarriti da sua sorella nel New Hampshire. Sì, era pieno di cose fantastiche, la migliore biblioteca del genere che abbia mai incontrato. Munn, ovviamente, ora ha la migliore collezione.”[2]

La perdita della biblioteca di Cook per Munn fu una progressiva strada verso le difficoltà e un collasso nervoso a partire dalla morte di sua moglie nel 1930. Negli anni successivi, Cook perse il lavoro quando l'azienda chiuse a causa della Grande Depressione. Cook spiega:

“Improvvisamente mi sono trovato sbalzato da una condizione di vita confortevole con un reddito di circa $ 5000 a un livello senza nessun reddito e con un debito di circa $ 1000. ho dato via e buttato via tutto, incluso il mio lavoro, i miei beni immobili, i miei mobili domestici e la mia biblioteca.”[3]

 

Cook ha conservato alcuni volumi selezionati e probabilmente ha dato a Munn la sua biblioteca per custodirla. Poco dopo il 1934, Munn iniziò lentamente a ignorare la sua corrispondenza, non rispondendo alle lettere, e Lovecraft ne fu un po’ frustrato. Durante questo periodo, Lovecraft una volta dichiarò: “Per quanto riguarda Munn, è la persona negligente più famosa della banda…. la sua negligenza equivale a un difetto psicologico positivo. Lovecraft continua: “Ad esempio, Fantasy Magazine vuole ottenere il lungo e importante articolo sulla bizzarra narrativa popolare che ha scritto per il defunto Recluse[4] di Cook, ma le lettere del suo editore rimangono senza risposta.” Lovecraft probabilmente ne sentì parlare da Cook, che a quanto pare non riusciva neppure a mettersi in contatto con Munn in quel momento. Non è chiaro perché Munn non abbia risposto durante questo periodo. Si prese persino una pausa dalle pubblicazioni tra il 1933 e il 1939. Nel luglio del 1934, Cook apparentemente disse a Lovecraft che Munn era diventato “religioso”, ed era forse questo che aveva portato Munn ad abbandonare la scrittura, oltre a ignorare Cook e Lovecraft. A questo proposito, Lovecraft disse a R. H. Barlow:

“Cook dice che si prenderà cura di Munn di persona e gli darà l'inferno. Munn ha molte proprietà di Cook sotto la sua custodia e non risponderà a nessuna domanda al riguardo. Cook avanza la teoria secondo cui il fanatismo religioso di Munn è responsabile del suo rozzo silenzio, e che ha cancellato tutti gli atei dai suoi libri e non avrà niente a che fare né con noi né con gli interessi con cui siamo collegati. Mi sembra però del tutto inverosimile.”

Sembra che Cook avesse bisogno di accedere alla biblioteca che, un anno prima, aveva dato a Munn, ma che questi gli negò questo favore per motivi ignoti. Lovecraft era un po' amareggiato nei confronti di Munn e iniziò a citarlo in maniera negativa nelle sue lettere, definendolo “l'inafferrabile e invisibile lupo mannaro di Ponkert" e "il lupo mannaro". Negli scritti autobiografici di R.H. Barlow, nella sezione intitolata “Memories of Lovecraft 1934”, Barlow scrisse “H. Warner Munn ha una tale fede nel soprannaturale da averlo indotto a diventare cattolico dopo il suo matrimonio; e quasi ripudiò il suo lavoro precedente come morboso e orribile. Recentemente ha scritto una cosa che Lovecraft ha considerata come squallida.”

A parte le lettere di Lovecraft, non c'è alcuna spiegazione del perché Munn si fosse allontanato sia dai suoi amici che dalla pubblicazione durante questo periodo. Potrebbe essere stato a causa di impegni religiosi dato che, per un certo periodo, Munn è stato membro del consiglio della chiesa luterana dell'Ascensione. O forse doveva stare semplicemente più vicino alla sua famiglia. In ogni caso Munn riapparve nel 1939, quando presentò la sua serie "King of the World's Edge" a Weird Tales. E poi sparì di nuovo avendo due figli e una moglie da mantenere (e altri due figli nati negli anni Quaranta) e, quando Lovecraft morì nel marzo del 1937, Munn rimase sorprendentemente in silenzio.

Comunque sia, Lovecraft e Munn sono stati buoni amici per molti anni. E, verso la fine della vita di Munn, ha scritto una reminiscenza in due parti del suo vecchio amico per la fanzine Whispers, descrivendo in dettaglio i bei ricordi che aveva visitato, viaggiato e intrattenuto lunghe conversazioni con Lovecraft. E, anche se Lovecraft non preferiva le storie gotiche tradizionali, si è complimentato riguardo alcune di queste stesse opere e altre di Munn ai suoi colleghi scrittori. Lovecraft era particolarmente affezionato a due dei primi lavori di Munn, “The City of Spiders” e “The Chain”. Lovecraft ammette ad August Derleth che “'The Chain' è certamente il suo miglior libro fino ad oggi."[5] Inoltre, "City of Spiders" era uno dei preferiti di Robert E. Howard, come ammise in una lettera del 1934 a Lovecraft: ricordo la sua "Città dei ragni" come una delle storie più sorprendenti e potenti che abbia mai letto; e i suoi “Racconti del clan dei lupi mannari” hanno avuto il vero successo storico.”[6]  Munn ha avuto una vita molto intrigante, soprattutto nella sua educazione. Sua nonna corrispondeva con Jules Verne e H. G. Wells, e all'età di sette anni Munn afferma di aver letto 100 libri, tra cui Les Miserables, la Bibbia e Anatomy of Melancholy di Burton[7]. Era uno studente astuto e sveglio, amava in particolare la storia medievale e Giovanna d'Arco. L'ultimo lavoro scritto da Munn, “The Lost Legion”, fu uno degli aspetti più importanti per cui Lovecraft sosteneva che Munn avesse un grande talento per l'avventura e il romanticismo. Fu pubblicato nel 1980 ed è uno spaccato magistrale della storia romana e del suo impero. Si concentrava sull'ossessione dell'imperatore Caligola di liberare l'impero da un solo uomo, quindi invia una legione di soldati in una missione suicida per eliminare quest'uomo. Durante la missione, incontrano un ostacolo dopo l'altro. Il romanzo è entrato in nomination nel 1981 per il Balrog Award e Munn morì quello stesso anno, il 10 gennaio, lasciando dietro di sé diverse storie meravigliose...



[1] Munn, H. Warner. “HPL: A Reminiscence” Whispers, n. 13-14 (dicembre 1976).

[2]  Lovecraft, H. P., e R. H. Barlow, "1934." In O Fortunate Floridian: H. P. Lovecraft's Letters to R. H. Barlow, University of Tampa Press, 2016.

[3]  W. Paul Cook a Donald Wandrei, 23 agosto 1931, citato in W. Paul Cook: The Wandering Life of a Yankee Printer. Hippocampus Press.

[4] Rivista.

[5]  Lovecraft, H. P., e August Derleth. "1932." In Essential Solitude: The Letters of H. P. Lovecraft and August Derleth: 1932-1937. Vol. 2. New York, Hippocampus Press, 2013.

[6]   Howard, Robert E., e H. P. Lovecraft. "1932." In A Means to Freedom: The Letters of H. P. Lovecraft and Robert E. Howard: 1930-1932. New York, Hippocampus Press, 2009.

[7]  Reginald, R. Science Fiction and Fantasy Literature. Vol. 2. Detroit: Gale Research Company, 1979.




[1] Lovecraft, H. P., and Clark Ashton Smith. “1927.” In Dawnward Spire, Lonely Hill: The Letters of H.P. Lovecraft and Clark Ashton Smith, David E. Schultz e S. T. Joshi, Hippocampus Press, 2017.

 [2] Lovecraft, H. P., e August Derleth. "1930." In Essential Solitude: The Letters of H. P. Lovecraft and August Derleth: 1926-1931, Vol. 1. Hippocampus Press, 2013.



giovedì 15 dicembre 2022

 

IL SOGNATORE DI PROVIDENCE & LA POETESSA DEL MAINE

UNA STORIA D'AMORE MAI RACCONTATA




Il sesto volume dei Miti di Arkham prende in esame una vicenda poco nota. Una storia che nei decenni è stata dimenticata, volutamente o meno. Tuttavia è una storia che doveva essere riportata alla luce. Una vicenda misteriosa, come sempre riguardo la vita di Lovecraft, ma al contempo sentimentale. Sì, decisamente sentimentale, per quanto questo termine possa sembrare del tutto estraneo alla vita del Sognatore di Providence.


Chi era Virginia Winifred Jackson? Quale era il suo legame con Lovecraft? Quanto è durato? Chi ne era a conoscenza? Se nel giornalismo amatoriale era di dominio pubblico come mai è andato dimenticato nel corso degli anni? Quante lettere sopravvivono tra i due? Perchè Virginia voleva che Lovecraft le bruciasse dopo averle lette?


Quanti racconti scrissero insieme? Quante opere? Come si firmavano, quanti e quali pseudonimi utilizzavano?

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