venerdì 14 giugno 2019


CURIOSITA’ LOVECRAFTIANE



La vita di H.P. Lovecraft, famossissimo scrittore del New England, è colma di miti e dicerie. Voci incontrollate, che nel corso degli anni si sono accavallate, hanno creato una serie di leggende, la maggior parte false, sul personaggio dietro lo scrittore. Alcune di queste sono completamente errate, figlie di strumentalizzazioni e superficialità, altre invece sono vere, ma sono così incredibili da rasentare i suoi racconti.  

È risaputo che Lovecraft amasse il caldo e odiasse il freddo. 
Non era una semplice avversione, apparentemente il Sognatore di Providence aveva problemi fisiologici con il freddo: irrigidimento delle articolazioni, lentezza, ecc. Più faceva caldo per lui meglio era, lo racconta lui stesso durante i suoi lunghi soggiorni in Florida e a Key West. Ecco uno dei tanti miti che vanno sfatati, Lovecraft amava il caldo! Lo amava alla follia e stava bene solo se la temperatura era sopra i venti gradi. Lovecraft aveva, tanto per ricordare qualche altra curiosità anche un'ossessione di mangiare la marmellata con zucchero spruzzato sopra. 

Anche uno dei suoi primi biografi cadde in errore, il famoso scrittore S. L. DeCamp scrisse che Lovecraft era così offeso dalle copertine sexy di Weird Tales che strappò quelle delle sue copie - eppure la sua intera collezione della rivista che fu donata alla John Hay Library di Providence, la biblioteca che raccoglie moltissimi suoi scritti originali, ha tutte le copertine intatte! Chissà dove DeCamp ha preso quella notizia! Uno dei tanti falsi miti sulla sua figura. Per non parlare del fatto che fino a pochissimi anni fa si credeva, erroneamente, che Lovecraft fosse un recluso e che evitasse il contatto umano. chi si era preso la briga di leggere le lettere del Sognatore di Providence aveva compreso subito che l’affermazione non corrispondeva a realtà, nonostante alcuni saggisti in maniera scellerata scrivessero il contrario. Fortunatamente oggi quasi tutti sanno che è un altro dei falsi miti. La sua copiosa corrispondenza, che registrò tra l’altro i suoi numerosi viaggi e le visite e le esplorazioni con numerosi amici, è li ha testimoniarlo. Come lo testimoniano le raccolte delle memorie che i suoi amici hanno scritto dopo la sua morte. Lovecraft non era il disadattato che tanti insistevano nel dipingere, (mi viene in mente un franco-belga da noi tradotto), ma un tipo piuttosto ordinario con un'immaginazione straordinaria - e un eccellente scrittore. Penso che questa storia del “maestro” abbia alimentato molti miti. Le persone amano l'immagine di un genio eccentrico e sono disposte a credere a ogni sorta di storie in questo senso. 

Vero è che Lovecraft usasse bere caffè dolcissimo riempiendolo di abbondanti quantità di zucchero, che fosse in grado di mangiare nove pinte di gelato una dopo l’altra. Ma è bene ricordarlo fu tutt'altro che un ‘eccentrico recluso’, viaggiò estesamente su e giù per l’East Coast, dal Quebec a Saint Augustine, in Florida, spendendo tutti i suoi risparmi. Nel saggio Misteri e Curiosità Di H.P. Lovecraft si può, per la prima volta, scoprire chi fosse in realtà il padre di Cthulhu. 

La cosa interessante è che, più si scava più si scopre la sua vera indole e il suo vero carattere, balza subito agli occhi, per esempio che, nonostante sia stato descritto come un individuo solitario, facesse amicizia ovunque andasse, indipendentemente dallo status socioeconomico o di ‘classe’ delle persone, e i numerosi racconti di chi lo ha conosciuto, o anche solo incontrato per poche ore, citano la sua ottima compagnia e la sua gentilezza verso gli altri - un bel contrasto con la caricatura di un recluso o solitario così spesso raccontato a distanza di anni da persone che non lo hanno mai conosciuto.