martedì 21 aprile 2020

IL COLORE VENUTO DALLO SPAZIO
 DI RICHARD STANLEY





Ho recentemente visto “The Colour Out of Space” di Richard Stanley.
È un buon film, forse il migliore fatto per il racconto “Il Colore Venuto dallo Spazio”, non troppo fedele alla storia originale ma comunque abbastanza convincente. “Dagon” è di gran lunga il miglior film con ambientazione Lovecraftiana rispettata, questo va detto subito.
Il mio sarà un commento senza spoiler con solo alcune osservazioni marginali.
Cominciamo.
Mi chiedo per esempio, visto che non si è voluto rispettare la trama originale del racconto—forse ambientarlo negli anni venti dello scorso secolo costava troppo—come mai sono stati cambiati i nomi dei protagonisti.
Insomma perché perdere delle chicche, dei giochi di parole splendidi che Lovecraft aveva fatto nel suo racconto? Non c’era alcuna necessità del Grande Schermo visto che Nahum diventa Nathan—perdendosi così i riferimenti all’anagramma lovecraftiano Nahum-Human che evidenziava come il protagonista fosse l’umanità o, se vogliamo inserire anche il cognome Gardner—Giardiniere, come si parli di un parallelismo con l’Umano Giardiniere, il Giardino dell’Eden e moltissime altre interpretazioni possibili di uno delle tante easter eggs che Howard Phillips Lovecraft inserì nel suo racconto come spiego nel saggio “Il Colore Venuto dallo Spazio” primo numero della collana I Miti di Arkham che analizzerà nel prossimo futuro l’opera e le curiosità, del Sognatore di Providence. Nel film Stanley cambia anche i nomi dei tre figli… ma perché, che bisogno c’era?
Che bisogno c’era di inserire una figlia wiccan? O il Necronomicon di Simon nella vicenda?
Che bisogno c’era di mettere, l’interessante, personaggio di Ezra? 
E perché cancellare i tre professori della Miskatonic?
Davvero incomprensibile perchè così si perdono delle chicche, dei giochi di parole che H. P. Lovecraft aveva sapientemente inserito nel suo racconto.
Concludendo quindi, a parte tutto questo, che non è poco e sembra del tutto gratuito, il film è piacevole nonostante non sia fedele al racconto come poteva essere.


PS:

Nonostante la terribile situazione attuale, ho deciso di continuare a postare e a far uscire anche il mio saggio annotato intitolato  “Il Colore Venuto dallo Spazio” benché, devo ammettere, che non sono riuscito a curare l’editing dello stesso come altri libri. Me ne scuso fin d’ora con i lettori.