Marcel Proust e H. P. Lovecraft
La Memoria e l'Eredità Ancestrale
Marcel Proust e H. P. Lovecraft sono due giganti della letteratura del XX secolo, distinti per i loro stili e i temi trattati. Tuttavia, entrambi condividono un profondo interesse per il concetto di memoria. In Proust, la memoria è esplorata principalmente attraverso la lente del tempo e della nostalgia, mentre in Lovecraft questa assume spesso la forma di un'ereditarietà ancestrale, carica di mistero e terrore. Insomma la memoria si manifesta nelle opere di entrambi gli autori anche se in modi completamente differenti rimanendo però un punto centrale nell'opera di entrambi gli scrittori.
Marcel Proust, nel suo capolavoro "Alla ricerca del tempo perduto", esplora la memoria come strumento per recuperare il passato. La celebre scena della madeleine è un esempio iconico di memoria involontaria:
"Ma, quando di un vecchio passato non rimane niente, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili, ma più vivi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore restano ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, a portare senza piegarsi, sulla loro minuscola goccia quasi impalpabile, l'edificio immenso del ricordo."
(Dalla parte di Swann, Marcel Proust)
In questa scena, il sapore di una madeleine intinta nel tè evoca in Proust un ricordo dettagliato e vivido del suo passato, dimostrando come la memoria possa riaffiorare in maniera inattesa e potente.
H. P. Lovecraft, invece, utilizza la memoria in modo diverso. Nei suoi racconti, la memoria spesso si manifesta come un'eredità ancestrale, portatrice di segreti oscuri e terrore. Un esempio chiave si trova nel racconto "L'Ombra su Innsmouth":
"Era durante la notte che le cose peggiori arrivavano: nel sogno vedevo cose, o fingevo di vedere cose, non so dirlo. Mi sembrava di essere ancora un ragazzo e di sentire le vecchie storie sulla gente del mare; mi sembrava di udire canti strani e di vedere figure confuse nelle acque. Era come se una parte del mio sangue appartenesse a quegli esseri, e sentivo un impulso folle di raggiungerli."
(L'Ombra su Innsmouth, H. P. Lovecraft)
In questo passaggio, il protagonista scopre una terribile verità sulla sua eredità genetica, che lo lega a una razza di esseri marini. La memoria qui non è un rifugio nostalgico, ma una fonte di orrore e alienazione.
Paralleli tra Proust e Lovecraft
Entrambi gli autori usano la memoria per esplorare l'identità.
Per Proust, la memoria involontaria è un mezzo per riscoprire se stessi e il proprio passato. In Lovecraft, l'ereditarietà ancestrale costringe i personaggi a confrontarsi con identità che spesso rifiutano o temono, ma che portano sempre a una scoperta di se stessi, anche questa decisamente involontaria.
Quindi, in quest'ottica, la scoperta di sé è centrale in entrambi gli autori, ma avviene in modi diversi. Proust vede la memoria come una finestra aperta sul passato, che permette una comprensione più profonda del presente. Lovecraft, al contrario, spesso utilizza la memoria come una trappola che rivela verità terribili e ineluttabili, ma sempre di finestra aperta (involontariamente) sul passato si tratta. Nel racconto "L'Ombra Calata dal Tempo", ad esempio, la memoria di esistenze passate ritorna per sconvolgere la vita del protagonista:
"Avevo ereditato non solo i ricordi di quegli eoni lontani, ma anche la terribile consapevolezza che il mio destino era indissolubilmente legato a quegli eventi antichi."
(L'Ombra Calata dal Tempo, H. P. Lovecraft)
Un altro parallelo risiede nel modo in cui entrambi affrontano il concetto di infinito e ignoto. Proust, attraverso la memoria, esplora l'infinito interiore del tempo e delle esperienze umane. Lovecraft, invece, si confronta con l'ignoto cosmico, dove la memoria ancestrale svela orrori che trascendono la comprensione umana.
Marcel Proust e H. P. Lovecraft, seppur molto diversi nei loro approcci e generi letterari, condividono un interesse profondo per la memoria e l'identità. Proust vede la memoria come una risorsa preziosa per riscoprire il passato e capire meglio se stessi, mentre Lovecraft la considera una forza oscura che può rivelare verità sconvolgenti e terribili. I due autori hanno più cose in comune di quanto sembri a un primo approccio ed entrambi, attraverso i loro scritti, offrono una visione unica della condizione umana, rendendoli figure imprescindibili nella letteratura del XX secolo.