sabato 27 luglio 2019

LOVECRAFT & AQUAMAN

LOVECRAFT & AQUAMAN




La narrativa di H.P. Lovecraft era notoriamente coinvolgente. Autori come Stephen King, Alan Moore, Neil Gaiman e William S. Burroughs hanno esplicitamente riconosciuto la sua influenza. Tutti gli episodi di X-Files ambientati nelle piccole città americane ricordano la visione di Lovecraft delle piccole e decadute città del New England come Dunwich e Innsmouth. Gli Dei Anziani e l'Idra nell'Universo Marvel sembrano ispirati ai “Grandi Antichi”, alle stelle e ai loro adoratori nel mito di Cthulhu.

E anche il recente film di Aquaman ha preso esplicitamente ispirazione da Lovecraft. Subito in apertura del film c’è il padre di Arthur, il guardiano del faro, e poco dopo appare l'immagine di un globo di vetro contenente un faro, collocato su una copia del libro The Dunwich Horror e altre storie di H.P. Lovecraft sul suo tavolino da caffè.
Insomma Aquaman comincia con un bel cameo lovecraftiano che deve servirci da guida nell’analisi, ma attenzione, non tutto è come sembra.


Il film strizza subito l’occhio a “La nave Bianca” (The White Ship) del 1919, un racconto di Lovecraft che racconta le visioni di un guardiano del faro sulle rive del Massachusetts. E l'inizio di Aquaman e sembra davvero far riecheggiare le prime pagine del racconto del Sognatore di Providence:
Sono Basil Elton, custode della luce di North Point, proprio come mio padre e mio nonno prima di me. Lontano dalla costa sorge il faro grigio, che si eleva sopra le rocce sommerse e fangose ​​che sono visibili con la bassa marea, ma scompaiono alla vista quando le maree si alzano. Di fronte a quel faro, le maestose navi dei sette mari hanno sfilato per oltre un secolo. Ai tempi di mio nonno erano parecchie, ai tempi di mio padre un po' meno: ora sono così rare che a volte mi sento stranamente solo, come l'ultimo uomo del mondo.
Antiche navi a vela arrivano da sponde lontane, rive d'oriente dove il sole brilla con più calore e dolci profumi aleggiano su giardini misteriosi e templi felici. I vecchi lupi di mare si intrattenevano spesso con mio nonno per parlargli di queste cose, e a sua volta egli le ripeteva a mio padre, che me le ha raccontate nelle lunghe sere d'autunno in cui il vento ulula orribilmente da oriente. Ho letto molto su queste e altre cose ancora; le ho lette nei libri che gli uomini mi davano quando ero ancora giovane e pieno di meraviglia.
Ma più stupefacente della sapienza dei vecchi e dei racconti contenuti nei libri, è il segreto dell'oceano.

Quindi siamo alle prime battute del film e già ci sono due evidenti riferimenti a Lovecraft e al ciclo di Cthulhu. In fondo però lo ha dichiarato lo stesso talentuoso regista James Wan che, a una domanda sull’influenza di Lovecraft nel suo film ha risposto: “Ho capito che non potevo fare un film come Aquaman senza rendere conto al Lovecraft che è dentro di me…”

Ora nel film Aquaman i regni sottomarini sono sette, uno di questi è Atlantide i cui abitanti sono simili agli uomini mentre gli altri regni hanno esseri molto diversi a cominciare da tritoni e sirene. Uno di questi regni “Trench” è popolato da genti fin troppo simili agli abitatori del profondo di lovecraftiana memoria. Una razza di uomini-pesce che sono degenerati e finiti in barbarie. Questa razza ostile e pericolosa abita nelle regioni più profonde e attacca chiunque. In una delle scene più emozionanti del film, una piccola barca guidata da Aquaman e Mera viene avvicinata da dozzine di questi mostri. La scena sembra uscita da una produzione di orrore, con mostri squamosi che circondano gli eroi di tutte le parti che devono attraversarne un'orda. Davvero impossibile non sperare che qualcuno con questi mezzi possa produrre “The Shadow over Innsmouth” dopo aver visto tutto questo!
Speriamo! Aquaman tratta delle profondità insondabili. Un mondo praticamente sconosciuto pieno di misteri e le cose che non possiamo nemmeno immaginare dalla superficie. A un certo punto del lungometraggio, si dice che sappiamo di più su ciò che esiste oltre la Terra, su altri pianeti, di quello che esiste nelle profondità abissali.


L'intera storia di Aquaman, con il suo eroe mezzo umano e mezzo Atlantideo, sembra discendere non solo, come vedremo, da “L’Ombra su Innsmouth” tradotta anche come “La Maschera di Innsmouth” di Lovecraft. In quella storia il narratore scopre che i cittadini di Innsmouth, nel Massachusetts, si sono incrociati con una razza simile ai pesci che vivono nel mare. Quelli di sangue misto sembrano perfettamente umani, ma quando raggiungono la mezza età cominciano a manifestare tendenze sempre più ittiche nell'aspetto e nel comportamento, finché un giorno si inoltrano nel mare per unirsi ai loro cugini acquatici. Il narratore scopre inoltre che un suo antenato apparteneva proprio a questo ceppo marino. E alla fine della storia si rassegna alla progressiva corruzione del suo corpo e della sua anima e progetta di dirigersi verso l'Atlantico, per non tornare mai più.
È interessante notare che Lovecraft lascia che un personaggio esprima il proprio atteggiamento in “The Shadow over Innsmouth” mentre il narratore acquista un biglietto dell'autobus per Innsmouth, l'agente di biglietteria, ignaro dei matrimoni con la gente anfibia, spiega perché la gente delle città vicine evita quel posto:

“Eppure credo che alla base di tutto vi fossero dei semplici pregiudizi razziali; non che biasimi chi li coltiva, visto che, da parte mia, odio francamente quelli di Innsmouth e non andrei in quel posto neanche per tutto l'oro del mondo. Immagino che lei sappia - anche se è dell'ovest, l'ho capi-to dall'accento - che una quantità di bastimenti del nostro New England batteva i più strani e lontani porti dell'Africa, dell'Asia, dei Mari del Sud e di chissà quali altri posti ancora, e che spesso riportava in patria gente di quei paraggi. Senz'altro avrà sentito parlare di quel tale di Salem che tornò a casa con una moglie cinese, e forse saprà che esiste ancora una colonia di indigeni provenienti dalle isole Fiji nei paraggi di Capo Cod.
Bene, penso che la gente di Innsmouth abbia alle spalle un'esperienza del genere. Il paese è sempre stato tagliato fuori dalla regione circostante da fiumi e paludi, e quindi non possiamo sapere con precisione cosa sia successo, ma è abbastanza probabile che il vecchio capitano Marsh abbia portato a casa degli esemplari parecchio strani quando aveva una flotta di tre navi, nel '20 e nel '30. Ancor oggi la gente di Innsmouth ha un aspetto bizzarro: non saprei come descriverlo, ma è un fatto indiscutibile. Se ne accorgerà osservando Sargent, se prenderà la corriera. Alcuni hanno la te-sta curiosamente stretta, il naso piatto, occhi vitrei e sporgenti che sembra non si chiudano mai; neanche la loro pelle è normale, ma raggrinzita e coperta di croste. E ai lati del collo presentano una specie di pieghe grinzose. Diventano calvi molto giovani. I più vecchi hanno un aspetto anche peggiore, sebbene, a onor del vero, non ricordi di aver mai visto una persona anziana di Innsmouth. Probabilmente muoiono prima di paura guardandosi allo specchio! Gli animali detestano questa gente... prima che ci fossero le automobili avevano sempre molte noie con i cavalli.”

Ecco che quindi lo stesso Lovecraft riconosceva un aspetto pregiudizievole, anche se lo difendeva. Sembra impotente di fronte a tutto ciò, se vogliamo prendere questo specifico racconto come metafora della sua visione delle razze ma, se vogliamo dar retta a Frank Belknap Long, che gli fu amico per venti anni, e ad altri suoi amici, Lovecraft non fu mai udito esprimere concetti razzisti né pronunciò mai frasi di quel genere, ma addirittura era sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà. Da qui non vogliamo dire che non avesse idee conservatrici, tutt’altro era il più conservatore dei conservatori! Ma per coloro che sostengono ciecamente che Lovecraft fosse razzista, senza conoscere l’America di quel periodo, e si pongono la domanda se leggere autori simili, crediamo che per quel che riguarda Lovecraft la risposta debba essere affermativa. Lovecraft fu un grande scrittore e possiamo e dobbiamo leggerlo nonostante tutto. Cosa che ha fatto a fondo il regista di Aquaman James Wan che infatti all’inizio del suo film mostra una copia del libro The Dunwich Horror and Others a casa di Curry quando lui e Atlanna si innamorano. Ma come accennato questo cameo non è casuale in quanto si tratta di una raccolta di storie di H.P. Lovecraft in cui c’è anche il romanzo del 1931 “The Shadow Over Innsmouth”, pubblicato su Weird Tales solo nel 1942 due anni dopo la morte del Sognatore di Providence, da cui il film sembra trarre ispirazione.
Il racconto di Lovecraft si svolge in gran parte in una remota città costiera nel New England dove i locali si incrociano con una razza di esseri acquatici noti come gli Abitatori del Profondo. Il narratore scopre di essere un prodotto dell'allevamento ibridato e accetta il suo destino sotto il mare.
Arthur Curry, l'omonimo supereroe DC, è il prodotto di una relazione simile tra esseri umani e Atlantidei. Insomma il riferimento a tematiche lovecraftiane è evidente e a un certo punto anche il cattivo del film Black Manta quota esplicitamente una frase di Lovecraft del racconto “Il Richiamo di Cthulhu” quando attacca Arthur e Mera. Ma le influenze Lovecraftiane non si fermano alle citazioni di Aquaman e Black Manta. Il regista ha intriso gran parte del suo film con storie che ruotavano attorno a civiltà perdute e creature antiche e ultraterrene che sfidano le spiegazioni della scienza convenzionale insomma anche qui come nei racconti di Lovecraft oltre alle civiltà dimenticate si aggirano bestie indefinibili all'ombra del vecchio mondo, portando la trama in avanti.
James Wan inserisce anche alcune chicche Lovecraftiane solamente visuali come:


Sullo sfondo la scritta Octopus

Un trono tentacolare

Il Grande Antico che emegre

Cosa sono se non Abitatori del Profondo?




La connessione più diretta tra il lavoro di Lovecraft e il mare riguarda gli orrori delle profondità. Ma lo analizzeremo in dettaglio nel secondo e conclusivo post su Lovecraft & Aquaman.