martedì 26 ottobre 2021

 LO STRANO TRIANGOLO 

LOVECRAFT-JACKSON-BRAITHWAITE 3/3




Insomma Lovecraft e la Jackson si persero definitivamente di vista nel 1922. Dopo quell’anno i riferimenti a Braithwaite nelle lettere private di Lovecraft praticamente svaniscono se non in riferimento a quando qualcuno della banda letteraria veniva citato come accadde, per esempio, il giorno 11 giugno del 1923 in cui Lovecraft scrive a Clark Ashton Smith:

 

Il tuo genio è tutt'altro che poco apprezzato - anzi, Long mi dice che sei menzionato nella nuova antologia Braithwaite, (che non ho visto) un onore che non deve assolutamente essere sottovalutato.

 

Anche qui risalta come Lovecraft faccia indirettamente i complimenti anche a Braithwaite a dispetto di quanto scrisse anni prima quando scoprì la sua esistenza. Possibile quindi che avesse cambiato idea e non giudicasse dal colore della pelle o che, forse è più probabile, quella lettera privata e piena di insulti ma estemporanea del 1918, fosse scaturita dalla sua penna per la rabbia di un idillio interrotto con la Jackson proprio da Braithwhite?

 


È una delle stranezze di Lovecraft che, nonostante tutti i suoi pregiudizi razziali e le sue prime critiche contro Braithwaite per aver pubblicato “versi liberi”, sembrava davvero rispettarlo sia per la sua posizione nella letteratura americana, sia come editore letterario e critico. Che è ciò che sembra aver, dopo alcuni anni, portato Lovecraft e Braithwaite a scriversi l’un l’altro.

Durante la mia visita alla John Hay Library, mi è stato gentilmente concesso di leggere la lettera del 7 febbraio del 1930, periodo in cui Lovecraft e la Jackson si erano ormai definitivamente persi di vista. È una delle pochissime lettere rimaste in cui Lovecraft scrive a Braithwaite in risposta a un’altra lettera che ormai è andata perduta.

 


“Caro Mr. Braithwaite:—”

Sono contento che abbiate trovato meritevole il poema di Mr. Long, & spero che la sua opera possa essere riconosciuta ampiamente—infatti l’incoraggiamento derivato dal riconoscimento avrebbe senza meno l’effetto di stimolarlo con sempre maggior forza e convinzione. Ci sono pochissimi poeti - così come sono pochi gli scrittori di prosa - che esprimono appieno quel senso del cosmico e del meraviglioso che è una realtà così potente per molte  persone sensibili. Non troverebbe Weird Tales un terreno di raccolta molto ricco per materiale poetico; sebbene contenga spesso ottimi versi di Clark Ashton Smith, che voi avete occasionalmente menzionato nell'antologia. Se il signor Smith riuscisse solo a frenare la frequente tendenza alla stravaganza, penso che il suo lavoro sarebbe di importanza ancora maggiore di quanto non lo sia. Ora sta entrando in una certa misura nel campo della prosa, con fantasie e racconti esotici.

 

Che cosa sta facendo qui Lovecraft? Sta elogiando e raccomandando i suoi amici Long e Smith a una persona di colore che non apprezzava? Sta cercando di attrarre l’attenzione di Braithwaite? Difficile crederlo se ci ritornano in mente le frasi della lettera del 1918, forse era davvero solo rabbia allora?

Nel secondo paragrafo Lovecraft poi, dopo tanti anni, torna a parlare di Winifred Virginia Jackson:

 

Mi fa molto piacere apprendere dei continui progressi della Signorina Jackson, il cui lavoro ha dato un'impressione così istantanea di autentico genio un decennio fa. Ho visto e apprezzato i suoi versi successivi qua e là, e sono interessato alla prospettiva di un romanzo dalla sua penna. Starò all'erta sia per questo che per i racconti. Fin dall'inizio mi è sembrato certo che la sua opera avesse quella sicurezza di intuizione ed espressione che contraddistingue l'arte genuina, e la conferma più autorevole di quel mio giudizio è molto gratificante.

 

Wow! Lovecraft la seguì a livello letterario per anni! Lovecraft scrive che sin dall’inizio aveva capito che la Jackson era narrativamente potente e genuina e aggiunge che “la conferma più autorevole di quel mio giudizio è molto gratificante”.

Quindi il giudizio di Braithwaite è più autorevole del suo, scrive. Come si concilia tutto questo con la furiosa e razzista lettera del 1918?

Ah, e come mai Lovecraft scrive “Signorina Jackson” e non “Signora Braithwhite?”

Vedremo e analizzeremo in Howard  Phillips Lovecraft & Winifred Virginia Jackson estensivamente le collaborazioni tra Virginia e Lovecraft come “The Crawling Chaos” e “The Green Meadow” e non solo…

La lettera a Braithwaite infine termina come era iniziata, con la promozione dell’abilità e delle opere di altri scrittori da parte di Lovecraft che dopo aver incensato Long e Smith fa lo stesso con Doorways to Poetry di Maurice W. Moe. Lovecraft chiude infine la lettera con:

 

Again expressing my appreciation—

yr oblg’d & obt servt

H. P. Lovecraft

 

In cui chiaramente si evince la stima di Lovecraft nei confronti di Braithwhite a oltre dodici anni da quella sua lettera-sfogo. Forse perché dietro c’era la questione amorosa con Winifred Virginia Jackson? Il prossimo saggio Howard Phillips  Lovecraft & Winifred Virginia Jackson getterà finalmente un po’ di luce…