IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO
DI RICHARD
STANLEY
Ho recentemente visto “The Colour Out of Space” di Richard Stanley.
È un
buon film, forse il migliore fatto per il racconto “Il Colore Venuto dallo
Spazio”, non troppo fedele alla storia originale ma comunque abbastanza
convincente. “Dagon” è di gran lunga il miglior film con ambientazione
Lovecraftiana rispettata, questo va detto subito.
Il
mio sarà un commento senza spoiler con solo alcune osservazioni marginali.
Cominciamo.
Mi
chiedo per esempio, visto che non si è voluto rispettare la trama originale del
racconto—forse ambientarlo negli anni venti dello scorso secolo costava
troppo—come mai sono stati cambiati i nomi dei protagonisti.
Insomma
perché perdere delle chicche, dei giochi di parole splendidi che Lovecraft
aveva fatto nel suo racconto? Non c’era alcuna necessità del Grande Schermo
visto che Nahum diventa Nathan—perdendosi così i riferimenti all’anagramma
lovecraftiano Nahum-Human che evidenziava come il protagonista fosse l’umanità
o, se vogliamo inserire anche il cognome Gardner—Giardiniere, come si parli di
un parallelismo con l’Umano Giardiniere, il Giardino dell’Eden e moltissime
altre interpretazioni possibili di uno delle tante easter eggs che Howard
Phillips Lovecraft inserì nel suo racconto come spiego nel saggio “Il Colore
Venuto dallo Spazio” primo numero della collana I Miti di Arkham che analizzerà
nel prossimo futuro l’opera e le curiosità, del Sognatore di Providence. Nel
film Stanley cambia anche i nomi dei tre figli… ma perché, che bisogno c’era?
Che
bisogno c’era di inserire una figlia wiccan? O il Necronomicon di Simon nella
vicenda?
Che
bisogno c’era di mettere, l’interessante, personaggio di Ezra?
E perché
cancellare i tre professori della Miskatonic?
Davvero incomprensibile perchè così si perdono delle chicche, dei giochi di parole che H. P. Lovecraft aveva sapientemente inserito nel suo racconto.
Concludendo quindi, a
parte tutto questo, che non è poco e sembra del tutto gratuito, il film è piacevole
nonostante non sia fedele al racconto come poteva essere.
PS:
Nonostante
la terribile situazione attuale, ho deciso di continuare a postare e a far
uscire anche il mio saggio annotato intitolato “Il Colore Venuto dallo Spazio” benché, devo
ammettere, che non sono riuscito a curare l’editing dello stesso come altri
libri. Me ne scuso fin d’ora con i lettori.