Digital Twin e i Presagi Lovecraftiani
Una Visione Oltre il Tempo
Oggi si parla tanto del Digital Twin, una replica virtuale di oggetti fisici usata nei settori industriali, un qualcosa di fantascientifico decisamente lontano dall'universo oscuro e cosmico di H. P. Lovecraft, eppure, rileggendo i suoi testi si possono rivelare presagi inquietanti. Se Lovecraft avesse trattato di questo concetto, probabilmente lo avrebbe descritto non come una tecnologia efficiente, ma come un ponte tra il nostro mondo e piani di realtà inconcepibili, dove le leggi della fisica e della ragione umana vengono sovvertite.
Cos'è un Digital Twin?
Il Digital Twin è un modello virtuale di un oggetto, sistema o processo fisico, che viene continuamente aggiornato con i dati del suo corrispondente fisico. Usato nell'industria manifatturiera, nei trasporti e nella logistica, questo concetto consente una gestione più efficiente delle risorse, simulando vari scenari e migliorando le prestazioni.
Ma sotto questa facciata di progresso, Lovecraft avrebbe probabilmente intravisto un pericolo nascosto: la capacità di creare repliche non solo accurate, ma potenzialmente "viventi", secondo leggi e regole non ancora comprese dall'intelletto umano. In fondo, il suo universo è popolato da entità che sfidano la percezione umana del tempo, dello spazio e della realtà.
Il Legame Lovecraftiano: Duplicazione e Realtà Alternativa
Nel corpus lovecraftiano troviamo alcuni concetti che possono essere letti come presagi di una tecnologia come il Digital Twin. Sebbene Lovecraft non scrivesse di repliche digitali, il tema della duplicazione e dell'interazione con realtà alternative è onnipresente nella sua opera:
"Il Colore venuto dallo Spazio" (1927)
In questo racconto, una meteora porta con sé una strana forma di vita che altera la realtà fisica di tutto ciò che tocca. Non crea una replica di ciò che esiste, ma lo trasforma in modo alieno. Se applicato al concetto di Digital Twin, Lovecraft avrebbe visto in questa tecnologia la potenzialità di portare realtà alternative, che sembrano copie fedeli, ma in realtà corrotte o alterate da forze ignote.
"Qualcosa in quella meteora ha cambiato la terra, l'aria e l'acqua intorno alla fattoria. Il mondo che conosciamo non ha più leggi qui."
"L’Ombra su Innsmouth" (1931)
Qui Lovecraft esplora la fusione tra due razze, quella umana e quella degli Abitatori del Profondo. Sebbene non si tratti di una replica tecnologica, c'è l'idea della duplicazione e fusione tra esseri apparentemente identici. Lovecraft potrebbe aver visto il Digital Twin come la manifestazione di una connessione tra la realtà umana e una dimensione altra, una copia che lentamente si evolve in qualcosa di incomprensibile.
"Gli abitatori del mare erano ormai una parte di me... Il riflesso che vedevo nello specchio non era il mio."
Qui troviamo un esempio di un personaggio che, esplorando l'universo, si duplica in molteplici forme e realtà simultaneamente. Il protagonista, Randolph Carter, diventa un’entità che esiste su diversi piani, un vero e proprio "gemello digitale" ma su scala cosmica. Ogni sua versione è collegata alle altre, un concetto che anticipa il modo in cui i Digital Twin replicano e interagiscono continuamente con il mondo fisico.
"E attraverso i cancelli della chiave d'argento, il mio io non era più uno solo, ma molti, estendendosi attraverso i mondi."
"Il modello di Pickman" (1927)
In questo racconto, un artista crea dipinti talmente realistici da confondere il confine tra la realtà e l’orrore raffigurato. Potremmo vedere qui un'allusione a come una replica virtuale può diventare indistinguibile dall'originale, suscitando l'inquietante domanda: cosa accade quando la copia digitale supera l'originale?
"Non dipingeva quello che vedeva, ma ciò che giaceva nascosto dietro la percezione normale. Qualcosa di più vero del vero."
I Pericoli della Simulazione
Una Visione Lovecraftiana del Futuro
Se Lovecraft fosse vissuto nell'era dei Digital Twin, avrebbe sicuramente trovato inquietante la capacità di replicare perfettamente la realtà. Nella sua visione, queste repliche non sarebbero rimaste semplici copie inerti; sarebbero state contaminate da forze oscure. In un mondo lovecraftiano, un Digital Twin potrebbe essere una porta d'accesso per entità aliene e potenze cosmiche oltre la nostra comprensione, pronte a sfruttare la nostra arroganza tecnologica per manifestarsi nel nostro mondo.
Nelle sue storie , Lovecraft spesso avverte che la conoscenza proibita porta inevitabilmente alla follia o alla distruzione. Il Digital Twin, per quanto innovativo, potrebbe rappresentare, in questo contesto, un incubo di replicazione incontrollata, dove la distinzione tra reale e virtuale si dissolve, aprendo la strada a forze distruttive.
Cilindri mentali e Digital Twin
Gli Yithiani, o Grandi Razziatori del Tempo, sono figure centrali nel racconto di H.P. Lovecraft "L’Ombra Venuta dal Tempo" (1936). In questa storia, gli Yithiani utilizzano una tecnologia aliena che consente loro di trasferire le coscienze tra corpi diversi attraverso il tempo. Tuttavia, il collegamento più interessante riguarda i cilindri mentali, dispositivi in cui conservano i cervelli delle creature conquistate per continuare a usarne l’intelligenza e la memoria. Questi cilindri contengono un insieme di conoscenze e coscienze in attesa di essere "riattivati", il che li rende un interessante precursore del concetto moderno di Digital Twin.
Il Concetto dei Cilindri Mentali e i Digital Twin
Il Digital Twin è una replica virtuale di un sistema fisico, continuamente aggiornata e in grado di simulare il comportamento del suo corrispettivo reale. Nel contesto dei cilindri mentali degli Yithiani, possiamo vedere una somiglianza concettuale: gli Yithiani immagazzinano le informazioni mentali di creature estinte o di coloro che vogliono usare come contenitori per esperienze future. Questi cervelli possono essere riattivati in seguito, come se fossero una "replica" che contiene non solo la conoscenza ma anche la coscienza e l'identità della creatura originale.
In questo senso, i cilindri mentali rappresentano una forma di digitalizzazione ante litteram della mente e della memoria. Proprio come un Digital Twin conserva e simula un sistema fisico per fini di analisi e previsione, i cilindri degli Yithiani conservano e proteggono la mente per un eventuale uso futuro. La loro tecnologia, quindi, anticipa una forma di replicazione della coscienza molto simile al concetto di duplicazione virtuale odierna.
Il Terrore di Lovecraft per la Conservazione della Coscienza
Dal punto di vista di Lovecraft, questo atto di conservazione cerebrale non è affatto positivo. I cilindri mentali rappresentano l'orrore della perdita dell'identità individuale e l'interferenza con le leggi naturali del tempo e dello spazio. La possibilità di trasferire o replicare la coscienza è sempre presentata come una violazione innaturale dell'ordine cosmico, in linea con la sua filosofia nichilista e cosmica. Per Lovecraft, la conservazione mentale negli Yithiani è un modo per controllare e dominare altre specie, non per arricchire la conoscenza. Gli si può dar torto?
In "L’Ombra Venuta dal Tempo", ad esempio, il protagonista si trova vittima di questo trasferimento di coscienza e scopre con orrore che la sua mente è stata temporaneamente "scambiata" con quella di un’entità Yithiana in un'epoca remota. Anche la possibilità che la mente possa essere separata dal corpo, immagazzinata e riutilizzata sfida l'idea stessa di continuità e identità umana, elementi che Lovecraft vedeva come precari e soggetti a forze cosmiche più grandi.
Presagi di Digital Twin negli Scritti di Lovecraft
Pur non essendo un concetto tecnologico, i Cilindri Mentali possono essere visti come un archetipo primordiale di ciò che oggi chiamiamo Digital Twin. In entrambi i casi, si ha la creazione di una "copia" o "replica" di un'entità fisica (in questo caso, la mente) che può essere studiata, controllata o riattivata. Per Lovecraft, questo solleva domande angoscianti su cosa significhi essere umani, e su quanto il confine tra il fisico e il virtuale (o tra mente e corpo) possa essere sfumato.
Queste idee suggeriscono che, come il Digital Twin, anche i cilindri degli Yithiani non siano semplici strumenti neutri, ma veicoli per l'esplorazione di nuove dimensioni e tempi, che potrebbero sfuggire al controllo di chi li ha creati. Lovecraft, ossessionato dalle forze aliene e cosmiche che minano l'illusione della centralità dell'uomo nell'universo, avrebbe probabilmente visto l'odierna tecnologia del Digital Twin come un ulteriore passo verso la perdita di controllo dell'umanità sul proprio destino.
"L’Ombra Venuta dal Tempo" (1936)
"La cosa dentro di me si era impadronita della mia coscienza, e i miei pensieri non mi appartenevano più. Eppure, c'era un'inquietante familiarità nella mia condizione attuale: come se fosse stato già pianificato, una replica perfetta che esisteva fuori dal tempo."
In questo passaggio, il protagonista riflette sul suo stato di alienazione dopo lo scambio mentale con un Yithiano, che anticipa il terrore di avere una "replica" della propria coscienza gestita da forze aliene.
"L'Ombra su Innsmouth" (1931)
"Gli Innsmouthiani non erano esseri di questa Terra... Erano copie, proiezioni di esseri più antichi e alieni, portati qui per fini che sfuggivano alla nostra comprensione."
Anche qui possiamo vedere una possibile metafora per la replica e la conservazione di entità attraverso piani di esistenza diversi, che richiama l'idea del Digital Twin.
Riferimenti Bibliografici
Lovecraft, H.P. L’Ombra Venuta dal Tempo, Weird Tales, 1936.
Lovecraft, H.P. L'Ombra su Innsmouth, Visionary Publishing Company, 1931.
Lovecraft, H.P. Il Colore venuto dallo Spazio, 1927.
Lovecraft, H.P. L'Ombra su Innsmouth, 1931.
Lovecraft, H.P. Attraverso i cancelli della chiave d'argento, 1934.
Lovecraft, H.P. Il modello di Pickman, 1927.