LA COMETA DI HALLEY & H.P. LOVECRAFT
Il Giornale Astronomico di H.P. Lovecraft, recentemente reso pubblico dalla Falvey Library, dimostra che il Sognatore di Providence aveva visto la cometa di Halley?
Ancora una volta scopriamo che Howard Phillips Lovecraft non era un semplice scrittore, lo prova la Falvey Library e la Facoltà di astronomia di Villanova che hanno collaborato per dimostrare che il famoso scrittore horror del New England vide la cometa di Halley e ne riportò l’avvenimento nella sua rivista astronomica amatoriale, unica nel suo genere, ora disponibile al pubblico. Il titolo originario è “Astronomical observations / made by H.P. Lovecraft, 598, Angell St, Providence, R.I. U.S.A. years 1909-1915.”
Stiamo parlando di un libello di 18 centimetri con testi e disegni di Lovecraft che appaiono su 9 delle 87 pagine numerate, più cinque pagine con brevissimi appunti e tre pagine aggiuntive di obiettivi, riferamenti e annotazioni e specifiche di strumentazioni. Il tutto fu compilato da Lovecraft tra i diciotto e i venticinque anni e questo taccuino di appunti riflette con dovizia di particolari la sua attrazione per l’Astronomia. Include il ritaglio di un annuncio pubblicitario ove HPL sollecita i membri della Providence Astronomical Society. Fu stampato per la prima volta nel the Lovecraft Collector, ottobre 1949, n. 3 ove c’è anche una trascrizione parziale del Dr. David H. Keller ex proprietario.
“Questo manoscritto—fino ad oggi—è stato considerato il Santo Graal dagli studiosi di Lovecraft alla stregua di un suo romanzo inedito. Il motivo di tanto clamore è che i ricercatori erano ansiosi e decisi a mostrare le connessioni tra produzione letteraria di Lovecraft e le sue avventure nella scienza e nel giornalismo amatoriale. La Villanova University, tramite Michael Foight, direttore della Distinctive Collections e Digital Engagement, ha deciso di indire anche una borsa di studio e ha deciso di condividere questa rara risorsa per mezzo di scansioni digitali ad alta risoluzione.
All’università il professor Frank Maloney ha perfino creato un software per riprodurre il cielo della notte nel quale Lovecraft ha affermato di aver avvistato la cometa di Halley. E, incredibilmente è emerso che proprio come ha affermato Lovecraft su questo taccuino con tanto di disegno, la cometa di Halley era visibile il 26 maggio 1910 alle 9 di sera proprio nella direzione indicata dallo scrittore.
Joshi ritiene che Lovecraft vide la cometa di Halley nel 1910 ma non al famoso Ladd Observatory, lo fa sulla scorta di una lettera del 1918 in cui Lovecraft affermò: “Non frequento più il Ladd Observatory o altre attrazioni della Brown University. Un tempo pensavo di poterle utilizzare come uno studente dei corsi, e che forse un giorno ne avrei diretta una come professore universitario. Ma dopo averli conosciuti con questo atteggiamento ‘interno’ oggi non sono disposto a visitarli come un semplice estraneo, un barbaro o un alieno non universitario.” Come scrive a Rehinart Kleiner il 4 dicembre del 1918 (SL1.78). S. T. Joshi afferma nella sua biografia I Am Providence, che questa alienazione probabilmente nacque nel 1908 e che quindi, visto che la cometa di Halley passò nel 1910 è possibile che Lovecraft già non frequentasse più l’osservatorio e che avesse visto la cometa con il suo telescopio. Telescopio che oggi è in mano agli eredi di Auguste Derleth.
Il 23 luglio del 1936 Lovecraft scrive a Robert H. Barlow ancora riguardo le comete, dimostrando così, come la sua passione per l’astronomia, a meno di un anno dalla morte, fosse ancora vivissima.
“La scorsa notte ho avuto un’interessante visita della cometa Peltier attraverso il telescopio del Ladd Observatory alla Brown University, un miglio a nord di qui. Ero solito perseguitare questo osservatorio 30 anni fa—il direttore e i suoi due assistenti (tutti morti adesso—tranne un’assistente ora alla Wesleyan Univ. in Middletown, Conn.) sono stati estremamente tolleranti con un pomposo giovane appassionato con grandiose ambizioni economiche!”
Ma allora perché Joshi afferma che Lovecraft non ha più frequentato l’osservatorio di Providence? Solo sulla scorta della lettera a Kleiner? Qui la lettera a Barlow dimostra come continuasse a frequentarlo a distanza di decenni, è possibile invero che ci sia stato un momento di rifiuto, forse durante l’apparizione della cometa di Halley, ma non vi è certezza dei tempi.
“L’oggetto celeste mostrava un piccolo disco con una coda confusa, simile a un ventaglio. Avrei potuto vederlo attraverso il mio piccolo telescopio se il cielo del nord non fosse stato oscurato dai vicini del n. 66. La prima cometa che io abbia mai osservato è stata quella di Borelli - nell'agosto del 1903. Vidi quella di Halley nel 1910 - ma mancai quella luminosa poco prima in quell'anno essendo costretto a letto con un infernale caso di morbillo!” Lovecraft si riferisce alla The Great Daylight Comet del 1910 che era luminosa quanto Venere ed aveva una lunghissima coda. Dalle biografie sappiamo che Lovecraft ebbe il morbillo dal 15 gennaio 1910 e che rimase ammalato almeno fino al 31 gennaio 1910.”
La domanda a questo punto è: quando Lovecraft ha comprato il suo telescopio in grado di vedere le comete? È difficile immaginarlo a letto con il morbillo con un telescopio a disposizione puntato sulla finestra senza alcun desiderio di alzarsi e controllare il cielo per vedere la cometa più brillante di sempre, no? Quindi vista la sua passione per l’astronomia, se avesse avuto un telescopio a disposizione si sarebbe certamente alzato, febbricitante e per pochi minuti per osservarla al suo telescopio, dalla sua camera da letto. Eppure nella lettera a Robert H. Barlow Lovecraft afferma non averla vista perché a casa con il morbillo, pertanto una spiegazione logica è che Howard non avesse un suo telescopio a disposizione e non potesse uscire di casa per recarsi al Ladd Observatory per vedere la cometa. Tutto questo implica che qualche mese dopo, in salute, si sia recato all’osservatorio di Providence per vedere la cometa di Halley!
Le opere di Howard Phillips Lovecraft sono state fortemente influenzate dall'astronomia e dalla mitologia, e non è detto che altri collegamenti possano venir fuori da questo diario che il Nostro tenne per circa sette anni, dai diciotto ai venticinque anni.
Attualmente, S.T. Joshi, uno dei principali biografi di Lovecraft, sta recensendo il diario appena digitalizzato. Ma sono molti gli studiosi di tutto il mondo che lo stanno studiando attentamente alla ricerca di nuove possibili rivelazioni sull’opera di Lovecraft.