15 Marzo 1937: Lovecraft e Giulio Cesare
Il 15 marzo del 1937, il mondo letterario perse uno dei suoi più potenti e influenti autori, un autore che fu capace di influenzare per generazioni la letteratura horror e weird: Howard Phillips Lovecraft. La sua morte, avvenuta proprio in questa data, non solo segnò la fine di una vita tutt’oggi generalmente poco nota in Italia nonostante gli sforzi di numerosi esperti tra cui S. T. Joshi, ma evoca anche delle sorprendenti similitudini con un altro evento storico di grande rilevanza: l'assassinio di Giulio Cesare, avvenuto proprio alle Idi di Marzo, un giorno considerato nel calendario romano come di grande importanza e intriso, da 87 anni, di un curioso legame con Lovecraft.
H.P. Lovecraft, noto soprattutto per i suoi racconti di orrore cosmico e la creazione di quelli che poi diventeranno I Miti di Cthulhu (nome che mai utilizzò, ma che oggi rappresenta il ciclo di quei racconti che i suoi epigoni, come accadde per il ciclo di Re Artù o dei romanzi cavallereschi, continuano a scrivere e rimpolpare) era un uomo estremamente curioso e attirato verso l’antichità (e Roma in particolare), costantemente affascinato dall'ignoto e dall'indicibile. La sua opera, sebbene inizialmente poco riconosciuta durante la sua vita, divenne poi fondamentale per il genere dell'horror e dell'occulto, influenzando generazioni di scrittori successivi da Robert Bloch a Stephen King, passando per Ramsey Campbell.
Ma perché associare la morte di Lovecraft alle Idi di Marzo? La connessione risiede nel profondo interesse che Lovecraft nutriva per l'antica Roma e per la figura di Giulio Cesare. Non è molto noto ma Lovecraft era un grande ammiratore della Roma antica, (presto un nuovo volume dei Miti di Arkham tratterà proprio questo aspetto) della sua storia e delle sue figure prominenti, in particolare di Giulio Cesare. Vedeva in Cesare un eroe tragico, ma anche un uomo capace di usare la logica contro le superstizioni, un essere umano che aveva fatto della sua razionalità e logica un mito.
Proprio come Giulio Cesare, Lovecraft era un visionario che si sentiva spesso incompreso dalla società del suo tempo. Viveva in una realtà letteraria alternativa, popolata da antichi déi e creature mostruose che sfidavano la comprensione umana. I racconti del Sognatore di Providence (perché solitario proprio non era, se non nel senso di diamante) intrisi di oscurità e mistero, riflettono la sua visione di un mondo come di un luogo dominato da forze incommensurabili e arcane.
D’altro canto le Idi di Marzo, il 15 marzo nel calendario romano, erano tradizionalmente considerate un giorno di cambiamento e svolta, in quanto segnavano l'inizio di molte attività agricole e religiose. E, curiosamente, oggi, nella Storia Romana, questa data è associata, principalmente, all'assassinio di Giulio Cesare, avvenuto nel 44 a.C. per mano di un gruppo di traditori guidati da Cassio e Bruto, nomi che riemergono qua e là nei racconti di Lovecraft o in storie che il Sognatore di Providence aveva generosamente regalato ai suoi amici aspiranti scrittori.
La morte di Giulio Cesare, il 15 marzo, ha segnato profondamente la storia di Roma e ha ispirato numerose opere letterarie e artistiche nel corso dei secoli.
Lovecraft commentò in proposito in una lettera al suo amico Robert E. Howard datata 25 ottobre 1930: “È strano, vero, come la storia di Giulio Cesare diventi sempre più interessante con il passare del tempo? Nessuno scrittore ha mai prodotto una vita più affascinante e romantica di quella di Cesare, né un intrigo più intricato e drammatico di quello della cospirazione del 44 a.C. Contro di lui.”
Anche la morte di Lovecraft, avvenuta il 15 marzo 1937, può essere vista come un momento di svolta nella storia della letteratura. Sebbene durante la sua vita Lovecraft non abbia raggiunto la fama e il riconoscimento che avrebbe avuto in seguito, la sua influenza e il suo impatto sul genere dell'horror e del weird sono diventati sempre più evidenti nel corso dei decenni. La sua morte ha segnato la fine di un'epoca, ma ha anche dato inizio a una nuova era in cui le sue opere, perfino le sue lettere che dovevano rimanere private, sarebbe stato rivalutato, celebrato e avrebbe germogliato dando vita a centinaia di testi, un po’ come accadde con Giulio Cesare.
Lovecraft non scrisse direttamente su Giulio Cesare nelle sue opere di fiction, il suo interesse per l'antica Roma e per i temi legati alla caduta dell'impero romano si riflette però nelle sue lettere, nei suoi racconti e in alcuni suoi saggi, come ad esempio in “The Decline of the West”, in cui affronta il tema del declino delle civiltà antiche.
Per concludere, perché le citazioni e i riferimenti ci porterebbero troppo lontano, sappiamo che Lovecraft nella sua giovinezza faceva sogni ricorrenti in cui era un tribuno legionario di nome Gaio Giulio Vero Massimino che combatteva al fianco di Giulio Cesare durante le guerre galliche.
Nel suo racconto “Ratti nei Muri” scrive: “Non abbiamo potuto trattenere l'emozione nel sapere che questa volta era stata costruita da mani romane. Ogni arco basso e ogni pilastro massiccio erano romani: non il romanico degradato dei pasticcioni sassoni, ma il classicismo severo e armonioso stile dell'età dei Cesari.”
Pertanto, il parallelo tra la morte di Lovecraft e l'assassinio di Giulio Cesare alle Idi di Marzo non è solo una curiosa coincidenza temporale (entrambi passarono a miglior vita il 15 marzo), ma riflette anche le profonde connessioni tra la vita e l'opera di Lovecraft e il mondo antico che tanto lo affascinava. Entrambi sono stati figure rivoluzionarie nei rispettivi campi, che hanno lasciato un'impronta indelebile sulla storia e sulla cultura.
Ecco che quindi il 15 marzo è una data duplice e curiosa, la fine di una vita e l’inizio di un mito sia questo di Giulio Cesare o di H. P. Lovecraft.