sabato 29 giugno 2019


SOGNI & PROFEZIE IN LOVECRAFT 2



Insomma quindi i sogni e le profezie, che costellarono la sua vita, permearono anche nelle sue opere. Tanto che qualcuno cominciò a pensare che fosse un occultista o comunque una sorta di sciamano. 
H.P. Lovecraft scrive in una lettera a Rheinhart Kleiner, del 21 maggio 1920:
“…onestamente, ho viaggiato verso luoghi insoliti che non sono sulla terra o su nessun pianeta noto. Ho cavalcato comete & sono stato fratello delle nebule…”
Come detto molti dei sogni di Lovecraft sono diventati racconti come La Dichiarazione di Randolph Carter che altro non è che un sogno di Lovecraft in cui, lo scrittore è Randolph Carter, e il suo amico, Samuel Loveman, è celato dietro il personaggio di Harley Warren.


Oltre alle storie che si supponeva fossero sogni, essi figuravano anche come dispositivi di trama nelle narrative di Lovecraft. Infatti a volte venivano inseriti nei racconti altre volte erano mischiati ad essi. Ne Il Richiamo di Cthulhu il sogno di Henry Anthony Wilcox con il bassorilievo in argilla fresca portato in visione a un professore universitario per lo studio, rappresentava proprio una parte di un sogno Lovecraft come emerge dalla lettera Round-Robin ai Gallomo, (Alfred Galpin, Samuel Loveman, e Maurice W. Moe), scritta da Lovecraft nel gennaio 1920.
Ma i sogni di Lovecraft, la sua Sapienza onirica prova come sostengono alcuni occultisti che era praticamente un esoterista? Quali fattori gli permettevano di accedere a questi regni fantastici, non disponibili per i comuni sognatori, e poi ricordarli? C’è qualcosa in comune tra i Native American Medicine People e i sogni di Lovecraft?

Basandosi sulla favolosa vita onirica di Lovecraft e sul suo uso del leggendario Necronomicon, alcuni appassionati dell'occulto lo hanno associato a un adepto segreto di una setta o addirittura a o uno stregone misterioso. Tuttavia, almeno nelle lettere che ci sono giunte sinora Lovecraft afferma di non credere nella magia.

“Tutto quello che dico è che penso sia dannatamente improbabile che esista qualcosa come una volontà cosmica centrale, un mondo spirituale o una sopravvivenza eterna della personalità. Sono le ipotesi più assurde e ingiustificate che si possono fare sull'universo…. In teoria sono un agnostico, ma in attesa della comparsa di prove radicali devo essere classificato, in pratica e in via provvisoria, come ateo” scrive in una lettera a Robert E. Howard il 16 Agosto 1932.

Nonostante l'ateismo dichiarato di Lovecraft, alcuni occultisti implicano ancora che abbia vissuto una doppia vita - il lato nascosto sarebbe quello di un praticante di magia. Certo questo, per quanto improbabile, sembra possibile visto che Lovecraft aveva na doppia vita sociale. Oggi in molti pensano, esternando i suoi scritti, che fosse vagamente razzista eppure in realtà Lovecraft aveva moltissimi amici ebrei come Samuel Loveman e si era addirittura sposato con immigrata un’ebrea russa al secolo Sonja Simonovna Šafirkin. Insomma un uomo dalla doppia vita! Ma l'uso del Necronomicon da parte di Lovecraft dimostra il suo essere un occultista?
Una leggenda metropolitana suggerisce che l'iniziazione esoterica di Lovecraft sia avvenuta attraverso sua moglie, Sonia in quanto questa avrebbe avuto una relazione precedente con il famigerato mago inglese, Aleister Crowley:

“Nel 1918 Crowley era a New York. Come sempre, stava cercando di stabilire la sua reputazione letteraria e stava contribuendo a The International and Vanity Fair. Sonia Greene era un'emigrata ebrea energica e ambiziosa con ambizioni letterarie, ed era entrata a far parte di un club per cene e conferenze chiamato "Walker's Sunrise Club"; fu lì che incontrò per la prima volta Crowley, che era stato invitato a tenere un discorso sulla poesia moderna... Crowley non perdeva tempo con le donne; e si sono incontrati in maniera incostante per alcuni mesi” come si legge in Why did the novelist H.P. Lovecraft claim to have invented the Necronomicon? di Colin Low.
E proprio tramite questo incontro della sua futura moglie con Crowley Lovecraft avrebbe acquisito la conoscenza del terribile Libro. Lo stesso Low poi fa marcia indietro e nega che quanto affermato in precedenza.


H.P. Lovecraft scrisse riguardo l’occultismo a Clark Ashton Smith, il 9 ottobre del 1925:
“No, non ho mai letto nulla dell'occultismo formale... la scrittura weird è più efficace se evita le superstizioni trite e le formule popolari del culto. Sono... un materialista assoluto ...con neppure un briciolo di credenza in qualsiasi forma di soprannaturalismo: religione, spiritualismo, trascendentalismo, metempsicosi o immortalità. Potrebbe essere, tuttavia, che potrei ottenere i germi di alcune buone idee dall'attuale picchiettio della frangia pazzesca psichica; E ho spesso pensato di comprare un po' delle cianfrusaglie vendute in una libreria di occultisti nella 46esima strada. Il problema è che costano maledettamente troppo... visto il mio stato attuale. Quanto costa la brochure che hai appena letto? Se qualcuno di questi pazzoidi culti avessero opuscoli gratuiti & “letteratura” con argomenti descrittivi suggestivi, non mi dispiacerebbe avere il mio nome associato a loro. L'idea che la magia nera esista in segreto oggi, o che gli antichi riti infernali sopravvivano ancora nell'oscurità, è quella che ho usato & che userò di nuovo.”
Al massimo, Howard Phillips Lovecraft ha usato i riferimenti a libri come il Necronomicon e il suo pantheon degli Antichi come strumenti per sospendere l'incredulità in coloro che leggono la sua narrativa. Bisogna fare attenzione quindi a saltare alle conclusioni, solo il fatto che qualcuno conosca il Necronomicon, non rende quella persona un occultista.

Lovecraft affermava che i suoi sogni erano così genuini che al risveglio l'impressione della loro veridicità lo turbava, scrive in una lettera a Maurice W. Moe, il 15 maggio 1918: “Ho analizzato molto profondamente questo dettaglio perché il sogno mi ha colpito molto. Questa non è una storia d'amore della reincarnazione, vedrai che non ha né climax né niente, ma era molto reale... A questo punto mi chiedi da dove vengono queste storie! Rispondo, secondo il tuo pragmatismo, che il sogno era reale quanto la mia presenza a questo tavolo, con la penna in mano! Se la verità o la falsità delle nostre convinzioni e impressioni sono immateriali, allora io sono, o ero, indiscutibilmente uno spirito disincarnato che si libra su una città molto singolare, molto silenziosa e molto antica, a metà tra le colline grigie e morte. Pensavo di essere lì in quel momento, quindi cos'altro conta? Pensi che io fossi veramente così spirito come ora sono H.P. Lovecraft? Io no.”

venerdì 14 giugno 2019


CURIOSITA’ LOVECRAFTIANE



La vita di H.P. Lovecraft, famossissimo scrittore del New England, è colma di miti e dicerie. Voci incontrollate, che nel corso degli anni si sono accavallate, hanno creato una serie di leggende, la maggior parte false, sul personaggio dietro lo scrittore. Alcune di queste sono completamente errate, figlie di strumentalizzazioni e superficialità, altre invece sono vere, ma sono così incredibili da rasentare i suoi racconti.  

È risaputo che Lovecraft amasse il caldo e odiasse il freddo. 
Non era una semplice avversione, apparentemente il Sognatore di Providence aveva problemi fisiologici con il freddo: irrigidimento delle articolazioni, lentezza, ecc. Più faceva caldo per lui meglio era, lo racconta lui stesso durante i suoi lunghi soggiorni in Florida e a Key West. Ecco uno dei tanti miti che vanno sfatati, Lovecraft amava il caldo! Lo amava alla follia e stava bene solo se la temperatura era sopra i venti gradi. Lovecraft aveva, tanto per ricordare qualche altra curiosità anche un'ossessione di mangiare la marmellata con zucchero spruzzato sopra. 

Anche uno dei suoi primi biografi cadde in errore, il famoso scrittore S. L. DeCamp scrisse che Lovecraft era così offeso dalle copertine sexy di Weird Tales che strappò quelle delle sue copie - eppure la sua intera collezione della rivista che fu donata alla John Hay Library di Providence, la biblioteca che raccoglie moltissimi suoi scritti originali, ha tutte le copertine intatte! Chissà dove DeCamp ha preso quella notizia! Uno dei tanti falsi miti sulla sua figura. Per non parlare del fatto che fino a pochissimi anni fa si credeva, erroneamente, che Lovecraft fosse un recluso e che evitasse il contatto umano. chi si era preso la briga di leggere le lettere del Sognatore di Providence aveva compreso subito che l’affermazione non corrispondeva a realtà, nonostante alcuni saggisti in maniera scellerata scrivessero il contrario. Fortunatamente oggi quasi tutti sanno che è un altro dei falsi miti. La sua copiosa corrispondenza, che registrò tra l’altro i suoi numerosi viaggi e le visite e le esplorazioni con numerosi amici, è li ha testimoniarlo. Come lo testimoniano le raccolte delle memorie che i suoi amici hanno scritto dopo la sua morte. Lovecraft non era il disadattato che tanti insistevano nel dipingere, (mi viene in mente un franco-belga da noi tradotto), ma un tipo piuttosto ordinario con un'immaginazione straordinaria - e un eccellente scrittore. Penso che questa storia del “maestro” abbia alimentato molti miti. Le persone amano l'immagine di un genio eccentrico e sono disposte a credere a ogni sorta di storie in questo senso. 

Vero è che Lovecraft usasse bere caffè dolcissimo riempiendolo di abbondanti quantità di zucchero, che fosse in grado di mangiare nove pinte di gelato una dopo l’altra. Ma è bene ricordarlo fu tutt'altro che un ‘eccentrico recluso’, viaggiò estesamente su e giù per l’East Coast, dal Quebec a Saint Augustine, in Florida, spendendo tutti i suoi risparmi. Nel saggio Misteri e Curiosità Di H.P. Lovecraft si può, per la prima volta, scoprire chi fosse in realtà il padre di Cthulhu. 

La cosa interessante è che, più si scava più si scopre la sua vera indole e il suo vero carattere, balza subito agli occhi, per esempio che, nonostante sia stato descritto come un individuo solitario, facesse amicizia ovunque andasse, indipendentemente dallo status socioeconomico o di ‘classe’ delle persone, e i numerosi racconti di chi lo ha conosciuto, o anche solo incontrato per poche ore, citano la sua ottima compagnia e la sua gentilezza verso gli altri - un bel contrasto con la caricatura di un recluso o solitario così spesso raccontato a distanza di anni da persone che non lo hanno mai conosciuto.

venerdì 7 giugno 2019


LOVECRAFT SULLE MONTAGNE RUSSE



Coloro i quali amano l’immagine di H.P. Lovecraft triste, solitario e recluso, tratti che tutti abbiamo in alcuni periodi della nostra vita, e che qualche scrittore come Michel Houellebecq ha strumentalmente utilizzato per dipingere un Lovecraft che gli assomigliasse e che incarnasse la sua visione del mondo il cui peggior libro (una sorta di biografia del genio di Providence) è stato purtroppo tradotto in Italia, difficilmente riusciranno ad immaginare Lovecraft che va in un parco divertimenti tipo Disneyland. Per costoro sarà quasi impossibile immaginare il cupo padre di Cthulhu (che però cupo non era) provare una dopo l'altra tutte le giostre e poi sfrecciare sulle montagne russe più alte e grandi. Ma è successo, mettetevi l'anima in pace, ed è successo forse anche più volte. 




Nel novembre 1921 la sua amica, (a proposito Lovecraft ne aveva di amici e quante di queste erano donne!) la scrittrice Mrs. Miniter, scrisse un lungo e interessante resoconto sulla Boston Convention di giornalisti dilettanti avvenuto nel luglio dello stesso anno. nel rapporto della Miniter si legge che subito dopo la convention i partecipanti si erano recati al parco divertimenti di Revere Beach di Boston:
“... lui [Lovecraft] ha provato tutte le acrobazie soporifere di Revere...” scrive in senso ironico la Miniter “...a Revere Beach, il signor Lovecraft si era gettato giù dalle montagne russe alte più di 25 metri in un attimo.” (Lovecraft Remembered, p.83).



Ma anche George Houtain scrisse di quella gita a Revere Beach, nel suo ricordo di Lovecraft:
“…siamo andati tutti a Revere Beach. Qui Howard Lovecraft e Albert Sandusky si gettarono da oltre 25 metri tre volte di seguito e Howard si lamentò amaramente della docilità e della facilità di tutto questo. Il più grande divertimento è stato [il passaggio] “Over The Falls”. Dopo aver attraversato varie camere di piani ingannevoli, siamo stati scortati singolarmente e in coppia ad un piccolo ascensore, dove ci siamo seduti in attesa che l'ascensore scendesse o che si aprisse una tenda e che comunque lo spettacolo iniziasse. Ma improvvisamente, prima che potessimo capire cosa stava succedendo tutto il fronte cedette, il sedile ci spinse in avanti, e un secondo dopo  stavamo cavalcando le onde più grandi e alte che si possano immaginare. Immagina, se ci riesci, la forma filosofica di un Henry Padget-Lowe, Edward Softly, Theobald Jr., H.P.L., saltarne fuori e rimbalzare verso di noi urlante di eccitazione.” (Lovecraft Remembered, p.88-89).

I tre nomi citati da George Houtain sono tre degli pseudonimi che usava Lovecraft. Nello specifico, l'altro appassionato di montagne russe, Albert Sandusky era l'editore di Boys' World, di circa sei anni più giovane di Lovecraft nonché suo caro amico a cui Il Sognatore di Providence aveva dato il soprannome di “Wisecrack Sandusky.” I due si  vedevano spesso quando Lovecraft viaggiava nella zona di Boston. Siamo certi che il padre di Cthulhu abbia visitato anche le altre attrazioni di questo Lunapark come Hell Gate, Neptune’s Frolic, Dragons Gorge, Japanese Ping-Pong, the Virginia Reel e The Whirlpool.
Insomma dai resoconti originali dell'epoca emerge ancora una volta un uomo tutt'altro che solitario e depresso. Anche durante il suo duro periodo Newyorkese Lovecraft non si fece mancare varie puntate a Coney Island, su cui campeggiava il famosissimo sito di divertimenti, ne sono rimaste tracce scritte di almeno due visite durante quei mesi. Sappiamo anche che ha fatto divertendosi diverse attrazioni, tra cui la Fun House da $ 100.000 denominata “The Pit”, inaugurata nel 1923. E va infine ricordato che nell’autunno del 1910 Lovecraft salì persino su una mongolfiera in una fiera del Rhode Island, insomma non male per un uomo triste e recluso.