H. W. MUNN & H. P. LOVECRAFT 1
“Gli
autori popolari non apprezzano e apparentemente non possono apprezzare il fatto
che la vera arte sia ottenibile solo rifiutando la normalità e la
convenzionalità in toto, e avvicinandosi a un tema completamente epurato da
ogni punto di vista abituale o preconcetto.” Così scrive Lovecraft sulle
colonne del The Eyrie, nel numero di
marzo del 1924 di Weird Tales. H. P. Lovecraft vedeva la narrativa come un
qualcosa che doveva essere unico, non convenzionale e il più originale
possibile a prescindere dalla sua vendibilità. Nella stessa lettera aggiunge
che “Selvaggi e “diversi” per quanto possano considerare i loro prodotti
quasi-weird, rimane un dato di fatto che la bizzarria è solo in superficie; e
che fondamentalmente ribadiscono gli stessi vecchi valori convenzionali,
motivazioni e prospettive. Il bene e il male, l'illusione teleologica, il
sentimento zuccheroso, la psicologia antropocentrica: il solito mercato
azionario superficiale, e tutto attraversato dall'eterno e ineludibile luogo
comune.”
Sono
sicuro che se Lovecraft avesse accettato il lavoro come editore quando J. C.
Henneberger glielo offrì nel 1924, probabilmente sarebbe stato un duro editore
e la rivista avrebbe preso una strada decisamente diversa. Gran parte della
narrativa accettata da Edwin Baird e Farnsworth Wright sarebbe stata, senza
dubbio, respinta da Lovecraft. Ma forse è
meglio così altrimenti non avremmo conosciuto il Lovecraft scrittore.
Tornando alla lettera e alla sua concezione della narrativa non è chiaro con
chi ce l’avesse Lovecraft. A quali storie o autori si stesse riferendo. Forse
non era neppure gli autori di Weird Tales,
anche se è probabile che la maggior parte lo fosse. Quello che è chiaro è che
Lovecraft pone una rottura, scava un solco con la scrittura di storie
convenzionali, parla di creare un racconto originale, pensando fuori dagli
schemi. Questo richiedeva la sua mente creativa. Qualcosa che anche lui cercava
di fare e che voleva facessero altri scrittori.
Quindi,
nel tentativo di divulgare qualcosa di weird e originale, Lovecraft diede
questo suggerimento sempre dalle stesse colonne di Weird Tales: “Prendete una storia di lupo mannaro, per esempio: chi
ne ha mai scritta una dal punto di vista del lupo, e simpatizzando fortemente
con il suo modo di essere?”
A
provare a seguire l’indicazione di Lovecraft fu H. Warner Munn scrivendo “The
Werewolf of Ponkert”, il primo racconto pubblicato di Munn. Riguardo alla
storia di Munn, Farnsworth Wright affermò: "È stata la popolarità della
storia del lupo mannaro del signor Quinn che ci ha portato a presentare The
Werewolf of Ponkert, di H. Warner Munn, nel numero degli ultimi mesi")
"The Werewolf of Ponkert" divenne la storia di copertina del numero di
luglio 1925 di Weird Tales, lo stesso
numero in cui Robert E. Howard fece il suo debutto con "Spear and
Fang".
Non
è chiaro se Lovecraft abbia mai commentato la storia di Munn in "The
Eyrie" e nei successivi numeri di Weird Tales. È possibile che quando
"The Werewolf of Ponkert" fu pubblicato per la prima volta, Lovecraft
non notò che era collegato alla sua lettera del marzo 1924 in "The
Eyrie", non comprese che la sua lettera ispirò Munn. Oppure, essendo un
gentiluomo, non fece notare che Munn aveva seguito il suo consiglio, quello che
è certo è che Munn lo ha riconosciuto incontrandolo personalmente. Inoltre
sembra ci siano alcuni indizi, dello stesso Munn che indicano che Lovecraft
potrebbe aver riconosciuto gli sforzi di Munn. Scrive Munn in una sua lettera
(Munn, H. Warner. “HPL.” Whispers, Whole Number 9, Vol. 3, no. 1 dic 1976):
“Pensando all'idea in prima persona offerta da Weird Tales, di un racconto formulato dal punto di vista del
mostro, io l'ho scritto, inviandolo all'editore di Weird Tales Farnsworth Wright, e lui l'ha comprato a [sic] al
solito prezzo di un centesimo a parola. Ho ricevuto un assegno di 65 dollari.
Tombola! Adesso ero uno scrittore. E come risultato del racconto, ho ricevuto
una lettera di congratulazioni dall'uomo che aveva scritto la lettera all’Eyre suggerendo la storia.
Munn
aveva 22 anni all'epoca e fino a quel momento aveva pubblicato solo poche
poesie ma nessun racconto. Il che significa che la sua prima volta nella
narrativa breve è stata dovuta a Lovecraft e al contempo è stato un successo
ottenendo anche la copertina. La "nota" che Lovecraft ha scritto a
Munn, per quanto ne sappiamo, non esiste più, quindi è impossibile sapere se
sia stata scritta semplicemente per congratularsi con Munn per aver scritto una
buona storia di copertina, o per aver utilizzato l'idea di Lovecraft dalla sua
lettera del marzo 1924. Inoltre, Munn non approfondisce ulteriormente il
contenuto della nota.
Lovecraft & Cook
Fu
W. Paul Cook, un caro amico di Munn, a indicare a Munn la lettera di Lovecraft su
Weird Tales del marzo 1924. Cook, un
tuttofare, era “un tipografo, uno scrittore dilettante, un editore di libri e
diverse volte presidente della Amateur Press Association”. Dati i contatti di
Cook nel giornalismo amatoriale all'epoca, era anche uno stretto amico di
Lovecraft, ma chi era che diceva che Lovecraft non aveva amici e era un
solitario? Ah forse si trova in quel libro autobiografico di Michel Houellebecq
che in molti hanno scambiato per un saggio su Lovecraft. Quindi, Cook chiese a
Munn se gli sarebbe piaciuto incontrare Lovecraft, e Munn accettò su due piedi.
Ecco che quindi Munn e Cook partirono da Athol Massachusetts e si recarono a
Providence, a casa di Lovecraft. Un viaggio che avvenne quasi due anni dopo la
nota di congratulazioni di Lovecraft a Munn, nell'estate del 1927. Lovecraft
descrisse dettagliatamente la visita dei due a Clark Ashton Smith in una
lettera del 2 agosto 1927:
“Anche gli altri miei
ospiti sono stati i benvenuti: Morton, Long e i suoi genitori, Cook e Munn.
Munn è un giovane molto promettente di tipo biondo e muscoloso. Probabilmente
diventerà un romanziere piuttosto che un fantasista, e quindi avrà maggiori
possibilità di successo professionale.[1]”
Si
prega di notare il tono secca di Lovecraft che voleva rimanere solo. E di come
quasi nessuno lo andasse mai a trovare… proprio un solitario!
Naturalmente,
Munn ha continuato a scrivere weird fiction (principalmente horror) e, sebbene
non abbia avuto successo, né fosse prolifico come Lovecraft, è riuscito a
scrivere alcune storie davvero memorabili che vengono lette ancora oggi. Alcune
dei suoi racconti più importanti provengono dalla sua serie di lupi mannari
chiamata Tales of the Werewolf Clan.
Dopo questo primo incontro, tra i due scrittori nacque una lunga amicizia e una
continua corrispondenza, con vari viaggi occasionali tra le loro città
d'origine per vedersi. Già proprio un Solitario!
A
proposito delle storie di Munn, Lovecraft una volta disse: “È un peccato che le
riviste più pagate vadano così insistentemente verso il prosaico. È qui che il
giovane Munn è fortunato: i suoi racconti hanno tutti più sapore di avventura e
romanticismo che di bizzarro, quindi troverà sempre un'accoglienza pronta.”
Riguardo
la storia di Munn pubblicata su Weird Tales nel dicembre 1930, “Tales of the
Werewolf Clan: The Master Strikes” Lovecraft scrisse a Clark Ashton Smith “Il
problema con la storia di Munn è che aderisce troppo al tradizionale romanzo di
cappa e spada: il romanzo di Stanley J.” Indipendentemente dalle sue preferenze
Lovecraft ha sostenuto gli sforzi di Munn anche se ha confessato ad August
Derleth alcuni problemi dei racconti gotici di Munn: “Sì, Munn entra in regioni
aride e sterili quando cerca di legare il suo stato d'animo e la sua tecnica di
avventura romantica al dominio del weird. Sta trascinando il povero Maestro a
tal punto che non si riesce a tenere traccia della natura e degli attributi
della creatura - anzi, l'impressione è che si limiti a conservare la struttura
soprannaturale solo per una questione di dovere - o concessione a Wright -
mentre vuole davvero scrivere un romanzo storico diretto. Ma il ragazzo è
giovane e possiamo permetterci di dargli tempo. Lascia che tolga i licantropi
ponkertiani dal suo sistema e vedi cosa può fare con un nuovo inizio!”[2]
Ma
Munn scrisse anche altre storie come “The City of Spiders” (1926), “The Chain”
(1928), “A Sprig of Rosemary,” (1933), e “Dreams May Come” (1939). L’ultima
cosa che scrisse Munn, probabilmente a causa di sopraggiunti impegni
matrimoniali e di famiglia, fu una storia in quattro parti che Weird Tales pubblicò tra settembre e
dicembre 1939 intitolato “King of the World’s Edge.” In questa serie, Munn
lavora nel contesto storico dell'esplorazione e della storia romana per tessere
storie straordinarie di scoperte del nuovo mondo, imperi barbarici e
mostri-pesce. È una specie di storia di spada e stregoneria, ma in un contesto
e un'ambientazione storici reali che includono mostri, magia e scherma, cosa
c'è che non va? La serie, in poche parole, tratta di un documento, scritto da
Ventidius Varrone, legionario anglo-romano. Documenti riscoperti dopo un
uragano nelle Florida Keys meridionali. Gli eventi nel documento scoperto si
svolgono durante l'apice del regno di Re Artù, ma Artù viene sconfitto in
battaglia, e questi sono gli ultimi giorni dell'occupazione romana in Gran Bretagna.
I soldati, insieme ad Arthur e un mago di nome Myrdhinn, vengono isolati e
lasciati a combattere i predoni sassoni invasori. Quando Arthur viene
sconfitto, Myrdhinn e gli altri legionari salpano per un posto dove nascondersi
e finiscono nel nuovo mondo dove sperimentano strane terre, nuove persone
(tribù) e strane creature. In questo nuovo mondo, tentano di creare una nuova
civiltà, ma devono prima superare alcune avversità.
Il
14 gennaio 1930 Munn sposò Malvena Ruth Beaudoin. Alla fine ha accompagnato suo
marito e Cook in varie escursioni per andare a trovare Lovecraft e ha ospitato
Lovecraft tutte le volte che il Sognatore di Lovecraft andava dai Munn. Per
comprendere meglio le loro conversazioni, Malvena lesse molte delle storie di
Lovecraft. Munn dichiarò che Malvena "trovava difficile capire alcune
delle sue storie, ma che quando Lovecraft li è andati a trovare, si è sforzato
per rendersi comprensibile in modo semplice e facile"[1]. A proposito di Lovecraft, Malvena una volta
disse: “Parla come se avesse ingoiato un dizionario.” I Munn ebbero il loro
primo figlio (John Warner) nel 1931, e un altro (James Edward) nel 1936. Con
nuove responsabilità e l'incapacità di pubblicare abbastanza storie per
sostenere una famiglia in crescita, Munn si allontanò dalla scrittura per quasi
30 anni ma continuò a scrivere e pubblicare per nove anni dopo essersi sposato,
rimanendo in amicizia sia con Cook che con Lovecraft.
Ad
un certo punto, Cook cedette a Munn la sua intera biblioteca, che
apparentemente era l'invidia di Lovecraft, come ammise in una lettera a R.H.
Barlow:
“Cook ha dato la maggior parte della sua
biblioteca a H. Warner Munn. Non ha praticamente nulla ora, tranne forse alcuni
oggetti smarriti da sua sorella nel New Hampshire. Sì, era pieno di cose
fantastiche, la migliore biblioteca del genere che abbia mai incontrato. Munn,
ovviamente, ora ha la migliore collezione.”[2]
La
perdita della biblioteca di Cook per Munn fu una progressiva strada verso le
difficoltà e un collasso nervoso a partire dalla morte di sua moglie nel 1930.
Negli anni successivi, Cook perse il lavoro quando l'azienda chiuse a causa
della Grande Depressione. Cook spiega:
“Improvvisamente
mi sono trovato sbalzato da una condizione di vita confortevole con un reddito
di circa $ 5000 a un livello senza nessun reddito e con un debito di circa $
1000. ho dato via e buttato via tutto, incluso il mio lavoro, i miei beni
immobili, i miei mobili domestici e la mia biblioteca.”[3]
Cook
ha conservato alcuni volumi selezionati e probabilmente ha dato a Munn la sua
biblioteca per custodirla. Poco dopo il 1934, Munn iniziò lentamente a ignorare
la sua corrispondenza, non rispondendo alle lettere, e Lovecraft ne fu un po’
frustrato. Durante questo periodo, Lovecraft una volta dichiarò: “Per quanto
riguarda Munn, è la persona negligente più famosa della banda…. la sua
negligenza equivale a un difetto psicologico positivo. Lovecraft continua: “Ad
esempio, Fantasy Magazine vuole
ottenere il lungo e importante articolo sulla bizzarra narrativa popolare che
ha scritto per il defunto Recluse[4]
di Cook, ma le lettere del suo editore rimangono senza risposta.” Lovecraft
probabilmente ne sentì parlare da Cook, che a quanto pare non riusciva neppure
a mettersi in contatto con Munn in quel momento. Non è chiaro perché Munn non
abbia risposto durante questo periodo. Si prese persino una pausa dalle
pubblicazioni tra il 1933 e il 1939. Nel luglio del 1934, Cook apparentemente
disse a Lovecraft che Munn era diventato “religioso”, ed era forse questo che
aveva portato Munn ad abbandonare la scrittura, oltre a ignorare Cook e
Lovecraft. A questo proposito, Lovecraft disse a R. H. Barlow:
“Cook
dice che si prenderà cura di Munn di persona e gli darà l'inferno. Munn ha
molte proprietà di Cook sotto la sua custodia e non risponderà a nessuna
domanda al riguardo. Cook avanza la teoria secondo cui il fanatismo religioso
di Munn è responsabile del suo rozzo silenzio, e che ha cancellato tutti gli
atei dai suoi libri e non avrà niente a che fare né con noi né con gli
interessi con cui siamo collegati. Mi sembra però del tutto inverosimile.”
Sembra
che Cook avesse bisogno di accedere alla biblioteca che, un anno prima, aveva
dato a Munn, ma che questi gli negò questo favore per motivi ignoti. Lovecraft
era un po' amareggiato nei confronti di Munn e iniziò a citarlo in maniera
negativa nelle sue lettere, definendolo “l'inafferrabile e invisibile lupo
mannaro di Ponkert" e "il lupo mannaro". Negli scritti
autobiografici di R.H. Barlow, nella sezione intitolata “Memories of Lovecraft
1934”, Barlow scrisse “H. Warner Munn ha una tale fede nel soprannaturale da
averlo indotto a diventare cattolico dopo il suo matrimonio; e quasi ripudiò il
suo lavoro precedente come morboso e orribile. Recentemente ha scritto una cosa
che Lovecraft ha considerata come squallida.”
A
parte le lettere di Lovecraft, non c'è alcuna spiegazione del perché Munn si
fosse allontanato sia dai suoi amici che dalla pubblicazione durante questo
periodo. Potrebbe essere stato a causa di impegni religiosi dato che, per un
certo periodo, Munn è stato membro del consiglio della chiesa luterana
dell'Ascensione. O forse doveva stare semplicemente più vicino alla sua
famiglia. In ogni caso Munn riapparve nel 1939, quando presentò la sua serie
"King of the World's Edge" a Weird
Tales. E poi sparì di nuovo avendo due figli e una moglie da mantenere (e
altri due figli nati negli anni Quaranta) e, quando Lovecraft morì nel marzo
del 1937, Munn rimase sorprendentemente in silenzio.
Comunque
sia, Lovecraft e Munn sono stati buoni amici per molti anni. E, verso la fine
della vita di Munn, ha scritto una reminiscenza in due parti del suo vecchio
amico per la fanzine Whispers,
descrivendo in dettaglio i bei ricordi che aveva visitato, viaggiato e
intrattenuto lunghe conversazioni con Lovecraft. E, anche se Lovecraft non
preferiva le storie gotiche tradizionali, si è complimentato riguardo alcune di
queste stesse opere e altre di Munn ai suoi colleghi scrittori. Lovecraft era
particolarmente affezionato a due dei primi lavori di Munn, “The City of
Spiders” e “The Chain”. Lovecraft ammette ad August Derleth che “'The Chain' è
certamente il suo miglior libro fino ad oggi."[5]
Inoltre, "City of Spiders" era uno dei preferiti di Robert E. Howard,
come ammise in una lettera del 1934 a Lovecraft: ricordo la sua "Città dei ragni" come una delle storie più
sorprendenti e potenti che abbia mai letto; e i suoi “Racconti del clan dei
lupi mannari” hanno avuto il vero successo storico.”[6] Munn ha avuto una vita molto intrigante,
soprattutto nella sua educazione. Sua nonna corrispondeva con Jules Verne e H.
G. Wells, e all'età di sette anni Munn afferma di aver letto 100 libri, tra cui
Les Miserables, la Bibbia e Anatomy of Melancholy di Burton[7].
Era uno studente astuto e sveglio, amava in particolare la storia medievale e
Giovanna d'Arco. L'ultimo lavoro scritto da Munn, “The Lost Legion”, fu uno
degli aspetti più importanti per cui Lovecraft sosteneva che Munn avesse un
grande talento per l'avventura e il romanticismo. Fu pubblicato nel 1980 ed è
uno spaccato magistrale della storia romana e del suo impero. Si concentrava
sull'ossessione dell'imperatore Caligola di liberare l'impero da un solo uomo,
quindi invia una legione di soldati in una missione suicida per eliminare
quest'uomo. Durante la missione, incontrano un ostacolo dopo l'altro. Il
romanzo è entrato in nomination nel 1981 per il Balrog Award e Munn morì quello stesso anno, il 10 gennaio,
lasciando dietro di sé diverse storie meravigliose...
[1] Munn, H. Warner. “HPL: A Reminiscence” Whispers, n. 13-14
(dicembre 1976).
[2]
Lovecraft, H. P., e R. H. Barlow, "1934." In O Fortunate Floridian: H. P. Lovecraft's Letters to R. H.
Barlow, University of Tampa Press, 2016.
[3] W.
Paul Cook a Donald Wandrei, 23 agosto 1931, citato in W. Paul Cook: The Wandering Life of a Yankee Printer. Hippocampus
Press.
[4] Rivista.
[5] Lovecraft, H. P., e August Derleth.
"1932." In Essential Solitude:
The Letters of H. P. Lovecraft and August Derleth: 1932-1937. Vol. 2. New
York, Hippocampus Press, 2013.
[6] Howard,
Robert E., e H. P. Lovecraft. "1932." In A Means to Freedom: The Letters of H. P. Lovecraft and Robert E.
Howard: 1930-1932. New York, Hippocampus Press, 2009.
[7] Reginald, R. Science Fiction and Fantasy Literature. Vol. 2. Detroit: Gale
Research Company, 1979.
[1]
Lovecraft, H. P., and Clark Ashton Smith. “1927.” In Dawnward Spire, Lonely Hill: The Letters of H.P. Lovecraft and Clark
Ashton Smith, David E. Schultz e S. T. Joshi, Hippocampus Press, 2017.