LO STRANO TRIANGOLO
LOVECRAFT-JACKSON-BRAITHWAITE 2/3
Quindi se la lettera
privata in questione era figlia del clima razziale di quegli anni in
America—anche se c’era un’evidente rabbia contro Braithwaite c’era però da
analizzare la questione riguardo i gatti. Parlando con S. T. Joshi ho cercato
di chiarire l’aspetto del gatto. Ma quale aspetto del gatto direte voi?
In una rarissima lettera
nella liasion amorosa tra Lovecraft e Winifred Viriginia, il padre di Cthulhu
il 7 ottobre del 1921 scrive a Winifred Virginia Jackson:
Sono anche contento del volantino descrittivo di Braithwaite.
William Stanley è certamente a capo dei critici americani della poesia, come
del resto avevo capito prima dalle recensioni di Transcript. Quando un minuscolo
gattino nero carbone venne a trovarmi nel 1918 lo chiamai "William Stanley
Braithwaite" e gli lasciavo masticare anche carte importanti e altro con
la naturale distruttività di un critico letterario. Ma questo William Stanley
mi ha abbandonato dopo il 1919: deve aver trovato le mie “poesie” sgradevoli.
Vorrei sapere cosa ne è stato di lui!
Erano frecciate alla
Jackson? Sapeva della loro storia? Probabilmente sì dato che lo stesso tipo di
allusioni Lovecraft le faceva a Bloch quando con un pizzico di sarcasmo e
invidia gli scriveva alludendo alle sue molte muse dattilografe, giovani e
belle.
Nel merito Joshi stesso
non ha compreso se questo gatto fosse reale e se il riferimento a Braithwaite
fosse esplicito, ma io credo di sì. In quanto in quegli anni Lovecraft e
Braithwaite lottavano per conquistare il cuore della Jackson. Infatti Lovecraft
in una lettera a sua zia nomina quel gatto.
Ora l’idea che i gatti
fossero soprannominati in senso dispregiativo da Lovecraft con intenti razziali
peggiorativi delle persone nere non credo sia assolutamente corretta. Lovecraft
amava i gatti più degli altri animali, erano i suoi preferiti, li riteneva più
saggi e antichi degli uomini, quindi tutto ciò va confutato con forza.
A questo punto dovremmo
parlare dell’affair amoroso tra Lovecraft e la Jackson, ma lasceremo al saggio Howard
Phillips Lovecraft & Winifred Virginia Jackson questo interessante
compito.
Qui basti dire che
nessuno sa come Braithwaite e la Jackson si conobbero. In Winifred Virginia Jackson—Lovecraft’s Lost Romance Wetzel &
Everts affermano che la Jackson era interessata a entrambi gli uomini e che
aveva una relazione con Braithwaite, sposato dal 1903 e che aveva già sette
figli. La storia amorosa (?) con Lovecraft che vedremo in Howard Phillips Lovecraft &
Winifred Virginia Jackson era cominciata probabilmente nel 1915-16 quando i
due si conobbero, pian piano condivisero sempre più doveri editoriali e ruoli
di leadership nel giornalismo amatoriale fino almeno al 1921. Da quest’anno in poi lei
e Braithwaite, che già si conoscevano e con cui la Jackson aveva come detto già
una relazione, divennero anche partner commerciali alla BJ Brimmer Company. Curiosamente
quindi la lettera razzista di Lovecraft appare proprio nel 1918 quando
probabilmente gli fu chiara la liason della sua amata anche con Braithwaite.
Detto questo sia Lovecraft
che Braithwaite condividevano non solo un apprezzamento estetico verso Winifred
Virginia, si diceva che la Jackson fosse bellissima e che dimostrasse meno anni
di quelli che aveva, ma anche un sentimento amoroso corroborato anche dalla
stima verso la Jackson come poetessa. Si pensi che entrambi scrissero
valutazioni critiche che lodavano le sue opere: Lovecraft in riviste amatoriali
e Braithwaite in forma più ampia attraverso le sue antologie. Curiosamente anni
dopo Lovecraft ha richiamato l'attenzione sulle lodi di Braithwaite verso la
Jackson:
The United takes pride in the distinguished recognition just
accorded its premier poetess, Winifred Virginia Jackson; recognition of a
degree hitherto gained by no other amateur journalist. Four poems of Miss
Jackson’s, “Fallen Fences”, “Miss Doane”, “The Farewell”, and “Cross-Currents”,
have been selected by the eminent critic and editor, William Stanley
Braithwaite, for publication in his 1921 “Anthology of Massachusetts Poets”,
whilst another notable group has won the supreme distinction of inclusion in
Mr. Braithwaite’s authoritative general “Anthology of Magazine Verse” for 1921,
to be published in November. We may appreciate the honour thus reflected upon
the United when we consider the exclusive standards and classical reputation of
the Braithwaite anthologies, as published by Small, Maynard & Co. of
Boston. These anthologies, says the New York Times, are “signs of the times and
milestones upon the way”. According to the Atlantic Monthly, they “Show the
vigorous state of American poetry”. Of Mr. Braithwaite the late William Dean
Howells said: “Mr. Braithwaite is a critic very much to our mind, and is the
most intelligent historian of contemporary poetry we can think of.” The United
indeed has reason to congratulate its poeticla luminar, and indirectly itself,
as the first and continued field of Miss Jackson’s efforts.
—H. P. Lovecraft, “New
Notes,” United Amateur 21, N. 1 (Sett. 1921) in Collected Essays 1.
Ora perché mai Lovecraft
avrebbe richiamato l’attenzione delle lodi del critico letterario di colore se
era così razzista e disprezzava così tanto tanto Braithwaite? C’è sicuramente
qualcosa che non torna e anzi, torna a galla probabilmente la furia per aver
perso, a causa di Braithwaite la sua amata nel 1918. Nel saggio Howard
Phillips Lovecraft & Winifred Virginia Jackson è ben evidenziato
come quando Lovecraft si sposò con l’immigrata ebrea ucrania Sonia Haft
Shafirkin, più nota come Sonia Green, questa affermò di averlo letteralmente
“strappato dalle grinfie della Jackson”.
Forse adesso è anche più
comprensibile lo sdegno delle vecchie zie di Lovecraft, quando egli si sposò
con Sonia in quel di Manhattan. Forse è più chiaro come la società di
quell’epoca non apprezzasse quel genere di matrimoni con immigrati (Lovecraft
non invitò le zie!) fossero essi di colore, italiani, irlandesi o russi!
Possibile non vedere come Lovecraft, nato conservatore, fosse a suo modo e nella
sua vita privata un progressista? In fondo sembra che pure la Jackson, la sua
prima fiamma, fosse mulatta… ma questo lo analizzeremo meglio sfogliando le
pagine del saggio Howard Phillips Lovecraft & Winifred Virginia
Jackson.
Continua...