venerdì 18 febbraio 2011

R'lyeh e la piramide sottomarina di Yonaguni


Blocchi titanici e scivolosi... piramide immensa… certo ne abbiamo sentito parlare raramente in Italia, e quasi sempre in news brevi e poco approfondite. Come se si trattasse di folklore e dicerie asiatiche. Ecco come ci è stata dipinta la piramide di Yonaguni, un’immensa struttura sottomarina che invece infiamma l'immaginazione di ricercatori e studiosi di misteri in tutto il mondo.
Questa struttura piramidale situata a oltre 25 metri di profondità al largo dell'isola giapponese di Yonaguni, lascia a bocca aperta anche il più scettico degli scettici. È lunga oltre 200 metri e alta oltre 30, e sembra sia sprofondata in mare a causa di un terremoto. Le foto e i filmati dell’edificio mostrano un complesso di gradini immensi, angoli aguzzi, strutture che verrebbe quasi voglia di definire non-euclidee, come qualcuno fece tempo fa in un racconto famoso. La piramide, scoperta nel 1985, è stato ipotizzato possa risalire a un'epoca particolarmente remota: intorno ai 10000 anni fa. Non stiamo parlando di fantascienza o di una bufala, la struttura esiste ed è diventata la meta di appassionati di subacquea, di ricercatori e di scienziati. Basta un semplice brevetto advanced open water e chiunque può immergersi per dare un’occhiata! La prova è talmente evidente e inconfutabile che si è acceso un dibattito tra ricercatori, scienziati, studiosi di dottrine più o meno occulte, che considerano la piramide vestigia dei perduti continenti di Atlantide e/o Mu.
Masaki Rimura, geologo dell'università Ryukyu di Okinawa, che per primo se ne è interessato,  ha rilasciato Al Sunday Times un’intervista nella quale ha dichiarato che non si tratta di una struttura naturale. Anche il famoso Robert Schoch, geologo all'università di Boston, scrive in proposito: "scavati nella roccia ci sono tanti gradini alti un metro. E' impossibile che un'opera simile sia dovuta all'erosione dell'acqua e, tanto meno, ad assestamenti delle rocce". A questo punto sono apparse le smentite dell’establishment scientifico per mezzo del geologo tedesco Wolf Wishmann, che sostiene che Yonaguni sia stata generata casualmente dalla natura. Ecco che quindi la scienza ufficiale, nicchia davanti alla estrema singolarità della piramide, e prende in considerazione soltanto due ipotesi: che si tratti di un'opera dell'uomo, oppure di una “casualità geologica” rara ma naturale.
Se gli scienziati avessero letto i racconti di H.P. Lovecraft forse…

Superfici troppo grandi per appartenere a qualunque oggetto terrestre e detestabili per le immagini e i geroglifici di cui sono coperte [...] Johansen e i suoi uomini sbarcarono sulla riva fangosa che si stendeva davanti all'acropoli d'incubo e si arrampicarono sui blocchi titanici e scivolosi che certo non erano una scala fatta per i mortali...

Ecco come  Lovecraft nel 1926 descrive R'Lyeh, la tomba-dimora dei Grandi Antichi ne Il richiamo di Cthulhu. Basta guardare le fotografie della piramide sommersa per sentir correre lungo la spina dorsale un brivido. Forme e dimensioni che sembrano davvero progettate per l'anatomia di qualche divinità dormiente. Il ritrovamento di arnesi da lavoro e tavolette di pietra con incisioni indecifrate, e di un immenso rilievo a forma di tartaruga, sembrerebbero dare ragione a chi guarda a Yonaguni come a una struttura artificiale. Questo però cozza con quanto dice la scienza ufficiale, cioè che gli uomini di un’epoca tanto remota non possedessero le conoscenze tecniche per realizzarla. Quale è la verità? Dove si trova la soluzione? Forse tra gli scritti di Lovecraft, forse tra i suoi costruttori non-umani? Non è difficile immaginare un dio tentacolare che attende, immortale, il momento in cui le stelle, stando nella giusta posizione, apriranno la sua cripta e gli permetteranno di riemergere da R’yleh. Lovecraft scrive in proposito che Cthulhu dorme e che un Elder Sign lo tiene inchiodato nella sua tomba. Un sigillo quindi, un sigillo degli dei primievi. In molte mitologie del mondo proprio la tartaruga rappresenta il fondamento dell’universo. Il dio primordiale. Che la tartaruga, mitologicamente parlando, ritrovata a Yonaguni sia l’Elder Sign che intrappola Cthulhu nella sua tomba?
A Yonaguni la Tartaruga  è una formazione rettangolare di circa 100 m per 40 m, e di circa 20 m in altezza e la cui parte più alta oggi si trova a solo 5 m sotto la superficie.

Certo a vederla così sembra proprio una tomba, una sorta di protezione per evitare che un immenso mostro ne fuorisca.
Ipotesi fantasiose naturalmente come le leggende della mitologia giapponese che narrano di lotte tra dragoni di mare e polipi giganti. In ogni modo dovendo scegliere se stare dalla parte degli scienziati o di chi crede in Atlantide e Mu, l'appassionato di letteratura weird dispone di una terza opzione: quella dello stupore e dell’incanto. Che, tra l’altro, non è detto che sia l’opzione sbagliata…

martedì 1 febbraio 2011

La Tomba da Non Fotografare


E’ davvero insolito che nel terzo millennio, in uno dei paesi più liberali del mondo, viga uno strano divieto. Stiamo parlando degli Stati Uniti d’America, bene qui, due anni fa, in quel di Providence, nello Swan Point Cemetery, il camposanto dove si trova la tomba del grande scrittore horror Howard Phillip Lovecraft, la scrittrice Caitlin R. Kiernan insieme con un’amica fotografa si reca in pellegrinaggio e scatta alcune immagini della tomba, come viene fatto giornalmente da molte altre persone.
Ma è a questo punto che la Kiernan viene “attaccata” dai responsabili della sicurezza del mausoleo che le intimano di cancellare gli scatti. Il regolamento del cimitero lo vieta tassativamente, sostengono. Lei tra lo stupito e l’annoiato protesta e non ottempera e allora sono insulti e minacce.
La guardia cerca di fargliele cancellare con la forza, anche se non c’è un solo cartello che proibisca di fare foto. La pietra tombale di Lovecraft è una delle più fotografate al mondo. Perfino sul sito del cimitero non c’è segnalato che non si possono scattare foto, ma non si dimenticano di scrivere che non sono consentiti fiori di plastica. Strano davvero.
“Quando la mia amica era ormai già in auto, spaventata io scrutai la guardia negli occhi e gli dissi che avrei denunciato il suo comportamento. A quell punto quello si è messo ha urlare che io non avrei dovuto fare una cosa del genere, chiaramente in maniera molto scurrile. Era un uomo bianco, di mezza età, con la barba incolta sale e pepe che parlava con un forte accento del Rhode Island. Doveva aver bevuto in quanto il suo alito puzza d’alcol e credo che fosse ubriaco.
Insomma i contorni del giallo o del noir ci sono tutti, inoltre una guardia di sicurezza ubriaca che vigila sulla tomba di Lovecraft, come se fosse posseduto dalla follia e con una barba di almeno tre giorni…, mi chiedo costui aveva anche gli occhi sbarrati?
Strana storia davvero.


Nella foto Alan che nel 2000 si era recato presso la tomba del Maestro di Providence ed ha scattato questa foto. La riportiamo solo per curiosità, chiedendoci se quello che si vede sulla destra non possa essere lo spirito del Solitario di Providence che si appresta a salutare un suo fan.