DEEP ONES o ABITATORI DEL
PROFONDO, G.R.R. Martin si ispira ancora una volta a H. P. Lovecraft e al
suo “The Shadow over Innsmouth” tradotto in italiano come La Maschera di Innsmouth. Si
tratta infatti di una specie acquatica molto evoluta ibridata con l’essere
umano e Martin non fa altro che riprendere il dettame del Sognatore di
Providence. Lovecraft ci dice che sono associati con l'adorazione e il culto di Cthulhu;
mentre Martin li associa con l’adorazione del Dio Annegato, che sembra proprio
la trasposizione di una divinità subacquea come, in parte, è considerato
Cthulhu. Le opere di Martin contengono molti riferimenti agli umani che possono
avere un'eredità contaminata (come gli abitanti di Innsmouth), come il popolo
delle Thousand Islands, che adorano “gli dei squamosi dalla testa di pesce”.
Il motto “Ciò che è morto non muoia mai”, “What's dead
may never die” sembra davvero un’ottima derivazione del famosissimo distico di Lovecraft
de “La Città senza nome” che recita
“That is not dead
which can eternal lie. And with strange aeons even death may die.” Cioè “Non è morto ciò che può attendere in eterno, e
col volgere di strani eoni anche la morte può morire.” Entrambi i rifermenti
sono con il Dio Annegato, Drowned God, chiamato anche Dio Abissale, (Cthulhu, originariamente
per Lovecraft).
Nelle storie di Martin gli Annegati sono i sacerdoti
del Dio Abissale sulle Isole di Ferro. Martin attinge a Lovecraft e sviluppa
una religione del Dio Abissale in cui gli Uomini di Ferro delle isole vengono
battezzati dai sacerdoti (Annegati) versando loro dell'acqua di mare sulla
testa. A questo punto il sacerdote invoca il Dio Sommerso e chiede: «Lascia che
il tuo servo rinasca dal mare, come anche tu facesti. Benedicilo con il sale,
benedicilo con la pietra, benedicilo con l'acciaio.» e a quel punto l’uomo appena
battezzato risponde con un Lovecraftiano: «Ciò che è morto non muoia mai.»
curiosamente gli Annegati di Martin portano sempre con sé otri di cuoio piene
di acqua di mare per benedire i fedeli o dissetarsi. Benedicono le nuove navi, con
invocazioni e versando acqua di mare sulle prue.
«Il dio Abissale mi ha
portato nella profondità sotto le onde e ha preso l'infima cosa che ero. Quando
mi ha restituito al mondo, mi ha concesso occhi per vedere, orecchie per udire
e voce per diffondere il suo verbo, in modo che io potessi essere il suo
profeta e insegnare la sua verità a coloro che l'hanno dimenticata.» Dice Aeron
Greyjoy ne “Il banchetto dei corvi”. Frasi che starebbero bene in bocca a un
abitante di Innsmouth!
IL DIO
SOMMERSO- IL DIO ABISSALE (The
Drowned God) è molto simile a Cthulhu, anche nell’aspetto figurativo sulle vele
delle navi degli uomini di ferro.
Dagon è un nome associato alla cultura delle Isole di
Ferro. Lovecraft nei suoi racconti lo descrive come un dio, o un essere antico,
associato in qualche modo con i suoi abitatori del profondo (Deep Ones) e con
l’adorazione di Cthulhu (come nel racconto “Dagon” e la Chiesa dell’Ordine di
Dagon nel racconto “La Maschera di Innsmouth”
GRANDI
ANTICHI-OLD ONES che dimorano nelle
città sotterranee di Leng, chef anno impazzire coloro i quali li incontrano
sono chiaramente un altro, ennesimo riferimento ai Grandi Antichi di Lovecraft
tra cui si annovera Cthulhu.
E che dire dello stregone che governa la lovecraftiana
Carcosa che Martin mutua chiamandolo il sessantanovesimo imperatore giallo di Yi
Ti? Evidentemente ispirato da “Il Re in Giallo” un essere misterioso,
mascherato che si trova nel racconto di Chamber “The King in Yellow”, anch’esso
associato con Carcosa. Le opere di Lovecraft contengono alcuni vaghi
riferimenti a questa figura come in “Fungi da Yuggoth” (“La Cosa, sussurrano, indossa
una maschera di seta gialla, le cui insolite pieghe nascondono un volto non di
questo mondo”) figura simile appare in “La Ricerca onirica della sconosciuta Kadath”.
Inoltre la misteriosa razza Yith di Lovecraft non assomiglia almeno
foneticamente alla razza Yi Ti di Martin?
LA CAPRA
NERA DI QOHOR non è forse Shub-Niggurath
di Lovecraft? La “Capra Nera dei Boschi dai mille cuccioli” o “La Capra nera
dei Boschi” o “Il Signore dei Boschi” di cui Lovecraft parla in “Colui che
sussurrava nelle tenebre”, “I Sogni della Casa della Strega” e “La Cosa sulla
Soglia”? Indentificabile anche in “L’Ultimo Esperimento” come la Grande Madre (Cybele,
la Magna Mater di “I Topi nei Muri” e anche la sposa di Colui che non deve
essere nominato. Curiosamente oltretutto la città di Qohor di Martin si trova
proprio vicino a un enorme bosco.
L’ISOLA DEI
ROSPI è caratterizzata da una statua
altissima di un rospo, una statua di pietra nera, che è adorata dagli isolani
che hanno fisionomie simili a quelle dei pesci (World Book- Il mondo del
ghiaccio e del fuoco). Ecco che quindi sull'isola dei Rospi si trova un antico
idolo, una pietra nera untuosa scolpita rozzamente nell'aspetto di un
gigantesco rospo di aspetto maligno, alto circa quaranta piedi. Si crede che la
gente di quest'isola discenda da coloro che hanno scolpito la pietra del rospo,
perché hanno tratti sgradevoli, troppo simili ai pesci sui loro volti e molti
hanno mani e piedi palmati. E sembrano essere gli unici sopravvissuti di questa
razza dimenticata.
Abitanti che non possono non far venire in mente gli
abitatori del profondo del Sognatore di Providence e che sembrano adorare la
divinità rospo di Tsathoggua, il Sognatore di N'Kai, di cui Lovecraft parla in
“Colui che sussurrava nelle Tenebre” e in “Alle Montagne della Follia”. Martin
conosce bene i miti di Cthulhu infatti qui sapientemente UNISCE gli abitatori
del profondo che adorano Dagon con Tsathoggua la divinità inventata dal grande
amico di Lovecraft Clark Ashton Smith. C’è anche un riferimento al demone che
può far pensare a un altro scrittore che ha aggiunto lustro ai Miti di Cthulhu,
Robert E. Howard, che scrisse la storia “La Pietra Nera” ambientata
nell’universo del Sognatore di Providence. La pietra nera oleosa suona
vagamente lovecraftiana (Lovecraft scriveva costantemente su pietre e sostanze
aliene con proprietà non familiari), anche se gli idoli di Cthulhu, quelli di
Dagon no, tendevano ad essere più piccoli e fatti con una pietra nera
verdastra.
N'GHAI, una terra misteriosa la cui capitale Nefer è
popolata da stregoni neri (Il mondo del ghiaccio e del fuoco) inspirati da N'Kai,
il reame sotterraneo dove si dice dorma Tsathoggua “Colui che sussurrava nelle
Tenebre”. A primo acchito sembra che Martin abbia descritto la sua N'Ghai come
un paese sotto la luce del sole ma leggendo bene si capisce come ci siano vaste
regioni sotterrane sotto la sua capitale Nefer.
LE TERRE
DELLE OMBRE-THE SHADOWLANDS al cui
cuore c’è la città cadavere di Stygai, e Asshai come porto.
La frase “corpse cities” è Lovecraftiania, in quanto
il Sognatore di Providence la usò nel suo per la città intravista nel suo
racconto “He” malamente tradotto in italiano con il titolo “Lui” (e altrove usa
il termine "Necropoli"). E chiaramente questo è un posto abbastanza
orribile se persino gli Shadowbinders temono di calpestarlo (come se Asshai di
per sé non fosse già abbastanza alieno).
Si narra che Asshai sia più antica del tempo (e quindi
dell’uomo) ed è più ampia e vasta di qualsiasi città umana. È praticamente
deserta con luci che bruciano in piccoli anfratti di edifici neri, fatti di
grassi muri neri che assorbono la luce. Non ci sono bambini; e gli abitanti
vanno mascherati (forse alcuni non sono umani), dei quali solo i portatori
dell’ombra osano avventurarsi nelle terre alte oltre le mura della città, nel
regno dove dimorano i demoni; ma anche loro non osano avvicinarsi a Stygai. Le Shadowlands
sono probabilmente l’origine degli idoli deformi deformati che hanno fatto una
così brutta impressione su Danearys a Vaes Dothrak. Il tutto qui trasuda di
Lovecraft: orrori indescrivibili; città cadaveri come il “cadavere” Sarkomand
di “La Ricerca Onirica della Sconosciuta Kadath”; R'lyeh o la città cadavere
demoniaca di “Lui”. per non parlare delle creature semi-umane che nascondono i
loro tratti inumani e che servono e temono altre creature, anche meno umane di
loro, ricordano gli Abitatori del Profondo di Innsmouth, i servitori in
turbante delle strane Bestie della Luna e / o il sacerdote mascherato dalla
seta in “La Ricerca Onirica della Sconosciuta Kadath”; città di estensione
disumana “Alle Montagne della Follia”; città aliene fatte di muri neri come la
città aliena che odia di luce di Yuggoth “Colui che sussurra nelle tenebre”;
città che sembrano più deserte di quanto non lo siano a causa di ciò che vi si
nasconde come Innsmouth. Insomma non c’è solo una singola connessione, ma un
vero e proprio mix di elementi a cui G.R.R. Martin ha attinto creando una
sensazione complessiva molto lovecraftiana.
K'Dath di Martin è situato nel Grey Waste... che è un
deserto gelato come quello della Kadath di Lovecraft.
LA CASA
BORRELL DI DOLCESORELLA è una casata
nobile della Valle di Arryn che governa Dolcesorella, un'isola dell'arcipelago
delle Tre Sorelle, e Sisterton, la sua città portuale in cui ha Breakwater, il
suo castello. Oltre al titolo di Lord di Dolcesorella, il capo della Casa
Borrell detiene i titoli di scudo di Sisterton, signore di Breakwater e custode
del Faro della Notte e sullo stendardo c’è un granchio-ragno bianco su sfondo
grigio-verde.
Gli antenati della Casa Borrell erano re pirati, fino
a quando gli Stark di Grande Inverno non sono calati su di loro e per oltre
cinquemila anni i Borrell, ecco il tratto Lovecraftiano che immancabile spunta
un po’ ovunque nei romanzi di Martin, avevano un tratto distintivo, ovvero una
specie di membrana tra le dita di mani e piedi.
IL RE DELLA
NOTTE- JOSHEP CURWEN?
Quando Bran e Reed, il veggente, stanno raccontando
storie nel Castello Nero, si dice che "il vero nome del Re del Notte era
proibito".
Il protagonista malvagio di “Il Caso di Charles Dexter
Ward” di Lovecraft è un necromante di nome Joseph Curwen, che era attivo prima
della Rivoluzione Americana. In quell’epoca evocò Yog-Sothoth e riportò le
persone in vita per servisene come schiavi. Quando
fu ucciso, per la prima volta, il suo nome fu cancellato dai registri pubblici,
e ne XIX secolo era praticamente ignoto a tutti. Ecco che il buon Charles
Dexter Ward scopre di essere un discendente di Curwen e lo riporta in vita
seguendo le istruzioni che Curwen aveva lasciato con questo fine.
C’è una similitudine quindi con la storia inventata da
Lovecraft e il Re della Notte di Martin. È possibile che il Re della Notte
fosse uno Stark e quindi, forse un antenato di Bran nonostante i voti dei Corvi
della Notte?
I SOGNI E LE VISIONI
Yog-Sothoth può paragonarsi a Bloodraven, soprattutto
in quanto è associato con gli Antichi. Gli Antichi, forse i figli della foresta,
sono capaci di instillare visioni e sogni nei libri di G. R. R. Martin.
«...i Grandi Antichi che vissero ere prima dell’arrivo
degli uomini, e che scesero su questo giovane mondo dal cielo. Costoro ora non ci
sono più. Sono sotto terra e sotto il
mare; ma i loro corpi morti hanno narrato i loro segreti nei sogni dei primi
uomini, che formarono un culto che non è mai morto» Scrive il Sognatore di Providence in Il
Richiamo di Cthulhu.
D’accordo forse non è perfetta l’attinenza tra ciò che
scrisse H.P. Lovecraft e quanto ha scritto Martin ma i paralleli sono notevoli.
Per esempio nel racconto di Lovecraft “Alle Montagne
della Follia” gli Antichi vengono scoperti in un continente ghiacciato in gran
parte inesplorato (Antartide) oltre un'enorme catena montuosa. La spedizione
inviata viene in gran parte macellata. La squadra inviata per ri-trovarli
scopre che gli Antichi hanno creato una razza di aiutanti senza cervello.
Alcuni degli Antichi tornano in vita. Alla fine, uno degli esploratori
sopravvissuti vede qualcosa al di là della catena montuosa che anche gli
Antichi temevano e impazzisce.
Quanto scritto da Lovecraft ricorda gli Altri e le
Creature di Martin e la visione di Bran oltre la cortina di luce alla fine del
mondo.
Mi conclusione, in tutto questo c’è anche il Necronomicon?
Forse. Forse è solo una speculazione ma Death of Dragons è un testo molto antico
proveniente da Asshai che sembra essere la controparte del Necronomicon in “Una Canzone del Ghiaccio e del Fuoco”. Di questo
testo frammentario e anonimo, intriso di sangue, chiamato anche Sangue e Fuoco, sembra essere rimasta una sola copia chiusa a chiave nei
sotterranei della Cittadella come dice Tyrion.